Afghanistan, Minniti “Tutelare i diritti delle donne per proteggere l’occidente”

ROMA (ITALPRESS) – “In questo momento l’Afghanistan è tra i principali incubatori del terrorismo internazionale. Ricordando la storia di Maria Bashir – una donna e un magistrato fortemente coraggiosa, che ha sacrificato tutto ai principi di libertà e di uguaglianza nel suo Paese – non facciamo un’azione di buona volontà, ma anche un’azione che tutela noi stessi: non ci possono essere zone in cui i diritti vengono dimenticati, perché il rischio è che a un certo punto vengano dimenticati dappertutto”. Lo ha detto Marco Minniti, presidente della Med-Or Italian Foundation nel corso di un incontro ospitato dalla Luiss, con la presenza della prima donna procuratore capo in Afghanistan, che nel 2021 è stata costretta a fuggire e a cui l’Italia ha conferito la cittadinanza per meriti straordinari. “Il ritiro drammatico e affrettato dall’Afghanistan non è un punto d’orgoglio per la comunità internazionale. Sapere che adesso gli Usa hanno problemi a riconoscere la protezione internazionale a quegli afgani che hanno collaborato con la comunità internazionale mi fa venire la pelle d’oca, perché quelle persone rischiano di essere spedite in Afghanistan e di essere condannate a morte”, ha ricordato Minniti.

Nella ricostruzione dell’Afghanistan abbiamo commesso degli errori, su cui dobbiamo riflettere: nel momento in cui si avvia una transizione, questa deve essere ordinata, deve garantire i diritti delle persone e non abbandonare nessuno. L’idea di un sistematico isolamento e di un ruolo drammatico di sottomissione delle donne è inaccettabile, ci porta all’età della pietra”, ha concluso Minniti.

Nel suo intervento, Maria Bashir ha denunciato che “le donne oggi sono sistematicamente cancellate dalla vita pubblica: quello che sta succedendo in Afghanistan è un apartheid di genere. L’allontanamento delle donne dalla vita pubblica ha paralizzato l’economia del Paese e ha causato loro una crisi psicologica, per essere state derubate della loro libertà e del loro futuro. Rivolgo un appello alle autorità internazionali e alle università: vi imploriamo di prestare attenzione alla situazione delle donne e delle ragazze afghane, non lasciate che non ricevano un’istruzione”.

“L’istruzione non è un privilegio, è un diritto fondamentale che deve essere garantito. Ringrazio l’Italia e il ministero della Difesa che mi sono stati accanto Bisogna amplificare la voce delle donne afgane che continuano a lottare con coraggio e resilienza, camminano a testa alta. Solo attraverso la solidarietà globale possiamo ripristinare il diritto all’istruzione per le donne”.

Gaetano Quagliariello, che dirige la Luiss School of Government, ha infine sottolineato che Maria Bashir “è stata perseguitata innanzitutto perchè è donna, poi perchè è un giudice e un funzionario pubblico, rea di aver sfidato il potere assoluto e di aver testimoniato col suo operato che sistema politico e religione possono convivere rispettandosi. Il rispetto è parità nella reciprocità, lo si deve innanzitutto a sé stessi, a ogni persona e a ogni cultura”.

– foto xi2/Italpress –

(ITALPRESS).

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