Correre senza fermarsi sembra un traguardo irraggiungibile per chi si avvicina al running o per chi, dopo un infortunio, teme di ricominciare. Il Jeffing è una strategia che trasforma la corsa in un’attività più accessibile, alternando intervalli di corsa e camminata. Ideato dall’ex maratoneta Jeff Galloway, questo approccio non è solo un ripiego per principianti: molti runner esperti lo utilizzano per migliorare la resistenza, ridurre i rischi di infortunio e concludere gare con maggiore energia. Scopri come funziona e perché può diventare la tua chiave per correre più a lungo e con meno fatica.
Che cos’è il Jeffing
Il Jeffing prende il nome da Jeff Galloway, atleta olimpico e coach che ha reso popolare la tecnica run-walk-run. Il principio è semplice: alternare brevi tratti di corsa a periodi programmati di camminata. Ad esempio, si può correre per 3 minuti e camminare per 1 minuto, ripetendo questo schema per tutta la distanza. Questa alternanza permette ai muscoli di recuperare parzialmente durante la camminata, mantenendo una frequenza cardiaca adeguata e contenendo lo sforzo complessivo. Molti lo considerano un modo efficace per aumentare la durata degli allenamenti senza accumulare eccessiva stanchezza.
I benefici per il corpo e la mente
Tra i principali vantaggi del Jeffing spicca la riduzione dell’impatto articolare, un elemento cruciale per chi soffre di dolori alle ginocchia o alla schiena. La pausa attiva della camminata consente di abbassare la frequenza cardiaca e di evitare il picco di fatica che spesso porta a interrompere la corsa. Dal punto di vista psicologico, il metodo aiuta a gestire meglio la distanza: sapere che dopo pochi minuti si potrà camminare riduce l’ansia da prestazione e favorisce una maggiore costanza. Non è un caso che molti utilizzino il Jeffing per affrontare le maratone con un atteggiamento più sereno.
Come iniziare con la tecnica run-walk-run
Per cominciare, è importante definire l’intervallo giusto in base al livello di forma fisica. Chi è alle prime armi può alternare 1 minuto di corsa e 1 di camminata. Con l’aumentare della resistenza, si potrà estendere la fase di corsa a 3 o 4 minuti e mantenere il recupero attivo di 1 minuto. È utile utilizzare un cronometro o un’app per gestire le tempistiche e concentrarsi sul ritmo. Durante la camminata, il passo deve rimanere energico: non si tratta di fermarsi, ma di continuare a muoversi per evitare un calo improvviso della temperatura muscolare.
Quando il Jeffing è particolarmente indicato
Il metodo si adatta a molte situazioni, ma risulta particolarmente utile in alcuni contesti specifici. Chi riprende l’attività dopo un lungo stop trova nel Jeffing un’opportunità per ricostruire la resistenza senza rischiare sovraccarichi. Anche chi prepara gare di lunga distanza può beneficiare di questa strategia per conservare energie e arrivare al traguardo con riserve mentali e fisiche. Chi desidera dimagrire scopre che le sessioni più lunghe, rese possibili dalla tecnica, incrementano il dispendio calorico senza eccessivo stress.
Consigli per integrare il Jeffing nella tua routine
Per ottenere il massimo dal Jeffing, conviene introdurlo gradualmente. All’inizio si possono dedicare uno o due allenamenti a settimana alla tecnica, mantenendo eventuali corse continue nei restanti giorni. È utile monitorare le sensazioni: se si percepisce una maggiore facilità a coprire distanze lunghe e una riduzione dei fastidi muscolari, il metodo può diventare parte stabile del piano di allenamento. Non occorre preoccuparsi del giudizio degli altri runner: l’importante è scegliere un approccio sostenibile e motivante, capace di rendere la corsa un piacere anziché un obbligo.