A Tirana il vertice della CPE, focus su Ucraina e allargamento UE

TIRANA (ALBANIA) (ITALPRESS) – I capi di Stato e di governo di 47 Paesi europei, insieme ai leader delle principali istituzioni europee e internazionali, sono arrivati oggi a Tirana per partecipare al sesto vertice della Comunità politica europea (Cpe). Secondo quanto riferito dall’agenzia Ata il summit, che ha visto come slogan “Nuova Europa in un nuovo mondo”, è stato il primo a tenersi in un Paese dei Balcani occidentali.

Il primo ministro albanese Edi Rama ha dichiarato in apertura dei lavori che la campagna elettorale del suo Partito Socialista (PS), vincitore delle elezioni dell’11 maggio, era incentrata sull’Europa e che oltre il 52% degli albanesi ha votato per i socialisti, ovvero a favore dell’adesione all’Unione europea. “È uno straordinario onore per l’intero Paese e per il popolo albanese darvi il benvenuto in questo luogo e in questa casa costruita appositamente per il vertice della Comunità politica europea”, ha detto il premier ai leader presenti. Al centro dei lavori è stata l’Ucraina, con la presenza del suo capo dello Stato Volodymyr Zelensky. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha osservato che “per tre lunghi anni abbiamo dimostrato la nostra unità, la nostra determinazione e una cooperazione ancora maggiore per difendere la sovranità dell’Ucraina, per trovare un percorso verso un accordo di pace e solide garanzie di sicurezza”.

Von der leyen ha ricordato che “lungo tutto il percorso la maggior parte dei membri della Comunità politica europea ha sostenuto sanzioni severe contro la Russia, e queste sanzioni stanno mordendo. Le entrate russe da petrolio e gas sono diminuite di quasi l’80% rispetto a prima della guerra. Il deficit russo sta salendo alle stelle. I tassi di interesse sono proibitivamente alti. L’inflazione è in aumento ben oltre il 10%. E siamo pronti a fare di più per portare Putin al tavolo dei negoziati”. La presidente della Commissione ha poi confermato che l’Unione è al lavoro su un nuovo pacchetto di sanzioni, il 18mo nei confronti della Russia. Il pacchetto includerà sanzioni per i gasdotti Nord Stream 1 e 2 e altre per colpire la flotta ombra adibita al trasporto di petrolio russo. Sempre riguardo al petrolio, si cercherà di lavorare per abbassare ulteriormente il tetto del prezzo del greggio russo. Il settore finanziario di Mosca verrà infine colpito con misure mirate in particolare al settore bancario.

Il vertice di Tirana ha contato la presenza per l’Italia del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha insistito sulla necessità “di non gettare la spugna” e di arrivare per l’Ucraina ad un accordo di pace “serio e che preveda garanzie di sicurezza”. “Si è visto abbastanza bene in queste ultime ore, rispetto a una certa propaganda, chi sia effettivamente disponibile a fare dei passi importanti in favore della pace e chi invece sia chiaramente meno disponibile. Penso però che non dobbiamo gettare la spugna, penso che dobbiamo insistere per un cessate il fuoco incondizionato e per un accordo di pace serio che preveda garanzie di sicurezza per l’Ucraina e continuiamo a lavorare, anche in questi formati, anche per questo obiettivo”, ha dichiarato il presidente del Consiglio prima dell’inizio dei lavori.

