Capacity, la comunità rigenera le aree urbane

Capacity è un’iniziativa della Fondazione di Comunità di Messina (la cui nascita è stata possibile grazie al sostegno della Fondazione Con il Sud), per rigenerare a livello sociale ed urbano due aree del Messinese, prima Fondo Saccà e successivamente Fondo Fucile, rimaste baraccopoli praticamente dal disastroso terremoto del 1908. Alle numerose famiglie che in maggioranza si trovano in una situazione di forte deprivazione materiale e culturale e sono già supportate dal programma vengono offerti percorsi personalizzati per facilitare la possibilità di ripensare e ricostruire la propria vita e quella delle proprie famiglie. Ne parliamo con Gaetano Giunta, presidente della Fondazione di Comunità di Messina.

“La Fondazione di Comunità di Messina nasce nel luglio 2010 dalla relazione dei principali sistemi socio-economici dell’Area dello Stretto di Messina e fra essi e le più accreditate reti nazionali ed europee – spieha Giunta -. La visione strategica della Fondazione siciliana supera la logica della filantropia tradizionale e nasce con l’obiettivo esplicito di promuovere metamorfosi urbane e sociali attraverso l’organizzazione di policy innovative capaci di contrastare diseguaglianze e processi di mutamento climatico. La principale finalità statutaria della Fondazione è, quindi, quella di promuovere sviluppo umano sostenibile, favorendo la creazione di interconnessioni feconde fra sistema di welfare, sistema culturale, sistema produttivo, programmi di ricerca e di trasferimento tecnologico finalizzati al potenziamento dell’economia sociale e solidale, azioni mirate all’attrazione di talenti creativi e scientifici, programmi complessi di rigenerazione urbana e di riqualificazione dei beni comuni e alla valorizzazione delle social capabilities dei territori. In questi anni ha contribuito a risanare 6 aree di grande pregio architettonico-ambientale in degrado, con promosso lo start up e/o il consolidamento di circa 120 imprese favorendo la creazione e la stabilizzazione di oltre 400 posti di lavoro. Sono oltre 700 le persone accompagnate attraverso progetti personalizzati e numerosi i programmi di ricerca scientifico-tecnologica e le produzioni culturali promosse per supportare e narrare le policy e le storie”.

Come nasce il progetto ‘Capacity’, da chi è sostenuto anche economicamente e quali sono i risultati attesi?

“Il progetto Capacity nasce per scalare le sperimentazioni economico-sociali e tecnologiche inizialmente sviluppate dalla Fondazione di Comunità di Messina in pool con la Fondazione Con il Sud e con Fondazione Cariplo. Il progetto è cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Programma per la Riqualificazione e Sicurezza delle Periferie Urbane ed è cofinanziato dalla Fondazione comunitaria messinese e dai membri del Distretto Sociale Evoluto. I risultati attesi del progetto erano: uscita di 153 famiglie dai ghetti delle baraccopoli per andare a vivere in una casa scelta. Creazione di un condominio-prototipo costruito secondo le più avanzate metodologie, tecnologie e materiali costruttivi dell’Architettura e dell’Ingegneria sostenibile che occuperà soltanto il 10% del suolo occupato dalla baraccopoli; start up e/o consolidamento di 50 imprese solidali e giovanili. 20-25 persone saranno impegnate nelle pratiche di co-costruzione salariata; creazione sul territorio della Scuola Euro Mediterranea di Economia etica di Bellezza e di Pace che gestirà fra l’altro i servizi ausiliari della finanziaria specializzata nel microcredito etico MECC s.c. Strutturazione sul territorio di programmi di promozione dello sviluppo cognitivo dei bambini e degli adolescenti; realizzazione di una strada di collegamento fra l’area di intervento progettuale e la stazione ferroviaria centrale dell’area metropolitana. Avvio della creazione di una viabilità dolce nell’area di intervento. Ammodernamento e transizione a tecnologie led dell’impianto di pubblica illuminazione dell’area progettuale; creazione di tre polarità spaziali con finalità socio-educative a Fondo Saccà, a Forte Petrazza e alla Ex stazione ferroviaria di Camaro. Strutturazione sul territorio di servizi di mediazione e facilitazione sociale personalizzata sistemica alle azioni di risanamento urbano; riqualificazione ambientale del torrente Bisconte Catarratti. Redazione della Variante al Piano Particolareggiato Ambito E, secondo lo sguardo introdotto dal progetto. Report relativo alla consulenza specialistica e redazione di materiale fotografico e cartografico per la realizzazione del Piano Regolatore Condiviso. Tutti gli output previsti sono stati ampiamente ottenuti. Per esempio le famiglie uscite dalle baraccopoli sono state 204 anziché le 153 previste e poco meno della metà sono andate a vivere in una casa di proprietà”.

