F1, al Gp di Singapore si va verso la doppia sosta in gara

MARINA BAY (SINGAPORE) (ITALPRESS) – È Oscar Piastri il pilota più veloce nella prima giornata del Gran Premio di Singapore. Il leader della classifica piloti ha fatto segnare un miglior tempo di 1’30″714 in FP2. Altri tre piloti – di altre tre diverse squadre – sono riusciti a scendere sotto la barriera dell’1’31”, a testimonianza di un apparente grande equilibrio: Isack Hadjar (Racing Bulls) è secondo in 1’30″846, Max Verstappen (Red Bull) terzo in 1’30″857 e Fernando Alonso (Aston Martin) quarto in 1’30″877. Le due sessioni hanno avuto uno svolgimento molto simile. Otto squadre e sedici piloti hanno girato in FP1 con un set di hard e uno di soft e in FP2 con un set di medium e un altro di soft per la simulazione di qualifica. Le uniche eccezioni sono state i piloti dell’Aston Martin, che hanno preferito esordire in pista in FP1 con la medium per poi usare la Hard in FP2 e quelli della Mercedes che sono passati dalla hard alla medium in FP1. Peraltro, proprio uno di questi ultimi – George Russell – non ha potuto girare con la soft per tutta la giornata visto che è incorso in un’uscita di pista all’inizio di FP2 quando stava girando ancora con un set di medium.

“È stata una giornata piuttosto interlocutoria perché le diverse interruzioni in FP2 hanno limitato il tempo disponibile per girare in pista e, conseguentemente, la mole di dati raccolti, soprattutto per quanto concerne il comportamento dei pneumatici sulla lunga distanza – commenta Simone Berra, Pirelli Chief Engineer – Ci sono comunque alcuni spunti interessanti. Innanzitutto, la pista offre un buon livello di grip, sia perché è stata preparata molto bene dagli organizzatori con l’utilizzo di getti d’acqua ad alta pressione sia perché ci sono diversi tratti che sono stati riasfaltati e che offrono maggior aderenza rispetto allo scorso anno. Il miglioramento delle prestazioni non si è visto tanto in FP2 – di più in FP1 – perché la sessione è stata veramente complicata dalle neutralizzazioni: in ogni caso, c’è ancora tanto margine di miglioramento. Tutte e tre le mescole si sono comportate secondo le previsioni e le differenze di prestazioni sono in linea con le simulazioni della vigilia. Praticamente tutte le squadre hanno utilizzato con ciascun pilota un identico numero di pneumatici: due set di soft, uno di hard e uno di medium. La Mercedes è stata l’unica eccezione, sia perché in FP1 entrambi i piloti hanno alternato medium e hard sia perché in FP2 Russell non ha potuto provare la mescola più morbida a causa dell’urto contro le barriere di protezione. Sarà quindi interessante vedere come saranno gestiti i due set di medium nelle prove libere di domani, in funzione della gara di domenica”.

“La novità costituita dall’aumento della velocità massima in pit-lane (salita da 60 a 80 km/h) potrebbe avere un impatto sulle strategie – osserva ancora Berra – Con un tempo per il cambio gomme diminuito di circa sei secondi, la doppia sosta potrebbe essere sulla carta un’opzione praticabile, anche se sappiamo bene quanto le squadre puntino sempre ad estendere gli stint e a minimizzare il tempo perso nella pit-lane. Quello che è certo è adesso che un’eventuale neutralizzazione potrebbe costituire un’opportunità più ghiotta per fermarsi di quanto non sia stato in passato. Infine, va notato come di primo acchito tutte e tre le mescole – quindi anche la soft – sembrano poter essere utilizzate in gara: chi optasse per la C5 magari in partenza potrebbe pensare di sfruttare il vantaggio di grip per guadagnare qualche posizione nelle battute iniziali oppure farlo nel finale di gara”.

– foto ufficio stampa Pirelli –

(ITALPRESS).

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