A SAGAN LA ROUBAIX, MORTO GOOLAERTS DOPO INFARTO

Peter Sagan esorcizza l’Inferno del Nord ed entra tra i miti del pavè. Il 27enne slovacco della Bora-Hansgrohe, vincitore delle ultime tre edizioni del Mondiale in linea, mette in bacheca la 116esima Parigi-Roubaix, 257 chilometri con partenza da Compiegne ed arrivo nel tradizionale velodromo della cittadina francese dopo 29 settori di pavè (54,5 Km complessivi). Quella di Sagan, che si aggiudica la sua seconda classica monumento dopo il Giro delle Fiandre del 2016, è un’autentica impresa: ai -39 dal traguardo, sulle pietre dell’Ennevelin, Sagan mette il turbo e saluta la compagnia dei pretedenti al trono assieme ad un outsider, lo svizzero Silvan Dillier (Ag2R La Mondiale), uno degli attaccanti della prima ora assieme a Bystrom (Uae Emirates), Robeet e Duquennoy (WB Veranclassic), Wallays (Lotto), Soler (Movistar), Thompson (Dimension Data), Soupe (Cofidis) e Smukulis (Delko Marseille). Diventa in pratica una lunga cronometro tra i due davanti e gli immediati inseguitori, tra i quali l’olandese Niki Terpstra (Quick-Step Floors), primo nel 2014 e terzo con un ritardo di 57″, e l’olimpionico belga Greg Van Avermaet (Bmc) che, dopo il trionfo dell’anno scorso, deve accontentarsi della quarta piazza, ottenuta davanti al connazionale Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). Sagan e Dillier marciano di comune accordo ed entrano al Velodromo per giocare ognuno le proprie carte: lo slovacco però è di un altro pianeta e, come un pistard provetto, si mette alle spalle del rivale per poi infilarlo con una volata magistrale.  “E’ incredibile, sono stanchissimo – il commento a caldo di Sagan, che festeggia il suo 104esimo centro tra i professionisti – Quest’anno e’ andato tutto bene, non ho avuto forature o problemi meccanici, ho attaccato al momento giusto e sono arrivato sino in fondo. L’anno scorso ero piu’ stanco, i miei compagni hanno fatto un lavoro fantastico e tutto lo staff e’ stato compatto con me per portarmi a questa giornata. Sono felicissimo, e’ stato un finale straordinario”. Il tri-campione del mondo e’ entrato ormai nella leggenda: “E’ una sensazione bellissima, lo spero… Cerco sempre di dare il massimo per arrivare ai risultati migliori”. La corsa, sempre spettacolare nei due punti più ‘caldi’, la mitica Foresta di Arenberg ed il Carrefour de l’Arbre, ha fatto registrare tante cadute, tra cui quella di Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), l’italiano più accreditato assieme a Gianni Moscon (Sky), quest’ultimo smarritosi nel finale.

Ma l’impresa dello slovacco e’ quasi passata in secondo piano per la morte, a seguito di un arresto cardiaco in gara, da parte del belga Michael Goolaerts. Il 23enne della Verandas Willems-Crelan e’ stato trasportato in elicottero all’ospedale di Lilla in gravi condizioni in seguito ad una caduta durante il settore numero 28 di pave’, da Viesly a Briastre. Goolaerts era caduto dalla bicicletta in seguito ad un arresto cardiaco ed era stato soccorso a bordo strada con un defibrillatore. In serata il decesso. Il suo team aveva invitato a non fare speculazioni sul suo stato di salute, ringraziando tutti coloro che, dopo l’incidente, hanno riservato un pensiero allo sfortunato corridore. “I nostri pensieri ora sono per la sua famiglia ed i suoi amici. Grazie per i vostri messaggi di supporto”.

(ITALPRESS).

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