Cartabia a inaugurazione dell’Anno Giudiziario di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA (ITALPRESS) – Le riforme, la collaborazione tra le istituzioni, la particolare fase per il Paese, le carenze negli organici della giustizia e il cambiamento della società, anche e soprattutto nei confronti della criminalità organizzata. Sono questi alcuni temi trattati nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta a Reggio Calabria, presso la Scuola Allievi Carabinieri, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Corte d’Appello della città calabrese, Luciano Gerardis, del procuratore generale, Gerardo Dominijanni e del ministro della Giustizia, Marta Cartabia.
“La giustizia dà il meglio di sè laddove si è creata una stretta e virtuosa sinergia tra tutte le istituzioni locali e con la società civile”, ha spiegato Cartabia. “La collaborazione fattiva, leale, autentica tra le istituzioni – ha proseguito – non è solo un principio costituzionale, che è sempre bene tenere in considerazione, ma è una condizione per il risanamento di tutto il tessuto sociale e per il suo rinnovamento”. Per Cartabia, “il miglioramento dei servizi relativi alla giustizia contribuirà a favorire l’inizio di una nuova stagione di fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Questo sarà anche il modo più autentico per onorare la memoria di tutti i servitori dello Stato uccisi da tutte le mafie”. Il ministro si è soffermato anche sulle nuove generazioni: “intercettare le inquietudini dei giovani e accompagnarli nella ricerca del loro posto nel mondo significa strapparli dalla rete della criminalità organizzata e indebolirne la presa sul territorio”. In questa particolare fase del Paese, poi, c’è anche il tema delle “riforme di sistema”, per far fronte a “cronici problemi” come “la durata dei processi e il fardello dell’arretrato”, ha detto. “Mali divenuti nel tempo – ha aggiunto -, insieme ai gravi fatti emersi negli ultimi anni che hanno riguardato la magistratura, causa di una progressiva e dannosa erosione di fiducia da parte dei cittadini, degli operatori economici e degli osservatori internazionali”. Poi, nel suo intervento, Cartabia ha auspicato che “al più presto possano arrivare alle Camere anche gli emendamenti” per la riforma “riguarda l’ordinamento giudiziario e il Csm. Quegli emendamenti – ha continuato – saranno messi a punto secondo il metodo che il ministero ha sempre utilizzato, cioè l’ascolto di suggerimenti, di critiche, soprattutto se propositive, ma anche con grande determinazione perchè, è sotto gli occhi di tutti, lo status quo non ha dato buona prova di sè”. In apertura di cerimonia, il presidente della Corte d’Appello, Luciano Gerardis, ha pronunciato il suo discorso inaugurale sottolineando innanzitutto che gli organici dei magistrati “continuano a rimanere desolatamente scoperti”. Gerardis, rivolgendosi a Cartabia, ha spiegato che sarà necessario “coprire al più presto i posti vacanti dell’organico di magistratura, che continuano ad essere la vera palla la piede di ogni tentativo di miglioramento dell’efficienza della risposta giudiziaria”. “Emergono con evidenza – ha affermato nella sua relazione – le specificità di un distretto costretto a fare i conti con una cronica carenza di risorse malgrado il profluvio di procedimenti che traggono origine dall’asfissiante presenza della ‘ndrangheta. Ciò spiega in gran parte disfunzioni e ritardi e l’immagine di una giustizia a volte farraginosa che non sempre riesce ad affermarsi tempestivamente”. Tuttavia, il presidente della Corte d’Appello ha sottolineato che i “risultati conseguiti nell’ultimo anno sono stati davvero rimarchevoli, ben al di sopra del prevedibile per i mezzi a disposizione”. Per Gerardis, inoltre, sul territorio in questi anni è emerso un altro dato importante: “il cambiamento nell’ultimo decennio del rapporto magistratura-società”. “Per quanto è dato percepire – ha spiegato – fermo è il convincimento che il brodo di coltura della criminalità organizzata si stia riducendo e che stia invece crescendo nei confronti di essa l’insofferenza e più in generale una voglia di riscatto”. In generale, “permangono i problemi – ha concluso – ma non si è all’anno zero. La strada è ormai tracciata e su di essa occorrerà andare avanti”.
(ITALPRESS).

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