Nel Dna del miele i codici per salvaguardare l’ape italiana

BOLOGNA (ITALPRESS) – Conoscere e conservare la biodiversità delle api italiane e garantire qualità e tracciabilità del loro miele grazie a innovative tecniche di analisi del Dna. L’Università di Bologna festeggia la Giornata mondiale delle api con il nuovo progetto di ricerca BEE-RER-2, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato in collaborazione con le associazioni degli apicoltori e le organizzazioni apistiche regionali. Al centro del nuovo progetto BEE-RER-2 c’è la ricostruzione del genoma completo dell’ape e la messa a punto di nuovi approcci di analisi del Dna del miele, per scoprire le tracce lasciate dalle api che lo hanno prodotto. “Oggi le api sono minacciate dal cambiamento climatico e dagli agenti inquinanti, tra cui diversi fitofarmaci, che impattano negativamente sulla loro biologia. Questi fenomeni a loro volta hanno un impatto negativo sulla biodiversità e favoriscono la diffusione di patogeni e di nuovi nemici delle api”, spiega Luca Fontanesi, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna che coordina il progetto. Per rispondere a questi problemi, gli studiosi di BEE-RER-2 applicheranno nuove tecnologie di analisi del Dna che permettono di sequenziare completamente il genoma dell’ape e decodificare così la biodiversità dell’Apis mellifera ligustica, l’ape italiana. I ricercatori sono infatti riusciti a mettere a punto un metodo che permette di analizzare il genoma dell’ape attraverso le tracce del suo Dna che si ritrovano nel miele: in questo modo sarà possibile valutare la biodiversità delle popolazioni di api presenti in Emilia-Romagna.
“Il miele contiene il Dna ambientale, cioè quello che deriva da tutti gli organismi che direttamente o indirettamente sono venuti a contatto con il miele lungo il suo percorso di formazione, dal nettare delle piante fino al suo confezionamento. Queste tracce ci permettono di risalire a un gran numero di importanti informazioni che abbiamo appena iniziato a decodificare”, spiega Fontanesi. Le analisi del Dna presente nel miele permetteranno inoltre di identificare la sua origine botanica. Con un doppio obiettivo: da un lato monitorare la presenza di patogeni pericolosi per le api e dall’altro avviare un processo di valorizzazione del miele regionale. In questo modo, sarà possibile sviluppare nuovi sistemi per il controllo e la certificazione del miele italiano e contrastare il fenomeno, in preoccupante crescita, delle contraffazioni e delle frodi legate al commercio mondiale del miele.
(ITALPRESS).

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