DE ROSSI AL PASSO D’ADDIO, APPELLO RANIERI “SIA FESTA”

Che sia una festa, con tanto amore, per salutare il capitano. Domenica all’Olimpico contro il Parma Daniele De Rossi vestirà per l’ultima volta la maglia della Roma. Lo farà entrando in campo dal primo minuto, fascia al braccio, “perchè merita questa standing ovation”, annuncia Claudio Ranieri, che chiede al pubblico giallorosso di mettere da parte la rabbia di queste ultime settimane nei confronti della società per rendere il giusto tributo al suo beniamino. “Mi auguro che ci sia l’atmosfera che Daniele merita, vedere lo stadio ricolmo d’amore per lui. Deve essere una festa per Daniele, per tutto quello che ha dato alla Roma e per il modo in cui l’ha dato. Mi aspetto una cosa positiva per lui al 100%. E Daniele deve fare una grande partita: se ci tengo io a finire bene, immagino lui”. La decisione della Roma di non rinnovare il contratto di De Rossi, “come per lui anche per me è stato un fulmine a ciel sereno. Non l’avevo mai pensato, non ne avevamo mai parlato”, confessa poi il tecnico di Testaccio, pronto a pagare qualsiasi multa in caso di fascia personalizzata. Di sicuro, con De Rossi, se ne va un calciatore “che riesce a trasmettere col suo gioco la passione per la maglia, che sia quella dell’Italia o della Roma. Si vede che esprime tutta la sua voglia di fare bene – sottolinea ancora Ranieri – Questo non vuol dire che gioca sempre bene ma cerca di dare sempre il 100% ed è positivo all’interno dello spogliatoio, un punto di riferimento, un giocatore di qualità ma con un grosso carattere e questo fa sì che nei momenti difficili i compagni si appoggino su di lui”. Ma quella col Parma sarà anche l’ultima partita di Ranieri alla guida della Roma. Arrivato dopo l’esonero di Di Francesco, il tecnico non è riuscito a centrare l’obiettivo Champions ma lascia senza rimpianti. “Ho cominciato a sentire mia questa squadra giorno dopo giorno, era una squadra già plasmata e abituata a un certo tipo di gioco, ho capito che dovevo incidere sullo stato morale, sull’autostima. Abbiamo lavorato bene anche sull’aspetto difensivo, cercando di prendere meno gol, e strada facendo i ragazzi mi hanno capito sempre di più. Ma non c’è rammarico: sono uno pratico, sapevo quando ho firmato che sarebbe finita la mia storia ma l’ho fatto con voglia e passione e posso solo augurare il meglio a chi verrà dopo di me”. Che erediterà “un gruppo valido, ben miscelato, con anziani giusti e giovani giusti. Forse da qualche giovane ci si aspettava di più ma il nucleo è sano. Si ripartirà da una classifica deficitaria ma non si ripartirà da zero. La squadra si è ripresa, ha fatto vedere di essere compatta, di lottare per un obiettivo”. Se c’è però qualcosa che tornando indietro cambierebbe, è il fatto che “sono uscite troppe voci, su di me, su Dzeko, su Zaniolo. Sulle altre squadre è uscito qualcosa ma all’ultimo, da noi è successo quando si doveva spingere tutti verso un’unica direzione, verso il raggiungimento di un obiettivo importante ma difficile. Ci sarebbe voluta di più una linea comune”. E a livello individuale, c’è il rimpianto di non essere riuscito a tirare fuori il meglio da Schick: “Sono convinto che sia un grandissimo giocatore ma ci sono calciatori che a 19 anni sono già maturati e altri no. Spero che possa rimanere e far vedere che non mi ero sbagliato”. Ma cosa riserva invece il futuro a Claudio Ranieri? “Mi sono sempre sentito un allenatore ‘europeo’, sin dalla mia prima esperienza in Spagna: dove ci sarà un progetto che mi intriga, vado”.

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