NAPOLI CONTINUO E JUVE UTILITARIA

Osimhen Victor-Vittoria. Benvenuto in Italia. Non solo a Napoli. Benvenuto fra i pochi campioni che contribuiscono a ridare al Campionato il suo antico valore ridimensionato da un continuo, inarrestabile e truffaldino mercato delle bufale. Forse non ha nei piedi tutti i gol di Lukaku ma imparerà e finirà per superare Romelu, già distanziato per qualità di gioco, quando Spalletti o il Destino gli avranno suggerito il contropiede, dopodichè vedrete all’opera un sodale del Club dei Mostri, quello di Pogba, Cavani, Higuaìn, Dybala, Ronaldo, Ibrahimovic, Lukaku. Dimentico qualcuno? Già. Mi manca un Italiano. Immobile e Insigne a crescere, non ne “sento” altri e soffro di non avere idoli nostrani da adorare, se non un Chiesa che sta crescendo vistosamente. Almeno ci fossimo tenuti Jorginho. Quando il Napoli se ne privò protestai. Inutilmente. Ma lasciamo perdere inni e canti ai nostri santi pallonari per rendere omaggio al Napoli-squadra che sta proponendo un calcio finalmente di qualità internazionale, ahimè nella stagione in cui un tentativo di ammutinamento gli ha negato la partecipazione alla Champions. Juric, pur in ritardo, è stato castigato ieri per il fatal verdetto veronese che tagliò le ali agli azzurri. In verità, il torneo nostrano sta salendo verso livelli dimenticati non solo grazie a Aurelio il Magnifico e al suo profeta Spalletti, ma la continuità del Napoli – otto su otto da meraviglia – si distingue perchè presenta le condizioni di classifica ideali, 19 gol fatti, tre subiti. Non solo: è felicemente estraneo al dibattito perditempo fra risultatisti e estetisti perchè è una realtà indiscutibile, non da bar sport. E ancora: non è afflitto – come certi sciagurati vorrebbero – da complottismo o altre forme di sospetti che nel tempo lo hanno frenato, danneggiato, sconfitto. Spalletti non è uno che le manda a dire, è polemico la sua parte, ma a differenza del corregionale Sarri non è tipo da perdere uno scudetto…in albergo. Come fece Il Comandante Disarmato in un albergo fiorentino, spaventato da un arbitraggio ostile. Siamo ancora lontanissimi dai tempi decisivi eppure è già possibile analizzare al volo le signore del gruppo di testa che stanno per essere raggiunte dalla Signora per eccellenza, la Juve che si è offerta all’esame Mourinho nella sua nuova (chissà se provvisoria) veste suggerita da una partenza disastrosa: è una utilitaria, secondo la definizione suggerita per una virtuosa e miracolosa Panda (non quella di Spalletti…) “caratterizzata – dice il listino – da dimensioni e dotazioni essenziali, progettata per assolvere le più correnti funzioni del gioco”, purtuttavia regina del mercato. E’ troppo ricca di campioni e talenti, la Juve, per restare sottotraccia, a dieci punti dal vertice napoletano, dietro la stessa Roma cui ha inflitto una lezione di fantasiosa praticità. Allegri non ha ancora dato alla squadra la fisionomia amorosa del quinquennio tricolore ma intanto ha ridimensionato i sogni giallorossi nati con l’arrivo del Divo Mourinho che finalmente ha sentito il rumore dei nemici: nonostante avversari, commentatori, vip e meschini si affannino a lusingarlo. Gli fanno un torto. L’Allegri ritrovato deve acquisire anche l’equilibrio del Milan di Pioli che insieme al Napoli, ancorchè più timidamente, sta restituendo al campionato l’antica qualità e bellezza di quando si giocava a sedici. Ma questa è un’altra storia.

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