ROMA (ITALPRESS) – Il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024. I furti sono il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 28%, +4,5 punti percentuali rispetto al 2023), seguiti da atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti sul 2023) e dalle rapine (25,3%, +6,4 punti in confronto al 2023). È quanto emerge dall’indagine Confcommercio sui fenomeni illegali, presentata in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”.
L’usura, che negli ultimi anni è stato il crimine segnalato più in crescita, scende al 20,6% (-3,8 punti sul 2023). Quasi un imprenditore su tre (31,3%) teme che la propria impresa possa essere esposta al rischio di fenomeni criminali quali furti, rapine, atti vandalici e spaccate, aggressioni, etc. I furti sono il crimine che preoccupa maggiormente gli imprenditori in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (33,2%).
Più di otto imprese su dieci (82,9%) hanno investito negli ultimi anni in misure per la sicurezza, soprattutto in sistemi di videosorveglianza (64,3%) e di allarmi antifurto (53,4%).
Il 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione per via soprattutto della concorrenza sleale (50,1%) e della riduzione dei ricavi (23,1%).
“Quest’anno abbiamo dedicato la nostra giornata al delicato tema della sicurezza che tocca la quotidianità delle nostre imprese e viene vissuta in modo molto intenso, in particolare, nelle grandi aree urbane. Ma, rispetto al passato, c’è una propensione maggiore a denunciare. Questo aumento delle denunce, dunque, è un ottimo segnale che deriva anche da un clima generale a cui ha contribuito certo lo stesso Governo Meloni”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”.
“Denunciare è infatti un sintomo di fiducia nello Stato e nelle sue possibilità di intervento. E su questo tema vorrei ringraziare la magistratura e tutte le forze dell’ordine. Legalità e sicurezza sono di certo strettamente legate, ma non sono la stessa cosa. La legalità, infatti – osserva – è il rispetto delle regole condivise che garantiscono diritti, doveri e libertà individuali e collettive. È il fondamento su cui si basa la convivenza civile e il presupposto perché ogni cittadino possa sentirsi tutelato e riconosciuto all’interno della comunità. Dall’altra parte, la sicurezza è la condizione che consente a ogni persona di vivere, lavorare, muoversi ed esprimersi in libertà senza timore di subire violenze, soprusi o ingiustizie. Ripeto: stanno insieme, legalità, sicurezza e libertà, ed anche la stessa libertà di impresa. Lo dicono i numeri”.
“I reati sono anche un costo irragionevole per la nostra economia e una zavorra alla sua potenzialità di crescita. Ricordo che nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari. Il 60,1% delle nostre imprese si ritiene penalizzato da abusivismo e contraffazione – ha proseguito Sangalli – la consapevolezza è il primo passo per il cambiamento, in tema di legalità e di sicurezza. Riteniamo poi di grande importanza anche il sostegno alle imprese nei maggiori investimenti che stanno affrontando per prevenire i rischi, dotandosi, ad esempio, di sistemi di video sorveglianza – osserva -. L’82,9% delle imprese del terziario che abbiamo intervistato hanno investito negli ultimi anni in misure per la sicurezza che danno buoni risultati, e rappresentano un aiuto anche alle forze dell’ordine, perché non dimentichiamo che una delle parole chiave di questa giornata – e in generale del nostro impegno sulla legalità – è proprio ‘collaborazione’ con le istituzioni e le forze dell’ordine”.
-Foto IPA Agency-
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