MEMORIA, POSATE A BOLOGNA LE PRIME PIETRE D’INCIAMPO

“Stiamo costruendo un percorso da fare insieme per continuare a coltivare i luoghi della memoria della nostra città che allora ha lasciato, nell’indifferenza, che dei bolognesi venissero strappati dalle loro case. Oggi questo non deve piú succedere”. Il sindaco di Bologna Virginio Merola si é commosso mentre ha parlato a tanti cittadini e agli studenti, dopo che l’artista Gunter Demnig ha posato davanti alle abitazioni di alcune vittime bolognesi delle persecuzioni naziste e fasciste le prime 15 pietre d’inciampo a Bologna. “Il testimone passa a voi ragazzi – ha aggiunto il sindaco rivolgendosi agli studenti presenti -. Dovete ascoltare la verità della storia e la verità della vostra coscienza. Fate una foto alle pietre d’inciampo e quando qualcuno nega le verità storiche non insultatelo, ma fategli vedere queste foto. La violenza e l’odio in una repubblica democratica come la nostra non sono ammissibili mai, neanche in risposta a un sopruso o a un presunto sopruso. E colgo l’occasione per ribadire che a Bologna non sono gradite manifestazioni neofasciste”.
“Il nostro é un divieto simbolico perché di queste cose si occuperà la Prefettura, ma ugualmente molto forte. Un conto é la libertà di espressione, un altro la propaganda di un’ideologia bandita dalla nostra Costituzione”, ha sottolineato il sindaco.
Gunter Demnig che ha già posato 75 mila pietre d’inciampo nel mondo. “Non voglio fermarmi qua”, ha detto l’artista. “È un percorso emozionante perché – ha spiegato il presidente della comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz – ci avvicina a quei luoghi dai quali le persone sono state sottratte alla loro quotidianità. Oggi tutto questo non deve più succedere. Queste pietre ci insegnano a non essere indifferenti”. Anche il cardinale Matteo Maria Zuppi che non ha potuto essere presente ha mandato un suo messaggio: “Queste pietre devono far inciampare l’indifferenza. Quando viene colpita una persona, un ebreo – ha scritto – non è un suo problema, é un nostro problema, un problema di tutta la comunità. E dobbiamo fare in modo che quello che è successo non si ripeta”.
(ITALPRESS).

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