Presentato a Roma i risultati del progetto di contrasto al bullismo e cyberbullismo: per il 63% degli insegnanti funziona

ROMA (ITALPRESS) – Questa mattina in Campidoglio sono stati presentati i risultati del progetto sperimentale di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, nel campo del mondo scolastico e quello delle associazioni sportive. Un lavoro svolto sotto la guida del Professore Aldo Grauso, Coordinatore dell’équipe scientifica afferente al Corso di Alta Formazione di Psicologia Giuridica e Forense dell’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza composta da Marco Maiali, Valentina Lunardini, Roberta Bruzzone, Roberta Cappelluti e Giulia Martella.

In collaborazione con Roma Capitale, il Dipartimento Sociale della Lega Nazionale Dilettanti della FIGC per la parte riguardante le attività nelle ASD. Alla conferenza stampa di presentazione, oltre al professor Grauso, hanno preso parte il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Claudia Pratelli, Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, Carla Fermariello, Presidente della Commissione Scuola di Roma Capitale, Giovanni Zannola, Consigliere di Roma Capitale e Giancarlo Abete, Presidente Lega Nazionale Dilettanti.

Il progetto è stato messo in atto, su un campione di circa 300 alunni, all’interno di cinque scuole primarie e due scuole secondarie di primo grado. “Il progetto è finalizzato a migliorare il benessere psicologico e relazionale dei più giovani e a contrastare questi fenomeni che sono diffusi, molto dannosi e anche pericolosi per lo sviluppo sano dei nostri ragazzi”, ha dichiarato Gualtieri.

Fenomeni, inoltre, che colpiscono “proprio coloro che più di altro avrebbero bisogno di essere coinvolti, accettati e inclusi e di far parte di un gruppo di persone pronte a tendere loro la mano. La scuola è il luogo dove, a prescindere da tutto, ci si debba sentire accolti, accettati, aiutati a crescere, quindi non giudicati, messi ai margini e oggetto di fenomeni di violenza e di isolamento: manifestazioni che hanno un peso molto difficile da sostenere”. Il Sindaco ha poi aggiunto: “Il progetto ha funzionato bene. Ci lascia, oltre ad aver materialmente aiutato giovani, docenti, membri di associazioni sportive, un patrimonio di esperienze che dovrà essere ulteriormente rafforzato e sviluppato”.

I dati a fondamento dello studio sono stati raccolti in tre diversi momenti: una fase di pre test, prima della sperimentazione (settembre – ottobre 2024), una fase in itinere, durante la fase formativa dei tecnici e operativa sui ragazzi (dal 6 novembre 2024) e una fase post test, alla fine della sperimentazione ( 31 marzo 2025).

“Il dato più significativo che emerge nel report è che non c’è nelle scuole, in maniera ordinaria, un lavoro sulle emozioni”, ha messo in evidenza il professor Grauso. “Le scuole hanno difficoltà a inserire, nel monte ore dell’educazione civica, stabilito per legge, programmi sull’alfabetizzazione emotiva. Anche perché ormai è ampiamente noto che i reparti di neuropsichiatria infantile dei maggiori nosocomi del nostro Paese hanno i posti letto pieni. Questo perché, come evidenzia anche l’ultimo report dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, dal 2020 gli episodi di autolesionismo sono ormai alla mercé di tutti i giorni”.

