LORO, PAOLO SORRENTINO “NO FILM IDEOLOGICO”

La seconda parte di Loro uscirà il 10 maggio e nell’attesa Paolo Sorrentino con al seguito il cast al completo, il produttore Nicola Giuliano ed il co-sceneggiatore Umberto Contarello, presenta il progetto e la sua genesi. “Il gioco del chi è sarà anche legittimo ma è un po’ da rotocalco e non ha tanto senso farlo visto che nel film ci sono i personaggi reali con i loro nomi e gli altri se non hanno i nomi reali è perché non sono quelli a cui si fa riferimento” precisa Sorrentino e aggiunge: “Il personaggio di Fabrizio Bentivoglio non è l’ex ministro Sandro Bondi e Kira interpretata da Kasia Smutniak non è Sabina Began”. Loro è un film che si schiera politicamente? “Sarebbe stato stupido fare un film schierato e ideologico e sarebbe stato fuori tempo massimo – dice il regista  – Quello che non era così puntualizzato era la dimensione dei sentimenti che stavano dietro l’uomo politico”. E a proposito di personaggi reali e la loro versione cinematografica, la parola a Elena Sofia Ricci – Veronica Lario: “Io faccio fatica a parlare di un personaggio reale di cui ho letto la biografia per prepararmi – racconta l’attrice – quando ho letto la sceneggiatura che Paolo aveva scritto ho notato cose riferibili a tutte noi donne: il tema del disincanto, della fine di un amore importante, del vedersi sfiorire. Mi sono fatta guidare come una danzatrice di tango da Paolo ed è stato facilissimo recitare con Tony che è un gigante”.

Servillo, ormai immancabile in ogni lavoro sorrentiniano elogia il suo regista e l’operazione Loro: “Ho avuto la fortuna di fare Il Divo con Paolo e posso mettere a confronto l’uno e l’altro, interpretando in entrambi i casi un personaggio reale e politico. Il Divo era un personaggio divo, qualifica da imperatori romani, un personaggio che si muoveva totalmente nei palazzi della politica con una introversione che alimentava il mistero. Qui invece siamo di fronte a un divo necessariamente estroverso, che si pone al centro della scena politica con una estroversione che ne fa quasi un personaggio da cinema, qualcuno che con la sua presenza occupa in maniera ossessiva l’interiorità di chi tenta affannosamente di imitare con le azioni il modello senza riuscirci e questa è una cosa che mi interessava al di là dell’interpretazione”. “È sicuramente una storia d’amore – dice il regista – quando concepimmo il film con Umberto Contarello ci era sembrato che una delle chiavi di accesso al personaggio, il punto di partenza potesse essere proprio la storia d’amore”. Sorrentino infine chiarisce il suo sguardo sul film: “Il mio sguardo sta nella tenerezza. Un film e un libro possono essere avamposto della comprensione di qualcosa e bisogna provare il perché delle cose, di comportamenti che non ci piacciono o sono moralmente discutibili”.

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