Piano territoriale paesistico regionale, al via i lavori dell’Aula

ROMA (ITALPRESS) – L’assessore all’urbanistica Massimiliano Valeriani ha aperto stamattina i lavori del Consiglio regionale sul Piano territoriale paesistico regionale, con la relazione illustrativa dell’atto, che era stato inviato all’Aula dalla commissione decima il 18 febbraio scorso. Con questo atto, contenuto nella proposta di deliberazione consiliare 59, si dovrebbe chiudere, ha detto l’assessore, una vicenda che va avanti dal 1998: “Non approvare questo piano significherebbe ricominciare da capo e non ce lo possiamo permettere”, ha concluso Valeriani. Respinte, prima dell’apertura del dibattito sul merito dell’atto, tre questioni pregiudiziali e due sospensive, presentate da Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia.
La necessità, secondo l’assessore, è quella di superare il piano del 2007, mai applicato; la sentenza della Consulta poi aveva dichiarato decaduto per mancata copianificazione con il Mibac il piano del 2019, ha ricordato Valeriani, il quale, parlando del coraggio con cui in questa consiliatura si è deciso di affrontare questo tema, ha detto anche che il Ptpr non va limitato alla materia urbanistica, che è totale competenza dei comuni. Il piano deve mettere ordine in una materia che altrimenti è una giungla normativa, come ben sa chi ha fatto l’amministratore locale. Valeriani ha rivendicato però la bontà del lavoro che era stato fatto in quella occasione; il principio della copianificazione rende di difficile adozione questi strumenti, infatti. Ma la sentenza della Corte richiede che ci si adegui ad essa, nel frattempo: di qui la presentazione di questo nuovo testo che ricalca una intesa precedente, già intercorsa, con il Ministero. Una mediazione tra interessi economici e preoccupazioni di varie parti, amministratori e ambientalisti, è ciò da cui nasce questo testo, a partire da quello del 2013. Ora non c’è più spazio di mediazione però: non si può pensare di andare a toccare di nuovo un testo su cui è stato raggiunto un accordo con il Ministero. “Prendere atto di un percorso travagliato” e chiudere questa vicenda, secondo Valeriani, è ormai necessario. Si è tentato di salvare alcune componenti del piano del 2019 ma non è stato possibile, nel confronto con il Mibac; a questo punto o si accetta il piano o lo si respinge.
Passando ai contenuti, la principale novità del Ptpr secondo l’assessore è che esso interviene solo laddove esistano dei vincoli; l’approvazione del piano fa sparire tutti i piani esistenti in precedenza; soprattutto, è stata presa in considerazione la cartografia del 2014, che recepisce modifiche del territorio intervenute nel frattempo rispetto alla cartografia precedente, quella del 1998.
L’80 per cento delle osservazioni prodotte sul piano era riguardante proprio la cartografia; più di 400 osservazioni vengono recepite dal piano, a beneficio dei comuni; altri elementi ancora di novità sono contenuti nel piano, ha detto Valeriani, che ha aggiunto che i comuni avranno due anni per adeguarsi a questo piano, una volta approvato. L’approvazione del piano fa scattare anche i meccanismi di semplificazione, molto importanti in una fase di difficoltà generale delle attività economiche.
Le questioni pregiudiziali e sospensive poste da Ghera erano principalmente incentrate sul fatto che il piano, messo a punto dalla Giunta in accordo con il Mibac e presentato all’approvazione dell’Aula senza possibilità, come detto dall’assessore, di apportare modifiche, esautorerebbe il Consiglio regionale dai suoi poteri. Ma anche la cartografia, pur essendo stata aggiornata con i dati del 2014, è ancora troppo vecchia, risalendo a ben 7 anni fa ormai.
Nel dibattito che ha preceduto il voto sulle questioni pregiudiziali e sospensive, a nome del gruppo di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini ha giudicato “gravissimo” che le cartografie alla base del Ptpr risalgano al 2014; inoltre il dibattito in commissione è stato interrotto con l’invio all’Aula del documento, impedendo di approfondire questa e altre questioni, a suo avviso. Ma la principale anomalia, secondo Righini, resta il fatto che l’atto sia inemendabile, a detta dello stesso assessore.
