Albertini avverte “Il calcio non ha bisogno di supereroi”

An Milano 21/07/2014 - conferenza stampa Demetrio Albertini / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Demetrio Albertini

“Con il coronavirus il calcio ha preso coscienza dello stato dell’arte. Ora la cosa più importante è organizzare la ripartenza. Pianificare. Anche club come Barcellona e Real Madrid pagheranno il prezzo della crisi, ma ha ragione anche l’Aic: i calciatori faranno sforzi, in Italia però ci sono situazioni diverse da valutare”. Lo ha detto Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della Figc, in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’. Il taglio stipendi della Juve è una via valida: “E’ quella da seguire, ma non c’è una legge quadro e si spera che ognuno si attenga alle decisioni della Lega – ricorda l’ex centrocampista del Milan e della Nazionale – Il calcio non è un mondo a parte, non c’è bisogno di supereroi, ma di entrare nel mondo degli altri. Il virus porta all’uguaglianza. Nulla sarà come prima. Questo è un momento triste che resterà nella storia. Il messaggio che do ai miei figli è che devono fare qualcosa di eccezionale, come hanno fatto i nostri nonni nella seconda guerra mondiale”. Su Instagram, l’ex rossonero ha battibeccato con Inzaghi sulla ripartenza dei campionati: “Non ho litigato, siamo amici e con Pippo non ho problemi. Ma mi dà fastidio che si pensi che se non ripartiamo c’è sotto qualcosa. La priorità è la salute. Anche io vorrei che si tornasse a giocare, anche io vorrei uscire di casa, oggi, anzi ieri. Ma se uno pensa al convoglio tragico di Bergamo non può non concordare che il primo dovere è riflettere. Anche io come tutti ho perso qualcuno che conoscevo. I social sono spesso una questione di pancia, volevo esprimere il mio dissenso con certe frasi. Comunque, entro aprile dovremo capire se giocare o congelare”. Albertini affronta anche il ‘tema’ Milan, da poco ‘orfano’ di Boban: “Secondo me al Milan c’è grande confusione. Da una parte c’è un amico e dall’altra una persona, Gazidis, che ho incontrato poche volte. Credo che il Milan abbia perso un elemento valido, ma è come in uno spogliatoio: se ci sono tanti fuoriclasse, tante teste che non vanno d’accordo, è inutile cercare la colpa. Non è che qualcuno abbia sbagliato, alla fine è sbagliata la stagione e chi ci rimette è il Milan. Adesso serve un progetto sportivo chiaro, ripartire ogni anno da zero non serve. Se il Milan è soltanto un progetto economico, che lo dicano”. Da dirigente, Albertini rinnoverebbe il contratto di Ibrahimovic: “Lo sport è emozione, il Milan sembrava una pozza d’acqua e Zlatan è stato il sasso gettato nello stagno. Ha creato emozioni. E ha dimostrato che può ancora giocare in Serie A, magari non tutte le partite, ma questo conta poco”.
(ITALPRESS).

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