Nicolato “Il motore delle nazionali è il divertimento”

ROMA (ITALPRESS) – “Il bilancio di questo 2020? Più soddisfazioni che preoccupazioni, sicuramente. A maggior ragione perchè abbiamo raggiunto obiettivi in un momento così difficile e non era affatto scontato. Siamo riusciti a superare le difficoltà da grande gruppo, con grande coesione, e questo ci rende ancora più felici e soddisfatti”. Paolo Nicolato può essere fiero del suo lavoro. Nonostante il lungo stop e i tanti problemi, la sua Under 21 ha centrato la qualificazione agli Europei di categoria, che vivranno un’inedita prima fase a marzo. “Abbiamo messo in campo formazioni sempre diverse, con pochi ragazzi a fare da filo conduttore – racconta al ‘Corriere dello Sport’ – E’ stata una grande prova per tutti noi, per lo staff. Ma soprattutto per loro. Abbiamo inventato sempre qualcosa di nuovo, nelle scelte, nei moduli. E lì cogli la qualità dei ragazzi, non solo tecniche. Siamo riusciti, in questa situazione, a dare giocatori anche alla Nazionale maggiore”. Che è l’obiettivo principale. “I ragazzi saliti con Mancini non sono comprimari ma protagonisti. E’ una soddisfazione per tutti i settori della Federazione. Io spero di poter rimpinguare il numero, perchè sotto l’aspetto della continuità, della quantità, dobbiamo migliorare rispetto alle altre nazionali della nostra categoria: il travaso deve incrementarsi ancora”. Le nazionali italiane, negli ultimi anni, stanno vivendo una nuova primavera e secondo Nicolato dietro questi risultati c’è una filosofia comune. “Noi partiamo da un principio: che i giocatori vengano in Nazionale volentieri e per venire volentieri devono divertirsi, non un calcio troppo schematizzato, soffocante. Il motore di tutto deve essere il divertimento, un divertimento serio, certo. Perchè se mi diverto apprendo meglio. In Nazionale stiamo tutti prendendo quella strada lì: i ragazzi sono contenti di quello che fanno. L’altra cosa a cui crediamo molto, conseguenza di questa, è lo spirito, il modo di stare insieme, che non è stato facile in questo tempo ed è comunque più difficile in Nazionale perchè i tempi sono ridotti”. Sembra aumentato anche il minutaggio dei giovani italiani. “Ma bisogna capire quanto abbia inciso la pandemia – avverte il ct degli azzurrini – Dobbiamo investire sulla nostra mentalità di dirigenti, allenatori, di sistema, per trovare la via che aiuti i giovani come sta accadendo ora con il Covid: abbiamo visto ragazzi che erano nascosti. Non dimentichiamoci che noi consideriamo giovani ventenni o ventunenni che in Premier magari hanno già 100 presenze”. Per quanto riguarda gli Europei, le favorite “sono quelle di sempre negli ultimi anni: l’Inghilterra ha tra ’99, 2000 e 2001 un gruppo forte, la Spagna è la Spagna, il Portogallo se fa scendere tutti i ’99 è fortissimo”. E l’Italia? “Io voglio ottenere il massimo da quello che faccio e che chi sta con me faccia altrettanto. La vittoria è la conseguenza di un lavoro, non il fine. Bisogna dare tutto. E dando tutto siamo arrivati fino a qui. Poi guai a pensare che la tua storia di Nazionale ti faccia vincere. Si vince sul campo e vince uno solo. E l’idea di uno che vince e una banda di perdenti attorno, è una immagine per me dannosa”.
(ITALPRESS).

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