Libri, Enrica Roddolo racconta “Filippo and the Queen”

Un principe nato senza più un regno, carico di titoli, cresciuto vagabondo tra Francia e Regno Unito. Un cugino di Elisabetta (la madre era nata a Windsor nel 1885 sotto gli occhi della regina Vittoria) che della principessa poi regina nel 1952, è stato l’amore di una vita. Una roccia, un baluardo, un’ancora. Una vita al fianco della regina, sul trono più ammirato e osservato al mondo. Ma anche una famiglia costretta a lasciare la Grecia, una madre fragile, e il desiderio di lasciare il segno. La seconda guerra mondiale, la carriera in Marina e da principe consorte l’ambizione di trovare un ruolo, un’utilità per il Paese e la sua Elisabetta. Così Filippo scomparso a Windsor ieri 9 aprile e che adesso Londra si prepara a ricordare, è stato il protagonista di un’avventura umana – la sua, a Buckingham Palace – intensa e ricca di colpi di scena. Un’avventura che Enrica Roddolo, firma del Corriere della Sera, autrice di molti saggi storici sui Windsor, adesso ripercorre con interviste esclusive, fonti di prima mano e risvolti inediti, nel nuovo libro “Filippo and the Queen” in uscita ad aprile per Cairo Libri. Nel 2020 aveva mandato in libreria “I Segreti di Buckingham Palace”, tre edizioni in pochi mesi. “La conferma che c’è oggi curiosità per personalità forti, come quella della regina ma anche del principe Filippo capaci di affrontare il mondo con coraggio, costanza e resilienza: una vita avventurosa degna di un romanzo di James Bond. E la sua second opinion, il suo parere senza veli e senza remore, al quale sempre la regina si è affidata in questi anni, mancherà adesso alla sovrana immensamente”, spiega Roddolo. E continua: “Una cosa la pandemia ha concesso a Filippo e alla sua regina di riprendersi la loro privacy e la loro vita chiusi per mesi – in solitudine – nel castello di Windsor. Con una lunga parentesi a due, a Sandringham, nell’autunno 2020. Era dai tempi di Malta, quando vissero il periodo più spensierato del loro rapporto di coppia, che non trascorrevano tanti mesi assieme, e da soli. Un regalo insperato al tramonto della vita, un’ultima luna di miele, prima della fine ”. Raccontare Filippo ed Elisabetta che hanno attraversato la pandemia – chiusi nella bolla distanziata di Windsor finché il destino non ha rubato al duca di Edimburgo il traguardo del secolo tondo di vita – “è raccontare la resilienza, il senso del dovere, la determinazione di tante coppie, come la loro, che hanno affrontato questo tempo lontane dagli affetti della famiglia. Chiuse non in un palazzo, ma in una casa, eppure egualmente determinate a resistere alle avversità. Di certo Filippo – dal 2017 ritiratosi a vita privata, giorni spesso trascorsi a Wood Farm nella tenuta di Sandringham scrivendo, dipingendo e dedicandosi a qualche giro per il parco sul calesse – non ha mai amato perdersi troppo in festeggiamenti, lui era uomo d’azione, “he is a dynamo” disse la cugina Patricia Mountbatten. Un principe con energia e voglia di modernizzare la Corona del quale adesso il mondo già sente nostalgia”.
(ITALPRESS).

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