INTITOLATA AULA AD ANTIFASCISTA PETRONE UCCISO 42 ANNI FA

A distanza di 42 anni dall’omicidio di Benedetto Petrone, che ha segnato una delle pagine più drammatiche della storia della città, l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” ha intitolato la sala studio del Centro Polifunzionale al giovane operaio antifascista ucciso a Bari il 28 novembre del 1977 in un agguato compiuto da militanti del Movimento sociale italiano.
“È un’intitolazione fatta alla memoria – ha detto il rettore Stefano Bronzini -. È importante che i giovani non dimentichino, ma è importante che tutta la città di Bari non dimentichi quegli anni e in particolare Benedetto Petrone che di quegli anni fu vittima. Era doveroso che l’università, luogo dove si raccolgono i giovani, riconoscesse questo ruolo ad una immagine simbolo qual è quella di Benedetto Petrone, un operaio antifascista ucciso da squadracce uscite da sedi fasciste”.
Alla commemorazione ha partecipato Porzia Petrone, sorella di Benedetto. “Finalmente Benedetto è venuto all’università – ha detto la donna -, era il suo sogno ma nostra madre all’epoca non se lo poteva permettere. Oggi il rettore e voi studenti avete fatto in modo che questo sogno si realizzasse. Benedetto ora sta tra voi. Mi piacerebbe che voi abbiate i sogni che aveva lui. Voleva rompere gli schemi che c’erano 42 anni fa e invece i fascisti lo uccisero”.
“Le sue parole – ha aggiunto il rettore – rimarranno indelebili per me, hanno rappresentato il significato dello studiare. Studiare vuol dire capire, capire vuol dire andare verso la democrazia e salvaguardare la democrazia da imbarazzanti derive”.
L’iniziativa è partita da una proposta avanzata da studenti. “Quest’anno come coordinamento antifascista e come Link Bari – ha spiegato Alessandro Di Gregorio, senatore accademico Link Bari – abbiamo portato in Senato accademico questa richiesta di intitolazione che è stata accolta all’unanimità. Oggi è stato un momento importantissimo perché lo spazio che abbiamo intitolato è un’aula-studio, ogni giorno vissuta da studenti e studentesse della nostra università. Pensiamo che questa intitolazione sia un simbolo, soprattutto in questo periodo in cui i neofascismi avanzano. Il sapere e la conoscenza devono essere il motore pulsante della nostra società perché non si torni indietro nel passato, perché non si rinnovi l’odio e la violenza che il nostro Paese ha vissuto negli anni del fascismo”.
(ITALPRESS).

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