I giovani protagonisti delle “Pagine del Sud”

ROMA (ITALPRESS) – Il viaggio tra i progetti del bando Social Film Production con il Sud prosegue con Associazione Inventare insieme onlus (Palermo), partner del documentario “Le pagine del Sud” di Alberto Bougleux, che affronta il tema delle nuove generazioni. Sono risultati vincitori dell’ultima edizione, hanno completato le riprese e la produzione e stanno avviando il percorso della promozione. Il documentario “Le pagine del Sud” ha messo insieme una serie di partner molto presenti sul territorio come la vostra associazione.

Puoi parlarne e spiegare perché avete deciso di partecipare al bando?

Risponde Inventare Insieme: “L’idea era proprio quella che sta alla base del nostro operare: creare connessioni, comunità, collaborare. Connettersi con le eccellenze locali e nazionali per dare opportunità ai ragazzi e far crescere il territorio. Nella fattispecie, raccontarsi e farsi raccontare è importantissimo per sconfiggere i pregiudizi”.

Quale è il soggetto del vostro documentario?

Risponde il regista Alberto Bougleux: “Pagine del Sud si propone di raccontare alcune esperienze di intervento sociale rivolte alle nuove generazioni del Mezzogiorno che fanno della scrittura, della lettura e degli spazi di biblioteca il motore e il catalizzatore di percorsi di integrazione e dinamizzazione comunitaria: i libri tattili per non vedenti dell’associazione il Proteo e della Biblioteca La Magna Capitana di Foggia, le attività per ragazzi dell’associazione Scuola in Mezzo al Mare e della biblioteca di Stromboli, i viaggi del Bibliomotocarro del Maestro Antonio La Cava in Basilicata, i laboratori di scrittura creativa del Club Segreto del Libro presso il Centro Tau di Palermo”.

Quando avete vinto come avete operato per realizzarlo?

Risponde Inventare Insieme: “Abbiamo messo a disposizione del regista la nostra realtà, senza modificarla, senza mettere in scena niente. Semplicemente aprendogli le porte di tutte le nostre stanze colorate. Abbiamo inoltre svolto un lavoro di informazione con i ragazzi protagonisti cogliendo così l’opportunità di farli entrare nel mondo dell’audiovisivo e di fare un’esperienza dietro le quinte di un documentario”.

Risponde il regista Alberto Bougleux: “Trattandosi di un documentario di osservazione, il desiderio era seguire per qualche giorno le attività quotidiane di ciascun progetto, e di realizzare un ritratto dei diversi gruppi di ragazzi, degli operatori coinvolti e del loro rapporto con i diversi contesti che li circondano. Per raggiungere questo obiettivo, il primo passo è stato parlare con ogni realtà e in particolare con gli operatori più a diretto contatto con ogni singolo progetto per farsi raccontare i ragazzi, il loro mondo, le loro giornate, i loro riti. A partire da lì, è bastato individuare insieme i giorni in cui ciò che accade normalmente nella vita di ciascuno dei gruppi coinvolti poteva accadere anche davanti alla macchina da presa, e poi informare e preparare i ragazzi all’arrivo di questi sconosciuti armati di videocamera e tanto interessati a raccontare il loro quotidiano. Ma al di là di ogni programma, il documentario accade davvero solo quando finalmente ci si incontra di persona: è lì che saltano i cardini di ciò immaginavamo, si vivono esperienze nuove e accadono cose impreviste e imprevedibili, che saranno l’anima del racconto. Perché questo accada però è necessario che ogni gruppo e ciascun involontario protagonista decida di giocare al gioco del film come al proprio gioco. Solo così si possono far accadere cose che saranno insieme comunissime e irripetibili, e raccontarle per immagini”.

Come i ragazzi hanno partecipato rendendo ancora più concreta la loro presenza?

Risponde Inventare Insieme: “I ragazzi erano molto contenti sia di essere protagonisti del film ma soprattutto di fare un’esperienza imparando i segreti della telecamera e di tutto il suo mondo. Il regista insieme e tutto lo staff è stato disponibilissimo: ci ha spiegato come funziona il suono, la camera e ha trasformato i ragazzi in aiutanti. In particolare una ragazza più grande, Clara Bagnasco, di 25 anni: laureata in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni ha potuto fare un’esperienza pratica coadiuvando per tutte le riprese il fonico del film”.

Risponde il regista Alberto Bougleux: “Va detto che sono stati straordinari, disponibilissimi ad aprire la porta delle loro giovani vite e a giocare con noi al gioco del film!”.

Quali le ricadute sul territorio che già avete visto e che potete immaginare?

Risponde Inventare Insieme: “Lavori come “Le pagine del Sud” sono importantissimi per territori come il nostro, caratterizzati da grande povertà economica e educativa ma anche da un’eccezionale patrimonio umano: ragazzi fantastici che con le giuste opportunità possono fare ottime cose. Il territorio stesso pur se considerato una periferia è un luogo stupendo, uno dei simboli della Palermo Araba normanna e anche del liberty. Ecco lavori come questi svelano questa bellezza opponendosi alla solita comunicazione che gira sempre sul degrado e che spesso fa solo male ai ragazzi che la guardano e se ne sentono protagonisti e dunque scoraggiati”.

Risponde il regista Alberto Bougleux: “Dal punto di vista del documentario, che come strumento di racconto del reale proteso all’incontro e aperto all’inatteso è sempre una possibile via di nuova conoscenza, mi piacerebbe che accadessero due cose: da una parte, che ciascuno dei gruppi, dei ragazzi e delle ragazze coinvolte trovasse nel film uno specchio che confermi loro l’importanza e la bellezza di ciò che fanno e di ciò che semplicemente sono. Dall’altra vorrei che questi gruppi e queste persone, ciascuna un po’ isola nel proprio contesto, trovassero nel film che li riunisce un motivo per conoscersi e fare cose insieme. In realtà l’idea del film è nata proprio da un tentativo di progetto e attività in comune fra la Biblioteca di Stromboli, il Centro Tau e la Biblioteca La Magna Capitana di Foggia. Quel progetto ancora non si è potuto fare, ma il documentario già riunisce questi mondi apparentemente lontani ma in realtà molto simili in un solo racconto, in attesa che si possano incontrare davvero”.

Come pensate di promuovere la visione del documentario?

Risponde Inventare Insieme: “Siamo partner e da anni partecipiamo al Giffoni Film Festival, lavoriamo da anni con Rai Ragazzi e pensiamo di diffondere con loro il lavoro. Ma soprattutto vogliamo promuoverlo all’interno della nostra comunità per rafforzarci e motivarci”.

Risponde il regista Alberto Bougleux: “Il documentario cercherà inevitabilmente di fare il suo percorso fra festival e televisione, ma in realtà la cosa più importante sarà tornare a mostrarlo e condividerlo in tutti i luoghi dove è stato girato. Ciascuna delle associazioni coinvolte è infatti al centro di una capillare e preziosissima rete di contatti e rapporti sul territorio, a Foggia come a Stromboli, a Ferrandina come nel cuore di Palermo. Da queste reti, come onde di profondità, possono nascere tante iniziative di distribuzione civile, che possono far conoscere il film là dove altrimenti sarebbe molto difficile farlo arrivare, e dove in fondo è più importante che ne rimanga una traccia e una memoria”.

(ITALPRESS).

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