Lo studio sperimentale, che non ha avuto costi per l’amministrazione, è nato dal tavolo interistituzionale di coordinamento per la lotta a bullismo e al cyberbullismo istituito in Campidoglio, d’intesa con l’Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro e con l’Assemblea Capitolina. L’obiettivo è stato quello di concentrarsi sulla formazione dei docenti e dei tecnici delle ASD, mettendo poi in atto le tecniche apprese e tenendo conto del monitoraggio di tale attività. I principali benefici sono stati riscontrati nella crescita delle competenze emotive e socio-relazionali degli insegnanti, nella qualità delle relazioni tra studenti e docenti, e in un miglioramento del clima scolastico generale. L’analisi ha messo in luce, dunque, una significativa evoluzione nella capacità di comprendere e gestire le emozioni degli alunni, con una maggiore empatia e consapevolezza emotiva, manifestata dagli insegnanti. Questi cambiamenti hanno rafforzato le relazioni educative e contribuito a un ambiente scolastico più attento ai bisogni emotivi degli studenti. È stato importante anche il miglioramento nella gestione dello stress e dei conflitti in aula: la maggior parte dei docenti ha segnalato una maggiore capacità di mantenere la calma e adottare strategie efficaci per affrontare situazioni difficili. Questo ha reso le classi più serene e collaborative.

Dal lato degli studenti, si è registrato poi un incremento della consapevolezza emotiva, una riduzione dei conflitti e un miglioramento delle relazioni interpersonali. Il 63,6% degli insegnanti ha indicato un rafforzamento del senso di appartenenza alla classe, con una maggiore coesione tra pari. Gli alunni hanno anche mostrato comportamenti più rispettosi verso i docenti, comunicazione più aperta e un atteggiamento più partecipe e collaborativo. È emersa inoltre, secondo il report, una maggiore attenzione degli insegnanti verso le storie familiari e i contesti culturali degli alunni, con ricadute significative sulla didattica inclusiva. Un dato particolarmente rilevante riguarda la rinnovata percezione del ruolo dell’insegnante, sempre più visto come educatore civico oltre che trasmettitore di contenuti disciplinari. La sperimentazione ha rafforzato la dimensione etica e formativa della professione docente, sottolineando il valore della scuola come spazio di crescita, rispetto e cittadinanza. Anche se il rapporto scuola-famiglia ha mostrato segnali positivi solo moderati, è emersa una maggiore disponibilità al dialogo, indicando la necessità di investire ulteriormente su strumenti e strategie di coinvolgimento delle famiglie e del territorio.

Un risultato parallelo è stato riscontrato nelle attività coordinate nelle ASD dal Dipartimento Sociale della Lega Nazionale Dilettanti della FIGC: anche in questi contesti sportivi, si sono osservati miglioramenti nelle competenze relazionali, nel rispetto reciproco e nella partecipazione attiva dei giovani. “Abbiamo voluto prendere in carico alcune delle grandi emergenze del nostro tempo, come questa”, ha affermato l’assessore Pratelli. “Ci siamo insediati immediatamente dopo il COVID, con il lascito durissimo che quell’esperienza brutale ha avuto in particolare sui ragazzi. Gli esiti di questo progetto raccontano come un intervento di formazione degli educatori possa impattare in modo significativo sulle relazioni e sulle dinamiche di gruppo ma anche nella relazione, seppure in modo più lieve, con le loro famiglie. Oggi la scuola e i contesti educativi sono più importanti di prima”, dunque, è necessario “rafforzare le competenze degli educatori per contribuire alla crescita”.

“Abbiamo dato la nostra disponibilità in modo tale da creare una sinergia tra mondo della scuola e società dilettantistiche, come asse portante del sistema formativo. Sappiamo tutti che la famiglia, la scuola e anche le associazioni sportive, sono presidi importanti della crescita dei giovani”, ha detto Abete, parlando del contributo delle ASD. “Soltanto la FIGC, come federazione, ha 750 mila giovani tesserati in Italia.

Possiamo, quindi, portare attraverso i nostri organismi sportivi il contributo che riteniamo fondamentale perché per quanto ci riguarda l’aspetto agonistico è una delle due gambe del mondo dilettantistico e giovanile, l’altra è quella sociale. Speriamo che questo progetto possa essere prodromico per le iniziative di sperimentazione da fare in tutti gli altri comitati regionali e in tutti i territori”.

-Foto ufficio stampa Comune di Roma-
(ITALPRESS).

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