BANKITALIA, NEL 2017 MOLTE LUCI E POCHE OMBRE

“Il 2017 è stato un anno in cui le luci sono prevalse sulle pochissime ombre, una di queste è l’edilizia che va meglio, cresce ma di poco, con un fatturato a +3,1% e il miglioramento del ciclo immobiliare, compravendite in rialzo del 5,5% e quotazioni dell’1%, ma deve recuperare qualche punto. Soprattutto, sono andati bene il manifatturiero, le esportazioni, gli investimenti”. Lo dichiara il direttore della sede di Milano della Banca d’Italia Giuseppe Sopranzetti, a margine della presentazione del rapporto annuale dell’istituto di credito ‘L’economia della Lombardia’ che, alla voce ‘Il quadro d’insieme’ parla di un rafforzamento dell’espansione dell’economia lombarda, nel 2017, con il PIL che registra +1,7% (stime Prometeia), una crescita dell’attività in tutti i settori produttivi, un incremento delle esportazioni (+7,5%), l’espansione degli investimenti delle imprese e dei consumi delle famiglie che, la distensione delle condizioni di finanziamento, il miglioramento del mercato del lavoro che aumenta il reddito delle famiglie lombarde che beneficiano di un aumento di ricchezza pro-capite rispetto alla diminuzione nella media nazionale. Prestiti di banche e società finanziarie aumentano, i mutui erogati, per l’acquisto di abitazioni sono pari a 11,1 mld di euro, mentre il credito al consumo cresce dell’8,2% e i depositi bancari delle famiglie del 2,2% che privilegiano titoli azionari e strumenti di risparmio gestito.

Il mercato del lavoro, direttamente collegato al miglioramento delle condizioni economiche delle famiglie, cresce dell’1,7% nel 2017, le ore lavorate del 2,6% e si riduce l’utilizzo della Cassa Integrazione. La disoccupazione, in Lombardia, scende al 6,4%, mentre a livello nazionale si attesta all’11,2%. Purtroppo, però, i nuovi contratti di lavoro attivati sono, per la maggior parte, a termine o di apprendistato, con un saldo negativo dei contratti a tempo determinato. Nonostante i molti lati positivi dell’andamento della Lombardia, non si è, ancora, recuperato il divario con le altre regioni europee simili per struttura economica e produttiva. “Per anni la Lombardia ha avuto un processo di riconversione verso un mercato molto più complesso e non sempre i risultati erano pienamente soddisfacenti. Però, lo sforzo fatto in questi anni di rimettere in sesto, con le nuove tecnologie” in cui ha investito il 50% delle aziende lombarde, “comincia a dare i suoi frutti”, ammette Sopranzetti. Infatti, sempre stando al rapporto, nell’industria la produzione è cresciuta del 3,7%, mentre gli investimenti del 4,8%, grazie alla ‘alla positiva dinamica della domanda e delle condizioni distese di finanziamento’. Inoltre, le imprese hanno usufruito di agevolazioni fiscali sugli investimenti, come super-ammortamento (62% delle imprese) e iper-ammortamento (26% degli operatori) e l’80% delle industrie e dei servizi ha conseguito un utile di esercizio, nel 2017.

Nel terziario il fatturato è aumentato dello 0,6% per gli esercizi commerciali al dettaglio, del 3% per gli altri esercizi. “La Lombardia ha tanti punti di forza ed è giusto confrontarla, insieme a Milano, con le più importanti regioni europee. Rispetto a queste, però, dobbiamo ancora recuperare, ma siamo tra le regioni più dinamiche”. I brevetti, in Lombardia, tra 2016 e 2017, hanno valori doppi rispetto alla media nazionale e la Regione si attesta nelle prime sue posizioni, con il Lazio, per spesa dei viaggiatori stranieri. Riguardo alle banche, “c’è una ripresa ma c’è, anche, un fenomeno che il governatore” della Banca d’Italia Ignazio Visco, “ha messo in evidenza: sempre di più l’Italia e la Lombardia devono allinearsi su quelli che sono gli standard internazionali, un po’ meno credito, più autofinanziamento, più corsa al mercato. Il credito cresce in maniera differenziata, alcune imprese che danno maggiore affidamento hanno più agevolmente credito, le costruzioni ancora soffrono, però c’è, anche, molto più mercato: i 16 mld di euro di emissioni nette obbligazionarie da parte delle imprese lombarde dimostrano come ci si sta spostando sempre più verso il mercato”, spiega Sopranzetti. Nel rapporto si afferma che le banche hanno provveduto alla riorganizzazione della rete territoriale, con la diminuzione degli sportelli, e dei canali distributivi, con l’utilizzo di piattaforme digitali, per una maggiore efficienza. ‘L’incidenza dei nuovi prestiti deteriorati sul totale dei finanziamenti si è riportata sui valori pre-crisi, pari all’1,4% nel 2017’.

Il non rimborso dei prestiti, infatti, è in diminuzione mentre sono in aumento gli investimenti nelle varie forme di risparmio. I PIR (Piani Individuali di Risparmio), ad esempio, sono uno strumento finanziario che da stabilità per tarato sul medio/lungo periodo (5 anni). I prestiti bancari al tessuto produttivo sono aumentati, in media, dell’1,6% su base annua, con alcune differenziazioni: finanziamenti a manifattura e servizi, rispettivamente, +4,2% e +3,1%, alle aziende di medie e grandi dimensioni +2,1%. Il credito bancario, nella prima parte del 2018 ha registrato un +2,6% di espansione. “Rispetto ai livelli pre-crisi, come Italia, siamo ancora indietro, al terzo e quarto trimestre 2017, di circa 5,5 punti. Per la Lombardia non abbiamo dati assoluti ma siamo intorno, rispetto alla media 2018, a 1,5 punti in meno. Quello che preoccupa è che la Germania è a +11, quindi, volendoci confrontare con i Paesi europei, c’è ancora un percorso da fare”, sostiene. “Per il 2018, l’unico elemento di incertezza è lo stesso espresso da Christine Lagarde del Fondo Monetario, quando dice che ci sono nubi all’orizzonte, il governatore” Visco “lo ha messo in evidenza a livello nazionale: i protezionismi, che per una regione esportatrice come la Lombardia sono importanti e la fiducia dei mercati, perché se non c’è, per una regione che ha questa apertura verso l’export, come la Lombardia, indubbiamente, ci potrebbero essere maggiori difficoltà”. I dazi potrebbero influire sulle esportazioni della Lombardia “perché lo stesso governatore, delineando un quadro molto positivo dell’Italia, ha messo in evidenza come primo rischio le misure protezionistiche”, perché “le barriere ai mercati creano difficoltà, soprattutto, per un Paese che è a vocazione esportatrice manifatturiera come l’Italia e, in particolare, la Lombardia. Però, questa regione ha, anche, la capacità di unire le forze come è stato dimostrato nella sfida dell’EMA”, conclude.

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