Acque del Po più limpide per effetto delle scarse pecipitazioni

PARMA (ITALPRESS) – L’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, ha effettuato una serie valutazioni tecniche per testare l’impatto effettivo del lockdown sulla qualità della risorsa idrica. Le indagini hanno rivelato che la limpidità riscontrata nelle acque del fiume Po, è principalmente riconducibile a una minor movimentazione del materiale sospeso. Le cause sono legate alle scarse piogge tra gennaio e aprile che, insieme a un minor utilizzo delle acque, hanno consentito la sedimentazione del materiale sospeso, aumentando di conseguenza la trasparenza delle acque. I rilevamenti effettuati a gennaio, da parte dei gestori di impianti di potabilizzazione, mostrano la presenza di prodotti fitosanitari di aprile, compatibile con il periodo di utilizzo agricolo. I dati rispecchiano quindi un andamento stagionale dovuto ai trattamenti in agricoltura, non riconducibile agli effetti del lockdown. In collaborazione con Pierluigi Viaroli, professore dell’Università degli Studi di Parma, è stato valutato l’andamento dei nutrienti (nitrati, ammonio) in funzione della portata, confrontando le concentrazioni riscontrate nel 2020 con quelle del 2003, 2007 e 2012, anni idrologicamente simili all’attuale. L’andamento è risultato quindi analogo con una diminuzione dei nutrienti nel tempo dovuta alla carenza di piogge, anche in assenza del lockdown. Non sono state riscontrate diminuzioni significative delle sostanze inquinanti di origine industriale: la grande maggioranza degli scarichi industriali è già collettata in reti e sistemi di depurazione che permettono l’abbattimento di tali sostanze prima dello scarico in acque superficiali. L’assenza di un calo significativo durante il lockdown dimostra la buona efficienza dei sistemi depurativi esistenti all’interno del distretto del Po. Considerato l’elevato livello di collettamento e depurazione delle acque di scarico garantito a scala di Distretto del Po e i trattamenti a cui sono sottoposti i fanghi di depurazione, è da ritenersi irrilevante il rischio di presenza del virus Cov-2 attivo nelle acque superficiali. Anche i fanghi di depurazione riutilizzati in agricoltura nelle Regioni del Distretto, possono essere applicati solo a seguito di procedure di stabilizzazione che li igienizzano escludendoli dalle possibili fonti di contaminazione da Sars CoV-2.
(ITALPRESS).

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