Malta, due sacerdoti accusati di violenza su chierichetto

GOZO (ITALPRESS) – Due sacerdoti di Xaghra, Gozo, si sono dichiarati non colpevoli di aver abusato sessualmente di un ex chierichetto che adesso vive in Italia, dopo aver dovuto lasciare Gozo. Mercoledì i due uomini sono stati chiamati in giudizio davanti a un tribunale di Gozo. J.S., 84 anni, che prestava servizio nelle parrocchie a Xaghra e all’estero, è stato accusato di aver abusato di un minore e di trattenerlo contro la sua volontà. Il presunto abuso è avvenuto tra il 2003 e il 2005. J.C., 70 anni, è stato accusato invece di aver circuito e violentato un minore. J.S. è stata il prima ad essere chiamato in giudizio davanti al magistrato Monica Vella mercoledì. La vittima aveva circa 8 anni all’epoca. L’uomo ha detto che J.S. lo avrebbe abusato regolarmente per un periodo che andava dai dodici ai diciotto mesi. La violenza è avvenuto nella sala parrocchiale, in sacrestia o in confessionale. Il testimone ha detto alla corte di aver denunciato l’abuso due anni fa a padre Anton Theuma che ora è il vescovo di Gozo. Padre Teuma aveva consigliato alla vittima di denunciare la questione alla Commissione di Salvaguardia della Chiesa. La vittima ha fornito alla commissione i nomi delle altre presunte vittime.
La presunta vittima ha detto alla corte che ha continuato a servire come chierichetto fino all’età di 15 anni. Ha raccontato come l’abuso abbia portato alla depressione. La vittima ha detto che si sentiva sporco e ha iniziato a fare uso di droghe nella sua prima adolescenza. E di aver tentato il suicidio all’età di 18 anni. Anche l’altro sacerdote, J.C., si è dichiarato non colpevole di aver circuito un minore e violentato un bambino. La vittima ha detto al tribunale che J.C. lo aveva attirato a casa sua. Ha dettagliato gli abusi subiti e ha raccontato come si fosse imposto un giorno su di lui. La vittima ha detto al tribunale che J.C. gli avrebbe dato dei soldi dopo averlo violentato. Il giorno dello stupro, il presunto aggressore gli ha dato 5 Lire Maltesi (11,65 euro). L’accusa ha detto alla corte che entrambi gli accusati erano a conoscenza di essere sotto inchiesta con J.S. che avrebbe inviato alla vittima una lettera all’inizio di questo mese esortandola a ritirare le accuse. J.S. avrebbe inviato un sms a un altro testimone del caso. L’accusa ha sottolineato che saranno portati più testimoni a testimoniare.
Il tribunale ha respinto la richiesta di libertà provvisoria dopo che l’accusa si era opposta. Il caso è aggiornato al 1° febbraio.
(ITALPRESS).

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