Messa “Ricerca per anni sottofinanziata ma oggi possibile cambiare”

ROMA (ITALPRESS) – “Molte delle scelte politiche che bisogna fare devono avere una base di dati e una consapevolezza dello stato dell’arte e del punto cui arrivare”. Così Maria Cristina Messa, ministro dell’Università e della ricerca nel corso della conferenza stampa per la presentazione dei risultati dell’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione Istruzione, Università e ricerca di Palazzo Madama sulla condizione studentesca negli atenei e sul precariato della ricerca. “Dobbiamo riuscire a migliorare il numero dei laureati e far sì che trovino un lavoro degno della propria laurea, un obiettivo importante che riguarda il mondo dell’Università, del lavoro, della politica e dell’economia. E’ importante per l’Italia perchè se cadiamo sul capitale umano, l’economia basata sulla conoscenza la faranno altri paesi e non noi. “Rispetto alla precarietà del mondo della ricerca -continua la ministra-, per anni sottofinanziata, oggi abbiamo l’opportunità per correggere e guardare a futuro in modo diverso per cui sono necessarie riforme e finanziamenti, identificare percorsi certi e che diano dignità ai ricercatori. Bisogna migliorare la collaborazione tra enti di ricerca e Università, valorizzare la figura dell’innovatore e tenere presente anche la ricerca nel privato, competitiva soprattutto a livello europeo. Va risistemato un mondo, quello della ricerca che non ha mai fatto sistema in Italia”.
Il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della Commissione e relatore dell’indagine ha spiegato che si è trattato di un lavoro avviato nel 2019, voluto sulla spinta di un’urgenza molto forte e di una consapevolezza, di quanto le sorti del nostro Paese siano legate a quelle dell’Università, del diritto allo studio e della ricerca. “Da troppo tempo nel nostro Paese c’è una questione universitaria, che con la crisi dell’ultimo anno e mezzo di pandemia si è amplificata, allargando i divari e consegnandoci un quadro drammatico di dispersione e abbandono. Una questione di sistema Paese -ha detto Verducci- perchè il futuro dell’Università è il futuro del Paese, in particolare nel tempo che viviamo segnato dalla rivoluzione tecnologica in cui diritto alla competenza e diritto al lavoro sono un unicum, in cui la conoscenza è fondamentale per la mobilità sociale, la competitività, crescita e il ruolo che il nostro Paese vuole avere nel mondo. La prima evidenza riguarda il sotto finanziamento e i tagli drammatici del 2009-2010 che ancora pesano, non sono stati recuperati e hanno configurato un sistema universitario ristretto ed escludente. Abbiamo bisogno di investimenti certi e solidi, di norme diverse, solide, che riducano i tempi e diano dignità al lavoro di chi fa ricerca. Vogliamo aprire un dibattito pubblico -conclude Verducci- e far in modo che al centro del nuovo modello di sviluppo post pandemia, il diritto allo studio, l’Università e la ricerca siano delle priorità per il bene del nostro Paese e delle nuove generazioni”. Per Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr la ricerca è fondamentale e non va lasciata indietro, “questa indagine ci dice che dobbiamo intervenire radicalmente sulla condizione universitaria e sul diritto allo studio altrimenti non raggiungeremo mai l’obiettivo di avere più laureati e quindi l’Italia rimarrà indietro. Dobbiamo uscire dalla logica del precariato affinchè i ricercatori abbiano una posizione decorosa e socialmente rispettabile” ha detto. “Negli ultimi due anni, particolari e complicati abbiamo avuto esperienza diretta di quanto sia immediata la correlazione tra investimento su strumenti diritto allo studio e l’aumento del numero degli iscritti -ha detto Luigi Leone Chiapparino, presidente Cnsu-. L’Università è la chiave di volta per la soluzione di problemi che storicamente affliggono il nostro Paese, dalla transizione ecologica, la riforma della Giustizia, della Pubblica Amministrazione e del Sistema Sanitario Nazionale. Al loro interno devono operare persone con professionalità qualificate e preparate, quindi laureate. Quello che facciamo oggi per garantire il diritto allo studio è centrale per definire quale sarà l’immagine del nostro Paese nei prossimi anni”. Per Ferruccio Resta, presidente Crui “Il tema dell’accessibilità allo studio è solo un punto di partenza, serve qualità, ambienti adatti, strumenti e un buon rapporto docente-studente. Un investimento culturale e che avvii all’occupazione. Stessa cosa vale per i ricercatori, ai quali bisogna garantire qualità di vita per poter lavorare bene”. Antonio Vicino, presidente Cun ha sottolineato il legame tra precariato e condizione studentesca. Per Antonio Zoccoli, presidente della Consulta enti pubblici di ricerca “Troppo spesso ci si dimentica del ruolo fondamentale della ricerca. Un mondo che possiamo migliorare accorciando i percorsi, con un reclutamento programmato e i tempi tra il dottorato e una posizione a tempo indeterminato per sconfiggere il precariato”.
(ITALPRESS).

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