Mantegazza “L’agroalimentare può trainare il rilancio del Paese”

ROMA (ITALPRESS) – “Tutto sommato la filiera agroalimentare ha retto meglio di altre la sfida con il Covid e oggi si appresta a essere una protagonista nel rilancio del nostro Paese perché la qualità del cibo italiano è sicuramente amata dai nostri concittadini e giorno per giorno è sempre più apprezzata all’estero”. Così Stefano Mantegazza, segretario generale Uila, l’Unione italiana dei lavori agroalimentari, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia di Stampa Italpress.
Per Mantegazza “lavoratrici e lavoratori del settore hanno compiuto uno sforzo straordinario durante la pandemia”. “La filiera – ha ricordato – ha subito meno danni di altre del nostro sistema produttivo che invece sono rimaste completamente chiuse”.
Il segretario generale Uila ha anche illustrato alcune richieste avanzate al governo. “Siamo in trattative con il governo ormai da diversi giorni”, ha detto.
“Abbiamo presentato una piattaforma – ha spiegato – perché, nonostante tutto, i lavoratori agricoli nel 2020 hanno lavorato meno rispetto al 2019 ed è giusto che siano oggetto di un sostegno. La trattativa è in corso: abbiamo avuto incontri importanti con il ministro dell’agricoltura e il ministro del lavoro. Ci aspettiamo che nel decreto Sostegni bis – ha continuato – ci sia questa attenzione nei confronti dei lavoratori agricoli stagionali attraverso il riconoscimento di un bonus per questa categoria, sono circa 660 mila i possibili aventi diritto. Poi abbiamo chiesto al ministro Orlando un tavolo specifico sul tema degli ammortizzatori sociali”, ha aggiunto, spiegando di avere “avuto garanzie”. “Ci auguriamo – ha affermato – che si trasformino in realtà nei prossimi giorni”.
In tema di risorse in arrivo dall’Europa, per Mantegazza “la sfida che il Paese ha di fronte è molto complessa perché a fianco degli investimenti dobbiamo fare riforme che la stessa Europa ci chiede e che noi sottolineiamo da tempo”, ha aggiunto elencandone alcune come quella fiscale, quella della giustizia civile, degli ammortizzatori sociali e delle pensioni.
“In questa opportunità di investimenti – ha continuato – c’è un ruolo fondamentale per il settore agroalimentare, in primo luogo sul versante del sistema della gestione delle acque”. Poi c’è anche “l’energia rinnovabile che riguarda direttamente il nostro settore – ha spiegato -, soprattutto per il tema delle biomasse, quindi i residui delle produzioni agricole o da forestazione”. E c’è anche “il tema della digitalizzazione del settore agricolo e alimentare”. Inoltre, secondo il segretario generale Uila, c’è la questione “della formazione”. “Sicuramente – ha detto – per gli imprenditori ma di sicuro per i lavoratori dipendenti. Rischiamo, per assurdo, di avere macchine nuove fiammanti ma non avere i piloti e i meccanici. È un tema di cui il Paese si dovrebbe occupare, secondo me lo fa male e con grande ritardo”. Per Mantegazza “una delle scelte” da fare è “potenziare l’offerta degli Its”.
“Nel settore agroalimentare italiano – ha poi spiegato – lavorano un milione e mezzo di persone. In quello agricolo siamo intorno ai 900 mila operai stagionali. Di questi, un terzo sono formati da manodopera straniera. Una parte di questa è manodopera stabile, poi c’è una quota di lavoratori che vengono annualmente nel nostro paese per svolgere soprattutto attività di raccolta. In questo si verificano anche alcune contraddizioni, sicuramente perché è un lavoro molto pesante e breve, poi perché a volte rischia di essere mal pagato. L’insieme di queste condizioni fa sì che il mercato del lavoro sia difficile su questo fronte”.
Per Mantegazza l’idea dell’ex ministra Teresa Bellanova sui lavoratori agricoli è stata “un flop”. “Noi – ha evidenziato – lo abbiamo detto subito, abbiamo anche suggerito al ministro di fare scelte diverse. Il flop della legge voluta da Bellanova – ha affermato – ha un motivo: a fare emergere il lavoratore doveva essere l’azienda”. “L’Italia, sul versante del contrasto al caporalato, ha quella che viene considerata in Europa – ha sottolineato – la migliore legge, n.199 del 2016, che è nata da un progetto del sindacato di categoria e, come spesso capita, è applicata solo in parte”.
Anche in tema di sicurezza sul lavoro il Paese “ha leggi molto avanzate rispetto ai partner europei”. “Anno su anno – ha evidenziato – gli infortuni, soprattutto quelli mortali, nel nostro paese sono diminuiti. Ciò non toglie che tre infortuni mortali al giorno rappresentano comunque un dato da brivido. Sicuramente una scelta è incrementare il numero degli addetti ai controlli della sicurezza”. Inoltre, secondo il segretario della Uila, tra le altre cose, “premiare di più, per esempio, in termini di riduzioni contributive le aziende che investono di più in sicurezza è una modalità per incentivare l’imprenditore. L’Italia rispetto all’Europa ha fatto buoni passi in avanti grazie soprattutto all’opera del sindacato ma – ha concluso – la strada da fare è ancora lunga e purtroppo tutta in salita”.
(ITALPRESS).

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