ROMA (ITALPRESS) – L’intelligenza artificiale sta trasformando la nostra vita e la nostra prospettiva di salute grazie a strumenti innovativi per la diagnosi, la cura e la gestione delle malattie. L’analisi di enormi quantità di dati permette agli algoritmi dell’intelligenza artificiale di identificare schemi complessi e supportare i medici nella diagnosi precoce di malattie come il cancro e le patologie cardiovascolari; in chirurgia i robot assistiti dall’intelligenza artificiale sono da tempo protagonisti nella sala operatoria e sono sempre più utilizzati per l’altissima precisione di esecuzione e la conseguente minore invasività e tempo di recupero. Inoltre l’Ai è impiegata nella personalizzazione delle terapie, nell’elaborazione di modelli predittivi e nell’ottimizzazione delle risorse sanitarie, per un sistema più efficiente e accessibile: un’escalation che sembra sempre più veloce e inarrestabile, ma che presenta anche tanti punti da chiarire.
“Ci sono ancora tanti settori legati all’intelligenza artificiale che sono fermi perchè ancora incapaci di trattare i dati in questo modo: la cartina di tornasole è la nostra privacy, spesso fatta molto male, mentre le aziende che la fanno bene hanno padronanza e governance del trattamento dati”, ha dichiarato Valeria Lazzaroli, presidente dell’Ente nazionale per l’intelligenza artificiale (Enia), intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
La manipolazione della tecnologia, spiega Lazzaroli, “può avere le finalità più disparate e ottimisticamente queste possono essere di supporto anche all’aspetto cognitivo dell’uomo; ad esempio una robotica sociale può restituire una forma di empatia alle persone con demenza senile. E’ indubbio che pure questa abbia derive potenzialmente pericolose, ma non escluderei il fatto che si arrivi a qualcosa di positivo”.
Il rapporto tra intelligenza artificiale e creatività umana viene invece definito “straordinario: l’uomo riesce a vedere 3 milioni di sfumature, ma l’Ia consente in tempi rapidissimi e senza limiti di rappresentare con qualche parola interi scenari anche in applicazioni come moda, manufatturiero, design; l’input però lo dà sempre l’uomo, quindi la vedo come un’estensione della creatività e non come un’alternativa”.
La presidente di Enia si dice poi ottimista sull’impatto che le nuove tecnologie possono avere sulla medicina: quest’ultima, afferma, “sarà l’avamposto per determinare il livello di progresso dell’Ia: pensiamo a un chirurgo che può operare con un braccio robotico e un machine learning a seimila chilometri di distanza o ad atleti paralimpici senza arti che grazie all’Ia possono avere una capacità di correre maggiore rispetto a una persona con gli arti stessi. I sistemi sanitari sono destinati a entrare in crisi, quindi l’Ia può essere un braccio fortissimo per la medicina predittiva specialmente in un ambito di interoperabilità come quello che coinvolgerà le smart cities: la medicina avrà disponibilità di dati su tutto lo scenario civile, dalla sicurezza alla grande emergenza l’Ia sarà un grandissimo volano”.
L’ultima parte della riflessione di Lazzaroli coinvolge due aspetti: la dimensione morale e la paura di possibili scenari senza regole. “Se parliamo di etica professionale, il limite da rispettare è quello della volontà umana di superare se stessi o autodeterminarsi; se ci chiediamo invece quanto la tecnologia ci allontana da preghiere e ideologie la risposta è nel benessere che raggiungeremo. L’aspetto che mi preoccupa di più è quello legato allo spazio, perchè non ha governance: oggi chi lo ha preso è un privato, quindi in futuro rischia di trasformarsi in una giungla; da lì dipenderanno tantissimi servizi vitali per l’uomo, quindi l’attività hacker mi spaventa”.
-foto tratta da Medicina Top –
(ITALPRESS).
Dall’intelligenza artificiale impatto positivo sulla medicina
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