DOHA (QATAR) (ITALPRESS) – Il Qatar ha presentato una proposta di mediazione sia a Israele che al movimento islamista palestinese Hamas basata sul precedente piano elaborato dall’inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, respinto dal gruppo armato al potere nella Striscia di Gaza il mese scorso. Lo ha rivelato una fonte a conoscenza dei dettagli al quotidiano israeliano Jerusalem Post.
L’attuale proposta di lavoro prevede il rilascio di otto ostaggi il primo giorno del cessate il fuoco, seguito dalla liberazione di altri due ostaggi prima del termine della tregua di 60 giorni. Durante questo periodo, dovrebbero svolgersi i colloqui sulla fine della guerra, con l’obiettivo di entrare nel primo giorno di colloqui con progressi tangibili già raggiunti.
Durante l’incontro di ieri tra il ministro per gli Affari strategici israeliani, Ron Dermer, e Witkoff, Israele ha comunicato di aver accettato la nuova proposta del Qatar e di essere pronto ad avviare i colloqui indiretti con Hamas per finalizzare l’accordo, riporta Axios. La conferma è arrivata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che su Truth ha scritto: “Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra”.
Lunedì 7 luglio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu incontrerà Trump alla Casa Bianca con cui discuterà anche del cessate il fuoco a Gaza, dove si trovano ancora 50 ostaggi israeliani. Domani, dopo le riunioni di Dermer a Washington, il gabinetto di sicurezza israeliano dovrebbe riunirsi per decidere se inviare una delegazione israeliana in Egitto o in Qatar.
Non è chiaro se l’ultima proposta del Qatar affronti il punto critico fondamentale nei colloqui: la richiesta di Hamas di un fermo impegno degli Stati Uniti che un cessate il fuoco di 60 giorni porterà a una fine permanente della guerra, riporta Axios. Per Israele, qualsiasi cessate il fuoco a lungo termine deve includere la rimozione di Hamas dal potere, lo smantellamento della sua ala militare e l’esilio dei suoi comandanti di alto livello. Israele vuole che Gaza sia amministrata da funzionari palestinesi locali non affiliati a Hamas o all’Autorità nazionale palestinese, con Stati arabi come Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita che svolgono ruoli attivi. Al contempo il gruppo islamista al potere a Gaza finora non ha accettato il suo disarmo.
– foto IPA Agency –
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