Di contro, Marta Leonori in qualità di capogruppo del Partito democratico ha fatto rilevare come gli aspetti evidenziati non incidano sulla possibilità di votare l’atto: la cartografia ha fatto passi avanti notevoli rispetto a quella precedente, quindi l’invito è stato a portare a termine in tempi rapidi i lavori. Per Giuseppe Simeone di Forza Italia non si possono liquidare questioni come quelle poste da Fd’I senza l’approfondimento che esse meritano. La sua proposta è stata quella di sospendere i lavori per trovare un accordo tra i gruppi. D’accordo Angelo Tripodi della Lega, per il quale con questo Ptpr “muore la politica dei territori”, perché se non vi è margine di intervento su un atto come questo le funzioni degli enti locali scompaiono. Un invito a valutare seriamente le pregiudiziali presentate era provenuto anche da Adriano Palozzi del gruppo misto.
Dopo la bocciatura delle questioni pregiudiziali e sospensive, i lavori sono proseguiti con il dibattito sul merito del Piano.
Primo a intervenire Angelo Tripodi della Lega, che ha ribadito quanto detto in precedenza sul fatto che il Ptpr approvato con queste modalità creerà grandi problemi ai territori. Problemi agli amministratori, agli operatori soprattutto del settore agricolo, ma anche nell’applicazione di normative come quella sull’ecobonus, ha precisato Tripodi: “Non ci sono emendamenti ostruzionistici, ma solo basati sulle esigenze delle varie categorie”.
“Qualche dubbio sulla funzione di quest’Aula” ha detto di avere Pasquale Ciacciarelli della Lega, ascoltando le parole dell’assessore; l’asserito ascolto dei soggetti interessati al piano non sembra a Ciacciarelli confermato dalla situazione che si riscontra sui territori. Il Consiglio non può vedere svilito il suo ruolo in questo modo, ha concluso Ciacciarelli.
Le vicende del piano sono state ripercorse da Marco Cacciatore, del gruppo misto, che ha detto che l’allegato 00 non priva affatto il Consiglio delle sue prerogative.
L’accordo con il ministero della Cultura era obbligatorio, mentre la fase di competenza consiliare è stata precedente e atteneva alla presentazione della proposta di accordo al ministero da parte della Giunta, quindi non ha senso parlare di un Consiglio privato delle sue prerogative, ha detto ancora Cacciatore.
Per Giuseppe Simeone di Forza Italia la partita è stata persa quando si è rinunciato nel 2014 al contenzioso. Ora la discussione è praticamente inutile, perché si è di fronte a un prendere o lasciare. Le forze produttive della regione sono stanche, ha detto ancora Simeone, dell’immobilismo in cui si è stati in questi anni, cosicché si preferisce a questo punto approvare un atto come questo che permanere nell’imobilismo. Ma questo Ptpr è una “capitolazione” della Regione nei confronti del Mibac, ha concluso il consigliere di Forza Italia.
Marietta Tidei del gruppo misto ha chiuso gli interventi della mattinata dicendo che sicuramente la sentenza procurò delusione, all’epoca, per un lavoro fatto che andava perduto; ma serve ora un grande patto tra i territori, perché nessuno può negare la grave situazione di crisi economica in cui si versa al momento. Un punto di partenza, questo atto, “che però dà sicuramente qualche certezza in più”, così ha concluso il suo intervento Tidei.
“Uno strumento indispensabile” secondo Gaia Pernarella (M5s), per la quale “il territorio ha bisogno di regole certe all’interno delle quali sviluppare le attività. Oggi siamo qui per ristablire la legalità per evitare quegli attentati al territorio a cui abbiamo assistitom in questi anni: la tutela del paesaggio torna finalmente al primo posto”.
Di “cinque mesi di immobilismo, dopo la sentenza della Corte costituzionale ” ha parlato Laura Corrotti (Lega): “Che ruolo ha il Consiglio regionale? Copianificazione vuol dire soltanto dire sì al ministero della Cultura? Non siamo obbligati ad approvare un testo che già abbiamo respinto nel 2019”.
Opinione condivisa da Daniele Giannini, anche lui della Lega, secondo il quale il testo in esame è “preconfezionato, la maggioranza ignora l’appello a rallentare che è arrivato dalle forze produttive. Bisognava aprire una riflessione. Si è preferito un approccio ideologico”.
