KLOPP E POCHETTINO “PRONTI A GIOCARCELA”

Ironico come sempre, concentrato e a tratti anche spigoloso. L’etichetta da tecnico sfortunato non gli piace, non può piacergli e domani avrà un motivo in più per cercare di regalare la Champions League a se stesso e al suo Liverpool. Detto che “non ci sono favoriti”, che con il Tottenham “le sfide sono sempre state combattute” e che entrambe “hanno meritato di arrivare in finale”, nella conferenza stampa della vigilia, il tecnico tedesco viene bombardato dalle domande sulle sei finali perse in carriera tra Borussia Dortmund e Liverpool. “Ogni finale è diversa, se conoscessi il motivo delle finali che ho perso ci sarebbe da preoccuparsi. L’anno scorso ho subito tre reti molto strane, un gol dell’anno con una rovesciata da 18 metri (bale, ndr) e gli altri due incredibili (due papere di Karius, ndr), ma succede, bisogna accettare il risultato e andare a casa – spiega il tecnico dei “reds” -. Sono qui da quattro anni e abbiamo imparato molto, ma non dalla partita con il Real, perchè siamo una squadra completamente diversa da quella dell’anno scorso. Per noi la finale dell’anno scorso è stato un punto di ripartenza”.
“Abbiamo un anno di più di esperienza e giocatori come Trent hanno più di 50 partite nelle gambe. L’anno scorso in finale i ragazzi hanno fatto bene e creato occasioni. Siamo arrivati in finale un po’ a sorpresa e non eravamo così costanti come lo siamo adesso”, ha aggiunto Jurgen Klopp che non vuole sentir parlare di carriera sfortunata. “Sicuramente no, dal 2012, fatta eccezione per il 2017, con le mie squadre sono sempre arrivato in finale. Ho il record di vittorie in semifinale, ma se dovessi scrivere un libro su come si vincono le semifinali nessuno lo comprerebbe – scherza Klopp -. Sono una persona normale, se dovessi pensare che sono io il motivo delle finali perse mi vedrei come un perdente e sarebbe un problema per tutta la squadra, ovviamente non è così, il fatto è che all’esterno si giudica dopo il risultato e in base a quello si decide se si è un perdente o un vincente. Se sono arrivato in finale vuol dire che qualche partita l’ho vinta, nella vita ci sono momenti fortunati e meno fortunati, nelle finali spesso non lo sono stato, ma io penso a lavorare per dare il meglio, di sicuro non penso di avere avuto una carriera sfortunata”.
Domani dovrebbe riavere a disposizione Firmino, al rientro dopo un lungo infortunio. “E’ pronto dal punto di vista della condiziuone, ma per la formazione esatta meglio lasciare qualche punto interrogativo, non so se giocherà dal primo minuto o a partita in corso”, spiega Klopp amatissimo dal popolo dei “reds”, un amore totalemte ricambiato. “Il Liverpool è un club fantastico e ci siamo innamorati a vicenda. È normale che sia così felice, non spreco tempo a preoccuparmi prima di una partita”. Di fronte una squadra e un tecnico ben conosciuti dai “reds”. “Siamo pronti e cercheremo di giocare una grande gara contro una grande squadra. Ho molto rispetto per il lavoro di Pochettino, che ha migliorato la sua squadra in maniera incredibile. Ci aspetta una grande partita. Sento il supporto di famiglia e amici, cercherò di dare loro un motivo per fare festa”.

Quella di domani è la partita più importante della sua carriera, ma potrebbe anche essere l’ultima sulla panchina del Tottenham. Si parla di Juventus, si fanno i nomi di altri club, ma non è il momento di parlare del suo futuro, non è nei pensieri di Mauricio Pochettino e non può esserlo alla vigilia di una finale di Champions League. Aver portato il Tottenham a Madrid è già un grandissimo risultato, nessuno se lo aspettava, ma non ci si può fermare qui, c’è voglia di continuare a stupire. “Il nostro è stato un percorso incredibile, c’è piaciuto tantissimo e ce lo siamo goduti – spiega il tecnico argentino in conferenza stampa -, ma ora siamo concentrati sulla partita di domani. Voglio dire, però, che sono orgoglioso già adesso dei miei ragazzi, incredibilmente aperti al lavoro e pronti ad accettare ogni proposta, ci siamo allenati bene, domani sarà fondamentale correre e godersi la partita”. Di fronte un Liverpool che ha disputato una stagione straordinaria e che ha almeno in parte i favori del pronostico e l’impressione è che a Pochettino vada bene così.
“Ci conosciamo molto bene, c’è l’ambizione di vincere perchè una volta che arrivi fino in fondo vuoi portare a casa la coppa – spiega il tecnico degli Spurs in conferenza stampa -. Abbiamo grande rispetto per una grande squadra come il Liverpool, la migliore d’Inghilterra insieme al City. L’anno scorso loro sono arrivati in finale, si sono ripetuti anche quest’anno e meritano ogni elogio, Klopp è un allenatore incredibile, ci sono giocatori fantastici in un club grandioso e storico, ma noi dobbiamo andare in campo per vincere e scrivere la storia, sappiamo cosa dobbiamo fare”. Pochettino sa anche chi manderà in campo, ma non può e non vuole dirlo. Kane è recuperato, ma non gioca da tempo e potrebbe partire dalla panchina, l’argentino, però, non si sbilancia. “I giocatori non conoscono l’11 iniziale, c’è ancora un allenamento e poi decideremo. Non sarà semplice prendere una decisione per la formazione di domani, ma non lo è stato anche nelle sfide precedenti. É sempre difficile, certe scelte sono anche dolorose perchè non è mai bello lasciare fuori qualche giocatore”.
Un argomento che Pochettino tiene in grande considerazione, è stato calciatore e sa cosa si prova a rimanere fuori soprattutto in grandi appuntamenti come quelli di domani. “Per questo ho chiesto alla Uefa di fare entrare tutti i giocatori in campo per fare le foto prima della partita, è un esempio significativo e positivo dal punto di vista del fair play, è un modo per esaltare i valori del calcio che è uno sport collettivo, dove tutti sono importanti dal primo al 25esimo giocatore, anche soltanto nel trasmettere energie al compagno”. Per Pochettino è importante cercare di ridurre al minimo le pressioni. “Un’amichevole e una finale di Champions League si preparano in modo differente, la concentrazione è totalmente diversa”. Detto questo, però, il tecnico degli “spurs” assicura: “Siamo pronti a divertirci. Dovremo essere determinati a lottare gli uni per gli altri. Ci conosciamo bene e abbiamo fiducia nelle nostre qualità. La cosa più importante sarà sentirci liberi. Giocare come quando eravamo bambini e sentivamo tutta la libertà del mondo. La chiave sarà non pensare al fatto che un milione di persone ci staranno guardando”.
(ITALPRESS)

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