Cida-Adapt, un Osservatorio per il lavoro che cambia

SERGIO OLIVERIO

MILANO (ITALPRESS/WEWELFARE.IT) – CIDA, la Confederazione dei dirigenti pubblici e privati e delle alte professionalità, in collaborazione con Adapt, l’associazione di studi e ricerche giuslavoristiche fondata da Marco Biagi, promuovono attraverso un report statistico trimestrale, l’analisi di dati inerenti le dinamiche del lavoro ponendosi l’obiettivo di fornire elementi utili a comprendere il contesto economico-sociale entro il quale si sviluppano. L’analisi della realtà italiana, per alcuni indicatori, avverrà in prospettiva comparata a livello europeo, tentando anche un raffronto a livello regionale e provinciale. I dati verranno raccolti dai database Istat, Eurostat, Ilostat, Etui, Oecd, Inapp, Inps, Infocamere, Ilo e saranno analizzati e rielaborati dal gruppo di ricerca che, attraverso la costruzione di graci, renderà l’indagine di facile lettura.
“La scelta di CIDA e Adapt è stata quella di partire dai numeri per risalire alla spiegazione dei fenomeni che interessano il mondo del lavoro senza posizioni precostituite e, soprattutto, senza cadere nella demonizzazione delle nuove tecnologie – pur se stanno sconvolgendo i processi produttivi – o nella suggestione di un mondo del lavoro ordinato, caratterizzato da categorie professionali statiche e francamente obsolete”, ha spiegato il presidente di CIDA, Mario Mantovani.
“La nostra iniziativa ha avuto una gestazione non breve per l’ambizione di presentare punti di vista inediti del mercato del lavoro, con particolare attenzione al mondo della dirigenza, pubblica e privata e dei professionisti, anche per sdoganare queste categorie da vecchi ‘clichè’ ormai datati e certamente lontani dalla realtà. Una fase di elaborazione sulla quale si è poi abbattuta la pandemia, che ha sconvolto il quadro di riferimento e fatto ‘impazzirè gli indicatori statistici. Ma è proprio questo ‘tsunamì economico e sociale ad averci spinto a concentrare l’analisi sugli effetti vericatisi nel mondo del lavoro, perchè a ben guardare si è trattato di un potente ‘acceleratorè di dinamiche già in atto.
“Questo primo numero dell’Osservatorio ‘Labour Issues’ è il risultato di questo impegno: da un lato cercare di comprendere quali effetti, quali interazioni avvengono tra fenomeni di natura diversa, quali risposte diamo a sde straordinarie e con quali strumenti; dall’altro vericare l’obsolescenza del diritto del lavoro e di alcune forme organizzative che direttamente ne derivano”, ha aggiunto.
“Gli esempi non mancano: la dipendenza da alcune tecnologie (nel caso, ad esempio, del lavoro a distanza) si è fatta più marcata, e le prospettive di un suo utilizzo di massa più concrete. Da questa cornice di riferimento – ha aggiunto il presidente di CIDA – siamo poi passati ai casi concreti. E abbiamo pensato che fosse utile aprire i lavori dell’Osservatorio con un focus sul lavoro dipendente e su quello autonomo: nell’anno in cui questa distinzione concettuale si è notevolmente afevolita, è interessante vedere gli effetti di norme che sono ancora pienamente calate in quello schema. I dati necessari non sono ancora tutti disponibili, comprenderemo meglio alcuni aspetti nel corso dell’anno e in quello prossimo. L’obiettivo di fondo è certamente sdante: se comprendiamo come può cambiare il lavoro possiamo avere un ruolo attivo nella trasformazione, coniugando produttività e realizzazione umana, coesione sociale e redditività”, ha concluso Mantovani.
“I dati contenuti nell’Osservatorio – ha spiegato a sua volta il presidente della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi – mostrano con chiarezza il profondo mutamento della variegata composizione del lavoro subordinato che è molto meno uniforme rispetto al passato, soprattutto in virtù dell’aumento delle tipologie di lavoro subordinato non standard, intendendo come standard il contratto a tempo indeterminato full time. Di fatto ci si trova di fronte ad una forma cristallizzata di dualismo lavoro subordinato-lavoro autonomo, che ha a lungo giusticato diversità di tutele. Ad esempio, difcilmente si sarebbero avanzate richieste di ammortizzatori sociali per il lavoro autonomo che, invece, il lockdown provocato dal Covid-19 ha reso necessari. Oggi il contesto è completamente cambiato a causa di trasformazioni tecnologiche, demograche e globali. Trasformazioni che hanno mutato profondamente la natura del lavoro che si è frammentato, alimentando aree grigie tra autonomia e subordinazione da un lato, e cambiando la struttura stessa del lavoro subordinato e del lavoro autonomo dall’altro. Ecco i motivi alla base dell’Osservatorio applicati ad un caso concreto: fornire un inquadramento quantitativo e qualitativo della struttura del mercato del lavoro italiano e della sua evoluzione negli anni recenti, come strumento utile per giungere ad una conclusione dalla quale può scaturire un dibattito che ancora resta nell’ombra: sia il lavoro autonomo che quello subordinato stanno cambiando volto”, ha concluso Seghezzi.
(ITALPRESS).

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