TORINO (ITALPRESS) – “Un’oasi di gentilezza in cui ci si sente al sicuro”. Con queste parole il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha aperto ufficialmente la 37 esima edizione del Salone Internazionale del Libro a Torino. Per l’esponente del Governo Meloni, il Salone “è un esempio di cultura popolare e un momento di riflessione sullo stato di salute della cultura in Italia e non solo”.
Negli interventi di apertura, che si sono svolti oggi nell’Auditorium Lingotto, si sono sovrapposti i problemi attraversati dal settore dell’editoria, ma anche i temi urgenti che riguardano le guerre in Europa e Medio Oriente. Proprio in merito alla corsa al riarmo da parte degli Stati europei, il ministro Giuli ha detto: “La cultura è uno strumento naturale di pace, perché parla la lingua universale del dialogo in cui si riconoscono tutte le fazioni, anche quelle in lotta tra di loro. Per questo nel momento in cui il mondo e l’Europa si pongono il problema di riarmarsi come strumento di deterrenza nei confronti dei dispotismi, noi operatori della cultura e istituzioni culturali dobbiamo porci il problema di rafforzare il messaggio e le dotazioni economiche del mondo culturale, perchè soltanto la cultura riesce a impedire l’uso delle armi”.
Anche per questo, Giuli non ha escluso che il MiC possa aumentare il suo sostegno economico verso la kermesse letteraria. Ma non solo. “Il nostro lavoro è oggi accompagnato dalla volontà di procedere, entro quest’anno, a una decisa semplificazione burocratica affinché i giovani possano utilizzare in maniera più proficua le Carte Cultura e Merito messe a disposizione dal nostro Ministero – ha aggiunto – I dati di vendita dei libri nel primo trimestre del 2025 hanno mostrato innegabili profili di criticità. Chiunque nasconda questa aspra verità se ne rende oggettivamente complice”.
Secondo i numeri portati dal ministro, nel primo trimestre 2025 l’editoria italiana flette del 3,4%, sia a copie sia a valore, con meno 810 mila copie e meno 11,9 milioni di euro. “Ai nostri occhi, ogni libreria che chiude, così come ogni casa editrice costretta a uscire dal mercato, rappresenta un fallimento materiale e immateriale. Un lutto culturale – ha detto Giuli – Lo stesso principio vale per ogni sala cinematografica che chiude, così come per ogni impresa artistica che fallisce. In pochi mesi abbiamo fatto approvare in Parlamento una legge di sostegno alla cultura, siamo tuttavia consapevoli che per dirci finalmente soddisfatti il percorso da compiere è ancora lungo”.
La Regione ospite di questa edizione del Salone del Libro è la Campania. Per questo, ad aprire la manifestazione c’era anche il suo presidente, Vincenzo De Luca, che ha posto l’attenzione sui conflitti bellici. “In questo momento sta arrivando nell’ospedale pediatrico di Napoli “Santobono” un bambino di tre anni, devastato dalle bombe israeliane. È una vergogna per il mondo civile quello che sta accadendo a Gaza – ha detto – Io sono fra quelli che non riescono a reggere le immagini di devastazione totale nell’indifferenza del mondo. Dobbiamo raccontare questo mondo e raccontare che non c’è nessuno scontro di civiltà in atto. C’è un mondo destrutturato dove c’è solo più la legge della forza. La democrazia è arrivata a fine corsa”. A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, secondo cui “il Salone è uno straordinario presidio di democrazia, perché dove si leggono libri si ascoltano opinioni, dove si ascoltano opinioni si impara il rispetto e dove c’è rispetto può crescere la libertà”.
– foto xn3/Italpress –
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