LAUREA HONORIS CAUSA ALL’ATTORE FABRIZIO GIFUNI

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha conferito all’attore Fabrizio Gifuni la Laurea Magistrale Honoris Causa in Letteratura Italiana, Filologia Moderna e Linguistica “per l’alto profilo artistico del candidato – un apprezzato attore che ha spesso collaborato con la Macroarea di Lettere, particolarmente noto per i suoi lavori su Gadda e Pasolini”.

La cerimonia, presieduta dal Rettore Giuseppe Novelli, si è tenuta presso l’aula Moscati della Macroarea di Lettere e Filosofia. La Laurea Honoris Causa vuole riconoscere la dedizione dell’attore Fabrizio Gifuni che ha nel tempo svolto “una ricerca complessivamente caratterizzata da un ostinato studio dei testi, dalla curiosità verso nuove forme di drammaturgia teatrale e da una dedizione verso una dimensione performativa totale. Una sorta di riscrittura, attraverso il corpo, di testi importanti o dimenticati pronti ad essere illuminati e condivisi secondo varie e inaspettate prospettive”.

Gifuni ha tenuto una Lectio Magistralis dal titolo: “La voce umana è un miracolo: il corpo della scrittura, dalla letteratura al teatro”, intraprendendo un percorso di letture e commenti di alcuni grandi testi del nostro Novecento. “Il libro – ha spiuegato l’attore – si trasforma in un luminoso oggetto transitorio, come se le parole si staccassero dalla dimensione orizzontale della pagina, in cui sono occasionalmente depositate, per rimettersi in verticale: passando dal corpo dello scrittore da cui provengono al corpo di scena, fino ad arrivare a quello degli spettatori”.

In più di vent’anni il lavoro di Gifuni ha dato luogo a un originale percorso culturale e creativo che ha visto l’affermarsi della sua poliedricità come attore in teatro, televisione, radio e cinema. Figlio del segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni, nel 1992 si diploma all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e l’anno successivo debutta in teatro nell’“Elettra” di Euripide, diretto da Massimo Castri. Al lavoro di attore-autore in teatro ha affiancato quello di “interprete puro” al cinema e in televisione.

È ideatore e interprete di numerosi lavori fra i quali il progetto Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione (Premio Ubu nel 2010 come miglior spettacolo e miglior attore dell’anno per L’Ingegner Gadda va alla guerra) con la regia di Giuseppe Bertolucci. Dante, Manzoni, Pavese, Testori, Camus, Cortazar e Bolano sono stati negli anni alcuni fra i suoi banchi di prova. Nelle ultime stagioni è stato protagonista al Piccolo di Milano, della Lehman Trilogy – ultimo capolavoro di Luca Ronconi – e di Freud ovvero l’interpretazione dei sogni, per la regia di Federico Tiezzi.

Al cinema e in televisione è stato diretto, fra gli altri, da Gianni Amelio, Marco Tullio Giordana, Liliana Cavani, Edoardo Winspeare, Paolo Virzì, Paolo Franchi, Marco Bellocchio e Daniele Vicari. Rivelazione europea al Festival di Berlino e Globo d’oro della stampa estera nel 2002, due volte Nastro d’Argento (2003 e 2014), Premio Gianmaria Volontè nel 2012.

Nel 2014 riceve il David di Donatello per il film Il capitale umano e il Premio Napoli per la Cultura italiana. Negli ultimi dieci anni l’attore ha intrapreso un lavoro di confronto con istituzioni culturali, scuole e università, in Italia e all’estero, convinto che il lavoro dell’attore, oggi più che mai, possa e debba confrontarsi con un’idea di comunità sempre più ampia. Il 12 ottobre 2015, presso l’Auditorium Ennio Morricone del nostro Ateneo, Gifuni ha tenuto una lezione-spettacolo intitolata “Fabrizio Gifuni racconta Pierpaolo Pasolini, in occasione dei 40 anni della sua morte”. Diverse le lezioni tenute oltre a “Tor Vergata” nelle università La Sapienza, Lumsa di Roma e Harvard University.

“La potenza della cultura, il tipo di riconoscimento a personalità come Fabrizio Gifuni ci permettono di dimostrare la forza delle università nell’innovazione sociale”, così il rettore dell’Università di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, dopo aver consegnato la Laurea Honoris Causa all’attore e studioso Fabrizio Gifuni. “Questa è innovazione sociale – ha aggiunto – perché, dopo aver ascoltato la Lectio Magistralis bellissima, con una interpretazione stupenda della voce, davanti agli studenti e professori, la potenza della voce ha dimostrato che la parola è fondamentale al di là di tutte le cose. Possiamo essere anche tecnologicamente avanzati o straordinariamente forti ma senza la parola non andiamo da nessuna parte. Nessuna voce di robot può sostituire la parola del dell’essere umano”.

“È una grande emozione perché è un riconoscimento inaspettato, un riconoscimento inusuale per il lavoro che faccio, quello di attore, che negli ultimi 15 vent’anni si è accompagnato molto a quello di ricerca sulla lingua italiana, su alcuni grandi autori della letteratura italiana. Nasce da un principio di piacere, quello di aver lavorato su Gadda, Pasolini, Testori”, così l’attore drammaturgo e studioso Fabrizio Gifuni al termine della cerimonia di consegna della Laurea Honoris Causa in Letteratura Italiana, Filologia moderna e linguistica, da parte dell’Università Tor Vergata di Roma.

“Sono molto contento del riconoscimento dell’Università di Tor Vergata per tutto il lavoro fatto. La presenza delle 1000 lingue che abitano questa grande lingua italiana è una delle questioni centrali – ha spiegato Gifuni che ha tenuto una Lectio Magistralis “La voce umana è un miracolo: il corpo della scrittura dalla letteratura al teatro” -. Tutti sappiamo istintivamente che facendo riferimento al nostro dialetto, alle nostre origini, alla nostra carne, al nostro sangue, abbiamo un tipo di espressività molto più diretta e immediata. Però dobbiamo fare i conti con questa lingua. Come si tengono insieme i dialetti e lingue alte? Chi ha a che fare con l’italiano deve continuamente, ogni giorno, rinnovare questo sforzo e trovare il modo di trovare una sintesi”.

“Non possiamo parlare solo dialetto – ha sottolineato l’attore – , ma non possiamo neanche parlare solo con una lingua alta da cui ci sentiamo distanti. E allora trovare ogni giorno, come faceva quel genio assoluto di Gadda, la compresenza di una sintesi, unire l’alto al basso, i dialetti alla lingua dotta. Un lavoro che ognuno di noi deve fare continuamente dentro e fuori la scena, altrimenti non sappiamo che lingua parliamo e finiamo per non sapere cosa pensiamo, perché il nostro pensiero si articola anche grazie a una lingua”.

“Quindi – ha concluso Gifuni – tutto questo è straordinariamente utile non solo per il mio lavoro non soltanto per il piacere di chi legge questi testi, ma per ogni persona. Bisogna cercare di capovolgere, di riportare L’idea di studio di sapere, di conoscenza della cultura e dell’arte nella loro sede naturale: quella dell’emancipazione degli uomini. È stata fatta passare l’idea che la cultura, lo studio, l’arte, il sapere siano un ozioso passatempo a cui guardare prima con un pò di sospetto e adesso con palese ostilità. Ognuno di noi deve raddrizzare la schiena e tornare a rimettere al centro questo ruolo: la cultura è emancipazione dei popoli”.

 

 

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