Le Ong denunciano una carestia di massa a Gaza. 31 morti negli ultimi raid israeliani

ROMA (ITALPRESS) – Oltre un centinaio di organizzazioni umanitarie hanno lanciato l’allarme per una “carestia di massa” che si sta diffondendo nella Striscia di Gaza. “Mentre l’assedio imposto dal governo israeliano affama la popolazione della Striscia di Gaza, anche le operatrici e gli operatori umanitari si trovano costretti a mettersi in fila per il cibo, rischiando di essere colpiti pur di sfamare le loro stesse famiglie. Con le scorte ormai completamente esaurite, le organizzazioni umanitarie vedono le proprie squadre e collaboratori deperire giorno dopo giorno”, si legge in una dichiarazione congiunta di 109 ong, tra cui Amnesty International, Action Aid e Medici senza frontiere. Le Ong chiedono ai governi di agire e “aprire tutti i valichi di frontiera via terra; ripristinare il flusso completo di cibo, acqua potabile, forniture mediche, materiali per ripararsi e carburante attraverso un sistema fondato sui principi umanitari e guidato dalle Nazioni Unite; porre fine all’assedio e raggiungere subito un cessate il fuoco”.

Le Ong affermano che “i massacri nei siti di distribuzione alimentare a Gaza si verificano quasi quotidianamente. A partire dal 13 luglio, l’Onu ha confermato che 875 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano cibo, 201 sul percorso per gli aiuti e il resto nei punti di distribuzione. Migliaia di altre persone sono rimaste ferite”. “Nel frattempo, le forze israeliane hanno sfollato con la forza quasi due milioni di palestinesi esausti con l’ordine di evacuazione del 20 luglio scorso, confinando i palestinesi in meno del 12% di Gaza”, aggiungono le Ong. Le organizzazioni sottolineando che “appena fuori Gaza, nei magazzini, e persino all’interno della stessa Gaza, tonnellate di cibo, acqua potabile, forniture mediche, tende e carburante sono intonsi e le organizzazioni umanitarie sono bloccate dall’accesso o dalla consegna”. “Le restrizioni e i ritardi (à) hanno creato caos, fame e morte”, affermano le Ong. I medici parlano di tassi record di malnutrizione acuta, specialmente tra i bambini e gli anziani, riportano le Ong, affermando che “malattie come la diarrea acuta si stanno diffondendo, i mercati sono vuoti, i rifiuti si stanno accumulando e gli adulti stanno svenendo per le strade per la fame e la disidratazione“. A Gaza vengono consegnati “in media solo 28 camion al giorno, tutt’altro che sufficienti per oltre due milioni di persone”, proseguono le Ong. Infine, le organizzazioni rispondono alle dichiarazioni dell’esercito israeliano affermando che “il sistema umanitario guidato dalle Nazioni Unite non ha fallito, gli è stato impedito di funzionare”.

31 MORTI DALL’ALBA

Almeno 31 palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti dagli attacchi israeliani in diverse zone della Striscia di Gaza dall’alba di oggi. Lo riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa citando fonti sanitarie, secondo cui i caccia da combattimento israeliani hanno condotto un attacco aereo su un punto di raccolta per sfollati vicino a un centro di distribuzione alimentare nell’area di Wadi Gaza, nella Striscia di Gaza centrale, uccidendo quattro persone.

A Bani Suheila, a est di Khan Younis, tre palestinesi sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti in seguito a un attacco aereo su un gruppo di civili. Nella città meridionale di Rafah, due persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite dai colpi israeliani vicino al centro di assistenza Shakoush. Un altro palestinese è deceduto per le ferite causate da un attacco di droni israeliani nella zona di Umm Zohair, a sud-est di Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. In un altro attacco, le forze israeliane hanno sparato e ucciso un uomo fuori dalla sua abitazione in Street 20 nel campo profughi di Nuseirat, prosegue Wafa.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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