Capacity si può definire un progetto pilota, per la sua costante ricerca di metodi positivi e alternativi, che vanno ben oltre la fornitura di spazi abitativi e di opportunità lavorative. Quali le sue peculiarità?

“Capacity è un progetto fortemente innovativo finalizzato a redistribuire ricchezza di beni materiali, di conoscenza, di beni relazionali. Il progetto può essere pensato come uno shock esogeno capace di attivare processi durevoli, endogeni, di sviluppo umano sostenibile. Il progetto è esplicitamente ispirato al capability approach e ha promosso in modo interdipendente: la creazione di sistemi urbani e socio economici di qualità e capaci di generare alternative sui funzionamenti umani legati all’abitare, al reddito/lavoro, alla socialità e alla conoscenza (e quindi alla sfera dell’immaginario, della costruzione dei desideri e delle aspettative e della percezione della città e dei contesti); progetti personalizzati e comunitari di mediazione socio-cognitiva, che hanno facilitato la possibilità che persone in situazione di forte deprivazione materiale e culturale potessero cogliere, ri-conoscere e valorizzare le nuove opportunità, scegliendo quelle più funzionali ad un loro progressivo benessere”.

Fulcro del progetto è il capitale personale di capacitazione. Può illustrarlo?

“Limitatamente al funzionamento dell’abitare il progetto ha generato tre alternative possibili: acquisto da parte del Comune di Messina di unità abitative sul mercato immobiliare della città e successiva assegnazione ai beneficiari del progetto (le persone che vivevano nelle baraccopoli di Fondo Saccà e di Fondo Fucile) secondo gli standard fissati per legge sull’edilizia residenziale, ma attraverso metodi partecipativi di ibridazione urbana; assegnazione da parte della Fondazione di Comunità di Messina delle unità abitative sperimentali, costruite secondo le metodologie costruttive e le tecnologie più avanzate dell’architettura e dell’ingegneria sostenibile, proprio negli spazi liberati dalle baraccopoli d’amianto, alla cui realizzazione hanno partecipato gli stessi beneficiari attraverso pratiche di co-costruzione; acquisto da parte dei beneficiari di una casa di proprietà grazie ai benefici determinati dalla istituzione di un capitale personale di capacitazione. Tale strumento constava di un contributo una tantum che ha reso possibile l’acquisto di una casa di proprietà scelta dagli stessi beneficiari. Il capitale personale di capacitazione rappresenta, quindi, in modo simbolico e fisico la concreta possibilità di riprendere in mano la propria vita co-progettando con gli operatori tecnici e socio-economici di Capacity percorsi di riconquista dei propri diritti civili sul piano individuale e sul piano sociale e comunitario. Per quanto attiene l’istituzione del capitale personale di capacitazione si precisa che il contributo una tantum ha avuto un valore pari al 75% del prezzo lordo d’acquisto della casa stimata secondo i parametri sopra esposti, con un massimale che in ogni caso non poteva superare gli 80.000 euro. Fermo restando tale massimale, veniva riconosciuto il valore degli eventuali interventi di auto-recupero effettuati sull’immobile da parte dei beneficiari e gli interventi di efficientamento energetico, utilizzando i prototipi/prodotti outcome della fase di ricerca di Capacity. Il restante fabbisogno veniva reperito attraverso prodotti di finanza etica e sociale. Al beneficio del capitale personale di capacitazione si poteva accedere soltanto dentro un patto antimafia che riguardava non solo il passato, ma anche il futuro delle persone beneficiarie”.

Fate rete con altre realtà e/o con le istituzioni e qual è la relazione con queste ultime?

“Si tratta di un progetto complesso la cui realizzazione è stata possibile perché il partenariato era costituito da sistemi socio-economici di qualità, fortemente interconnessi e biodiversi, costituiti da attori economici, attori sociali, enti locali, istituzioni della ricerca scientifica di livello internazionale, attori di finanza etica e sociale reti europee dell’economia sociale e solidale e della finanza etica”.

La pandemia ha fermato tutto o in parte lo sviluppo del progetto?

“La pandemia ha evidenziato come diseguaglianze sociali e diseguaglianze ambientali siano due facce della stessa medaglia: vivere il lockdown nelle baraccopoli d’amianto o in case dignitose e spaziose dà plasticamente il senso di quanto oggi sia urgente pensare processi di trasformazione e di metamorfosi sociale ed urbana attraverso lo sviluppo di programmi capaci di redistribuire ricchezza e dignità”.

(ITALPRESS).

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