Conflavoro “La riforma degli ammortizzatori sociali affossa le imprese”

Conflavoro Pmi attacca duramente la riforma degli ammortizzatori sociali in fase di scrittura al ministero del Lavoro. “Il dicastero è ostaggio di Cgil, Cisl e Uil e delle sigle datoriali storiche? Viene da pensare questo”, scrive l’associazione guidata da Roberto Capobianco in una nota. “Da un ammortizzatore sociale unico gestito dall’Inps, voluto da noi e dai consulenti del lavoro, da Confsal e anche dal partito democratico di cui fa parte il ministro Orlando, la volontà del governo è ora quella di ampliare l’uso dei fondi bilaterali delle storiche sigle sindacali, dando loro potere di vita o di morte sulle aziende in crisi, nonostante siano nati come fondi di natura privatistica e contrattuale, di libera adesione. Ecco, questa libera adesione cesserà e diverrà un obbligo, anche per ottenere il Durc. In sostanza, sparisce la cassa in deroga: un datore di lavoro in crisi, ad esempio del settore artigianato, trasporti o commercio, riceverà aiuto solo se iscritto al fondo bilaterale del suo settore. E la questione del Durc è ancora più grave”.
“Ieri il ministro Orlando ha affermato che ‘tutti i datori di lavoro devono iscriversi e contribuire al fondo bilaterale di riferimento’, aggiungendo che ‘il versamento al fondo può diventare vincolante al rilascio del Durc’. Tutto ciò – incalza Conflavoro Pmi – è francamente inaccettabile. Il Durc, già vincolato a Inail e Inps, non può ora passare al vaglio anche delle sigle sindacali. Le aziende, in particolare dell’artigianato, hanno bisogno di tutto tranne che di altra burocrazia e nuovi ostacoli al loro lavoro. È questa la semplificazione di cui si parla per il rilancio dell’Italia? Inoltre, ne va anche della libertà sindacale sancita dall’articolo 39 della Costituzione. ‘Delegare’ un potere simile ai sindacati significherebbe creare un monopolio della contrattazione collettiva e della bilateralità. Un’azienda costretta ad aderire a un fondo bilaterale sarà, infatti, anche tenuta in primis ad applicare il CCNL delle sigle costituenti il fondo bilaterale stesso”.
“Per Conflavoro – chiude l’associazione – tutto ciò è a dir poco improponibile, un punto di non ritorno che creerebbe un grandissimo caos. Chiediamo al ministro Orlando di tornare sui propri passi e, se non lo farà, ci batteremo in ogni sede preposta per evitare una deriva del genere”.
(ITALPRESS).

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