Dalla Chiesa, l’omaggio di Palermo al Carabiniere-eroe

“Un grande e fedele servitore della Repubblica, una guida ed esempio per tanti della sua generazione e per quelle venute dopo per il coraggio, il rigore morale, la perseveranza nell’operare per il bene comune, qualità dell’uomo di Stato, ma anche il lascito a cui ancora attingiamo per guardare al futuro con più fiducia, e senza recedere davanti al pericolo mafia”. Il ricordo di Carlo Alberto Dalla Chiesa appare vivido nelle parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, intervenuta a Palermo nel 38esimo anniversario del suo assassinio.

Le parole del Ministro, pronunciate a margine delle cerimonie in ricordo dell’ufficiale dei carabinieri, consegnano a distanza di diversi decenni una figura di uomo dello Stato esemplare, coraggioso, determinato, caduto come un eroe per combattere Cosa nostra.

Come ogni anno Palermo ha reso omaggio alle vittime del 3 settembre del 1982, quando un commando assassinò oltre al generale la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.

Un omaggio reso anche dalle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Carlo Alberto Dalla Chiesa ha servito lo Stato, in situazioni e ruoli anche molto diversi l’uno dall’altro, sempre animato dalla stessa determinazione e dalla costante fiducia nella capacità delle Istituzioni di affermare la legalità”. “Consapevole della necessità di una visione strategica globale contro la mafia così come contro il terrorismo – ha aggiunto – cercava di individuare i punti deboli di ciascuna organizzazione criminale e gli strumenti più efficaci per colpirli. Nei suoi quattro mesi da Prefetto di Palermo, colse lucidamente le debolezze dell’attività di contrasto e i pericoli che si celavano nell’impegno isolato e non ancora ben coordinato di uomini e uffici. “La sua azione contro la delinquenza mafiosa fu tragicamente interrotta – ha rilevato il Capo dello Stato – ma le sue intuizioni sono rimaste nel patrimonio comune di quanti hanno continuato a combatterla”.

Per la presidente del Senato Elisabetta Casellati, il generale Dalla Chiesa è stato un “uomo delle istituzioni e dall’altissimo senso dello Stato, resterà per sempre un simbolo di resistenza e di lotta alla mafia e un esempio di dedizione totale alla causa della legalità, fino all’estremo sacrificio”.

Secondo il presidente della Camera Roberto Fico, l’ufficiale “dedicò la sua vita a combattere i nemici della nostra democrazia, gli artefici di alcune delle pagine più drammatiche e dolorose della nostra storia recente: partecipò alla Resistenza contro i nazifascisti, combattè il banditismo e, più tardi, il terrorismo stragista e la criminalità organizzata”.

Un tributo reso da entrambi gli schieramenti politici. Così come dall’Arma dei carabinieri. “Dalla Chiesa – ha sottolineato il generale Giovanni Nistri – si seppe distinguere nella lotta al terrorismo e all’organizzazione per proteggere chi ne aveva necessità. Era un carabiniere, un italiano di cui tutti dobbiamo essere orgogliosi. Un uomo, un comandante, che sapeva accettare le proprie responsabilità. Era amato da tutti, talmente amato che molto spesso nelle numerose caserme che ho visitato nel corso del mio lungo servizio ho visto una sua fotografia. Rappresenta un simbolo”.

Un simbolo da preservare anche per la città di Palermo. “La morte del generale Dalla Chiesa – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – ha segnato la storia di Palermo e del suo percorso di liberazione dalla mafia e dalle collusioni fra mafia e pezzi della politica. Dalla Chiesa fu vittima, non fu il primo nè purtroppo l’ultimo, di quelle ‘menti raffinatissime’ che negli anni insanguinarono Palermo e la Sicilia in una guerra che vide la mafia governare e guidare parte delle istituzioni contro lo Stato e i cittadini”.

“Dalla Chiesa – sono state le parole dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice durante l’omelia in cattedrale – ha messo a disposizione la sua professione, la sua intelligenza e la sua vita per combattere le organizzazioni mafiose e terroristiche, per liberare il nostro Paese dalla violenza e dall’illegalità”.
(ITALPRESS).

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