Per Laura Cartaginese (Lega) si tratta di un Ptpr da rispedire al mittente, viste le segnalazioni avute da professionisti, enti locali, imprenditori: “Tutti i settori chiedono soltanto di poter lavorare, cosa che non hanno potuto fare per colpa di questa Giunta: è importante tutelare le bellezze che hanno fatto grande la nostra Regione, ma abbiamo bisogno di lanciare progetti che guardino al futuro”.
Si tratta di un vero e proprio diktat del ministero secondo Giancarlo Righini (FdI): “La giunta si è distinta per aver recepito questo diktat. Il risultato sono norme confuse, un provvedimento arrogante che non risponde alle esigenze dei territori, di fatto si tratta di un grande piano regolatore che esautora i Comuni. Un atto che supera addirittura leggi approvate dal Consiglio regionale”.
Sul tema della preoccupazione espressa dagli enti locali è tornato Fabrizio Ghera, di Fratelli d’Italia, secondo cui “i sindaci sono bloccati in attesa di delucidazioni e quando sarà approvata questa proposta avranno ancora più problemi. C’era tutto il tempo per ascoltare gli enti locali e fare un percorso insieme. E invece ci troviamo di fronte a un provvedimento non emendabile. Questo Ptpr sarà una spada di Damocle per tutti noi”.
Massimiliano Maselli (FdI) ha ripercorso il percorso che ha portato alla delibera in discussione oggi: “Un percorso alla conclusione del quale la Regione ha subìto la volontà del ministero. Non possiamo fare da passacarte a manovre di governo, dobbiamo invocare il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione”.
Di opposto avviso Eugenio Patanè (Pd) secondo il quale “abbiamo tentato di fare tutto quello che era nelle nostre possbilità per rispondere alle esigenze dei nostri territori, un percorso che si è schiantato contro la sentenza della Corte costituzionale: il Consiglio non può approvare unilateralmente quello che deve essere frutto di un lavoro condiviso. La Giunta, dopo la sentenza, ha fatto un lavoro di mediazione, ottenendo molti risultati, ma anche molte porte in faccia. Ora dobbiamo approvare questo Ptpr per poi migliorarlo in seguito”.
Secondo Aurigemma (FdI) “andrebbero fatte suonare le campane delle chiese a lutto per decretare la morte dell’azione politica di quest’aula consiliare, vittima di dilettanti allo sbaraglio. Oggi ci troviamo a dover votare un’intesa estorta, di cui non siamo stati protagonisti. Che senso ha oggi votare una ratifica? Non siamo stati eletti per certificare le attività che la giunta e il ministero fanno. Oggi viene scritta una pagina bruttissima nella storia di questo Consiglio”.
L’assessore Massimiliano Valeriani, nella sua replica, ha “rivendicato la chiarezza con cui abbiamo affrontato questa discussione. Il Consiglio ha due opzioni, lo ripeto: approvare o bocciare il Ptpr. La sentenza della Corte costituzionale, dobbiamo essere sinceri tra noi, definisce in maniera netta e chiara la questione. C’è una preminenza del governo nella copianificazione. A questa sentenza dobbiamo attenerci. Anche se, lo ribadisco, va modificata la norma nazionale, una norma scritta male”.
“Il tema della copianificazione esiste dal 1998 – ha proseguito Valeriani – La tutela del paesaggio, sta scritto nella Costituzione, è appannaggio esclusivo dello Stato. Dal 1998 a oggi sono passate cinque legislature, senza affrontare questo tema. Per 22 anni nessuno ha voluto affrontare il Ptpr. Abbiamo vissuto dentro una jungla. E dobbiamo rivendicare il fatto di aver avuto il coraggio di affrontare il Ptpr. Cosa sarebbe cambiato se avessimo preso più tempo? Il punto di vista del ministero è lo stesso dal 1998, di certo qualche mese in più non cambia nulla. Chi sta qui è pagato per prendersi delle responsabilità e non per rimandare all’infinito le decisioni. Dobbiamo dare certezze al territorio. Per quanto riguarda l’aggiornamento delle cartografie, non c’è una cartografia più recente di quella che abbiamo usato nel Ptpr. Abbiamo portato a casa risultati importanti nel confronto con il ministero. Siamo disponbili a discutere e ad accogliere ordini del giorno che recepiscono alcuni degli emendamenti presentati”.
Dopo la replica di Valeriani, il presidente di turno, Devid Porrello, ha aggiornato la seduta a domani, martedì 20 aprile, alle 14.30.
(ITALPRESS).

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