Dal Pino “Vicini al disastro, servono ristori e fondi”

PAOLO DAL PINO PRESIDENTE SERIE A

MILANO (ITALPRESS) – “Siamo molto vicini al disastro economico-finanziario. Da un lato lavoriamo con la Figc per misure sul ritardo dei pagamenti o l’introduzione di un salary cap. Dall’altro, se non avremo respiro attraverso ristori e dall’entrata in scena dei fondi nella media company della Lega, il rischio che il sistema si fermi è molto alto”. Paolo Dal Pino, intervistato dal “Corriere della Sera”, prova a fare una fotografia del momento attuale. Se già riuscire a portare a termine la scorsa stagione è stato difficile, adesso la situazione è ancora più complicata. “Ho scritto al premier Conte usando un tono diretto – racconta il presidente della Lega di serie A – Chi banalizza il mondo del pallone non conosce la sua importanza, il calcio è innanzitutto un’industria primaria dell’entertainment, un prodotto che compete a livello globale. Non è solo star, campioni, ingaggi milionari, ma un movimento che coinvolge 300 mila lavoratori complessivi. La demagogia, il populismo e la superficialità di giudizi vanno messi da parte. Il calcio ha un linguaggio universale, perciò chiedo al Governo che si possa ragionare di sistema: lavoriamo insieme, non contro”. Le soluzioni indicate da Dal Pino sono tre: “ristori per i danni sofferti dal calcio a causa delle misure restrittive imposte dal Governo. Poi la richiesta ai ministri interessati affinchè si lavori insieme. Sulla riforma dello Sport non siamo stati nemmeno consultati, parliamoci per cortesia. Condividiamo tavoli di lavoro. La terza è l’attenzione al valore che il calcio possiede e che la politica non immagina neppure: in Italia per la dimensione sociale che ha, all’estero come veicolo di comunicazione”. “Nella lettera che ho inviato all’Esecutivo ho ricordato che questa industria registra un fatturato di 4,7 miliardi, di cui 3 prodotti dalla serie A – insiste Dal Pino – Versa contributi fiscali di 1,2 miliardi, è la locomotiva di tutto lo sport italiano e ha un ruolo sociale rilevante. Il Governo ha destinato forme di ristoro a settori produttivi: perchè non viene considerato il calcio che denuncia perdite per 600 milioni, dopo che per un anno viene impedito l’accesso del pubblico negli stadi?”. Sul tavolo c’è anche il tema degli ingaggi dei calciatori “ma sarebbe controproducente se in Italia facessimo i virtuosi e gli altri Paesi, le altre Leghe, no: verrebbe depauperato il patrimonio tecnico del nostro campionato. Ecco perchè ha fatto bene il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a scrivere alla Uefa affinchè a livello europeo avvenga un allineamento sul tema dei salari”. E per quanto riguarda la possibilità dei play-off qualora non si potesse portare a termine il normale calendario, “abbiamo più simulazioni sul tavolo: spero che il campionato si possa concludere regolarmente, se invece intervenissero altri fattori e una sospensione del torneo fosse necessaria, l’assemblea si esprimerà sul cambio di format”.
(ITALPRESS).

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