Gandini “Vorremmo chiudere la stagione entro il 30 giugno”

As Roma 28/05/2017 - campionato di calcio serie A / Roma-Genoa / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Umberto Gandini

“E’ molto stimolante essere entrato in un ruolo di vertice del basket italiano, non ho potuto scegliere il momento e mi sono trovato con le società in una situazione imprevedibile e a fare dei passi che avrei voluto compiere con calma”. Umberto Gandini, neo presidente della Lega Basket, è costretto ad una ‘prima’ con la stampa in video-conferenza, vista l’emergenza da Covid-19 che ha fermato anche il campionato. “La situazione ci impone di lavorare sull’emergenza – spiega l’ex dirigente di Milan e Roma – e stiamo lavorando perché un giorno si possa riprendere a giocare in questa stagione. Ma non c’è alcuna volontà da parte nostra di anticipare le decisioni di chi ci sta guidando: con Petrucci abbiamo fermato il campionato mentre si stavano allargando le zone rosse, e questo ci ha permesso di anticipare e seguire le decisioni delle nostre autorità governative. Anche se abbiamo avuto qualche caso marginale nel mondo del basket, tutti si sono risolti per il meglio e sino a questo momento non abbiamo avuto notizia di tesserati o altri contagiati”. Difficile pensare, ad oggi, un ritorno sui parquet, anche se un limite temporale per mandare in archivio l’annata, per Gandini, esiste: “La priorità è mettere in sicurezza il movimento, innanzitutto dal punto di vista sanitario, dando delle linee guida, e cominciare a pensare, anche se il tempo passa, quando ci saranno le condizioni. E sappiamo che alcune di queste difficilmente potranno verificarsi da qui al 30 giugno, data ultima in cui vorremmo concludere la stagione anche per rilanciare alla grande la prossima, e quindi dovremmo anche ragionare su una ripresa parziale e condizionata nel post coronavirus”. L’ipotesi delle ‘porte chiuse’ non esalta: “Lavoriamo in un sistema che, a differenza del calcio, ha maggiori ricavi dal botteghino, quindi le porte chiuse hanno un risvolto economico-finanziario e ambientale. Ci sono due fronti: una parte dice che non possiamo permetterci di ricominciare a porte chiuse perché sarebbe una doppia sconfitta, l’altra afferma che, se avessimo tutte le sicurezze del caso e se l’obiettivo è terminare stagione, dobbiamo farlo”. “Una decisione non è stata presa e non sarà presa a cuor leggero, la cosa più saggia sarà valutare i pro e contro e, personalmente, adeguarsi”. Di certo, assicura Gandini, una decisione verrà presa prima del 16 maggio, anche se non si può scommettere che la gente, una volta terminata l’emergenza, torni ad affollare i palazzetti: “Immagino tutta una serie di situazioni. Magari una ripresa graduale: prima a porte chiuse, poi con capienze e distanze riviste e con nuove norme che dovranno fare scopa con l’atteggiamento del pubblico”.
(ITALPRESS).

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