Confcommercio “Guerra e rincari frenano la crescita”

Milano - Camera di Commercio inaugurazione del nuovo salone incontro ‘l’etá ibrida dellla Pubblica amministrazione L ’innovazione come metodo’ con Carlo Sangalli Carlo Sangalli (Milano - 2021-11-22, Yunus Boiocchi) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – Previsioni del Def “un po’ ottimistiche sia sotto il profilo della sottovalutazione dell’inflazione, sia per la conseguente sopravvalutazione della crescita”, la maggiore dinamica dei prezzi erode il potere d’acquisto della ricchezza liquida, comporta minori consumi e “frena il Pil”. Questa la fotografia scattata del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del Forum Confcommercio-Ambrosetti che ha visto la presenza, tra gli altri, del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovanni, e la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna. L’Ufficio Studi prevede, infatti, una crescita del Pil del 2,1% nel 2022 e del 2,4% nel 2023 e, probabilmente, un’inflazione a +6,5% per i prezzi al consumo, di ben sette decimi sopra le valutazioni del governo. “Rispetto allo scenario ed alle sfide che comporta, servono certamente scelte impegnative e responsabilità condivise. Per rilanciare occupazione, redditi e consumi, è necessario mettere a terra le riforme e gli investimenti del Pnrr, agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali. E – ha proseguito Sangalli – per sostenere le imprese bisogna agire sulle moratorie fiscale e creditizie. Occorre, allora, che il Governo metta in campo anche un metodo di lavoro stabile, strutturato e condiviso con le parti sociali. La ripresa è tutta da costruire”.

Per il numero uno di Confcommercio a seguito dell’invasione russa in Ucraina “c’è l’esigenza di scelte adeguate alla portata delle sfide in campo: riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. Servono, allora, determinazione e compattezza europea ed atlantica per sanzioni finalizzate al ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino ed allo sviluppo di un vero negoziato. Abbiamo bisogno di una comune politica estera e di difesa e sicurezza, così come di una comune politica energetica. Sfide straordinarie che richiedono flessibilità delle politiche di bilancio e sostegno degli investimenti”. Ma non solo. “Nell’anno in corso, già ai prezzi attuali, la bolletta energetica delle imprese del terziario di mercato triplicherebbe. E l’autotrasporto delle merci potrebbe registrare un incremento dei prezzi dei carburanti del 40%. Allora, andrebbe raccolta senza indugio la sollecitazione italiana alla costituzione di stoccaggi e riserve energetiche europee comuni. Va approfondito uno schema di pronto intervento che preveda l’adozione di un tetto ‘protettivo’ al prezzo all’ingrosso del gas, accompagnato da misure che sospingano efficienza energetica e risparmio. Per quanto riguarda l’Italia – ha evidenziato – le ultime misure adottate dal Governo puntano a mitigare le ricadute dell’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche a carico di famiglie ed imprese. E’ importante, in questo quadro, l’introduzione di crediti d’imposta fruibili anche da parte delle imprese che non rientrano nelle consuete definizioni di imprese ‘energivore’ e ‘gasivore’”.

In occasione del Forum è stato inoltre presentato l’“Outlook Italia – Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis, dal quale emerge come dopo lo shock del 2020 e l’inizio di un ritorno alla normalità registrato nel 2021, il clima di fiducia e le attese delle famiglie sul futuro si sta ristabilendo anche se solo parzialmente: infatti il 26% delle famiglie si aspetta una riduzione del proprio reddito. il 24% prevede di ridurre i consumi e il 47,6% ridurrà i risparmi. Quest’ultimo dato, molto elevato e non compensato da una percentuale altrettanto alta di famiglie che prevede di aumentare i consumi, è un chiaro indicatore che la situazione rimane ancora problematica. Tra le cause che limitano i consumi delle famiglie, al di là dei livelli di reddito, il 54,8% delle famiglie indica alcuni fattori di contesto, in particolare: l’aumento del costo dell’energia, la paura di dover sopportare imminenti spese impreviste, l’incertezza sul futuro causata dai grandi eventi internazionali, come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina.

Tra le principali preoccupazioni per il futuro il 33,4% delle famiglie indica la crisi energetica con il connesso aumento di bollette e carburanti, il 26% il surriscaldamento globale e quasi il 21% l’aumento dell’inflazione, il 27% delle famiglie teme un coinvolgimento di altre nazioni, il 26,6% ritiene che possa trasformarsi in una guerra mondiale anche con l’uso di armi nucleari, il 23,4% è preoccupato per le ripercussioni economiche sull’economia del nostro Paese, il 16,9% teme il taglio delle forniture di gas da parte della Russia con le conseguenti difficoltà nei settori produttivi, il 6,1% infine si dichiara preoccupato per l’impatto economico dell’emergenza umanitaria determinata da milioni di profughi ucraini in arrivo in Europa.

– foto agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

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