“Continueremo a essere al fianco dell’Ucraina e a fare ogni sforzo affinché questa guerra finisca immediatamente, perché la nostra libertà e la nostra sicurezza dipendono dal ristabilimento della forza del diritto sulla legge dei più forti”, ha detto poi Meloni nel suo intervento in sala. “Ogni giorno, l’eroismo e la tenacia del popolo ucraino ci ricordano che cos’è l’Europa e qual è il significato più profondo della nostra identità comune: la libertà – ha aggiunto -. Il mondo ha capito chi era davvero disposto a sedersi al tavolo dei negoziati e chi no. E questo dimostra anche, rispetto a certa propaganda, chi cerca la pace e chi no. Dobbiamo insistere con determinazione per ottenere finalmente un cessate il fuoco senza condizioni e un vero accordo di pace con serie garanzie di sicurezza per l’Ucraina”. Nel suo intervento Meloni ha anche sottolineato la necessità di proseguire nel “processo di riunificazione” dell’Europa. “L’Albania è ovviamente Europa, come l’Italia, la Serbia o la Norvegia, non importa se sono parte di questa o di quell’organizzazione. È per questo motivo che mi fa sempre ridere quando qualcuno tenta di arrogarsi il diritto di decidere chi è europeo e chi no. Tra gli Stati che oggi siedono intorno a questo tavolo, molti hanno deciso di non aderire all’Ue, altri aspirano a farne parte, ma entrambi non sono meno europei dei 27 Stati membri dell’Ue. Ma l’Europa è oggi la casa comune e per raggiungere ciò che vogliamo chiamare la riunificazione europea, attraverso persone che possono differire l’una dall’altra ma che sono parte di un unicum, come le dita di una mano. Essere qui oggi significa compiere un passo avanti nel processo storico di riunificazione dell’Europa”, ha detto il presidente del Consiglio nel suo intervento.

Meloni ha anche partecipato al Core-group Moldova, un formato ristretto dedicato al sostegno alla sicurezza del Paese, che aspira all’adesione Ue. I membri del formato sono Italia, Francia, Germania, Polonia, Romania, Ue, Usa e Regno Unito, e i loro leader hanno diffuso una Dichiarazione congiunta dopo un incontro con la presidente moldava Maia Sandu avvenuto alla presenza del presidente del Consiglio europeo e al presidente della Commissione europea. “Accogliamo con favore il continuo impegno della Moldova per le riforme democratiche, lo Stato di diritto e i valori condivisi in tutta l’Unione europea”, si legge nella Dichiarazione. “Mentre il Paese si prepara alle prossime elezioni parlamentari, è essenziale che i moldavi possano scegliere liberamente il proprio futuro, senza interferenze straniere. Continueremo a sostenere la Moldova nella salvaguardia dei suoi processi democratici e nel rafforzamento della sua resilienza contro le minacce esterne”, conclude il testo.

Il presidente del Consiglio ha anche avuto un incontro, a margine dei lavori della Cpe, con il premier albanese Rama. Secondo una nota di Palazzo Chigi, i due interlocutori hanno ribadito il reciproco forte interesse a rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali e nella prospettiva dell’adesione dell’Albania all’Unione europea. “A questo fine e nel contesto dei rapporti privilegiati tra Roma e Tirana, del Trattato di Amicizia e Cooperazione del 13 ottobre 1995, della Dichiarazione di Partenariato Strategico del 12 febbraio 2010 e del Protocollo per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria del 6 novembre 2023, è stato concordato di convocare entro l’anno in Italia il primo Vertice intergovernativo Italia-Albania”, si legge nella nota. “Il Vertice costituirà l’occasione per fare il punto sulla cooperazione bilaterale e per concordare ulteriori iniziative volte a rafforzare il partenariato strategico tra Roma e Tirana, individuando alcuni settori chiave, fra i quali: difesa e sicurezza, energia, migrazioni, protezione civile, salute, ambiente, sviluppo economico e infrastrutturale e con un focus alla formazione professionale in ciascuno dei citati settori di cooperazione”, si legge ancora.

A margine dell’incontro si è proceduto allo scambio degli strumenti di ratifica dell’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Albania in materia di sicurezza sociale, firmato a Roma il 6 febbraio 2024. Meloni, sempre al suo arrivo, aveva risposto alle domande dei giornalisti dichiarando che non avrebbe fatto in tempo a visitare i Cpr italiani in Albania ma la velocità e il funzionamento dei rimpatri sono elementi, aveva osservato la premier, che mostrano che “come avevamo promesso, stiamo andando avanti”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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