#Zonarossa, pregi ed errori della comunicazione sul Covid-19

Una riflessione costruttiva sui processi della comunicazione emersi in Italia durante l’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19. Questo l’obiettivo di “#Zonarossa. Il Covid-19 tra infodemia e comunicazione”, libro scritto da Lelio Alfonso e Gianluca Comin con la prefazione di Walter Ricciardi, edito da “Guerini e Associati” e già disponibile in edizione digitale (su Amazon, GoWare, IBS e in tutti gli store online), mentre nelle librerie arriverà a inizio luglio. “Abbiamo voluto affrontare quanto è accaduto in questi ultimi mesi come se ci trovassimo di fronte a una malattia dell’informazione, con la necessità di fare una diagnosi e cercare una terapia”, racconta all’Italpress Alfonso. “L’infodemia, la ricerca ansiogena di informazioni già sperimentata nel 2003 per la Sars, è arrivata in Italia insieme al Covid-19 con la stessa fortissima virulenza – spiega il co-autore del libro – generando momenti di confusione e incapacità nel comprendere i comportamenti da tenere e la gravità della situazione, soprattutto in alcune zone del Paese”. All’interno dell’emergenza, #Zonarossa mette in risalto gli aspetti positivi della comunicazione intrapresa. “Ce ne sono stati molti – osserva Alfonso -. Affrontare una pandemia non è impresa facile neppure dal punto di vista della comunicazione, perché c’è la necessità di spiegare in modo chiaro ai cittadini ciò che sta avvenendo. Il presidente del Consiglio ha assunto questo onere in prima persona”. Secondo i due autori sono stati commessi, del resto, anche “inevitabili errori”. “C’è stata la voglia di alcune figure di emergere, di presenziare nella comunicazione. C’è stata una forte presenza degli esponenti della scienza: medici, virologi, esperti. Questo insieme di voci ha creato una confusione, un rumore di fondo che non sempre per il cittadino era semplice da percepire – osserva Alfonso – Non a caso la seconda parte del nostro libro è dedicata a tutte quelle che dovrebbero essere le giuste pratiche di comunicazione al cittadino, dalla comunicazione d’impresa e alla comunicazione istituzionale, politica e anche mediatica”.  #Zonarossa non si pone l’obiettivo di lanciare un j’accuse contro le scelte comunicazionali fatte in emergenza, ma vuole invece analizzare in modo approfondito l’accaduto e dedurne indicazioni per un’eventuale, nuova situazione imprevista. “Serve grande trasparenza, grande semplicità e l’utilizzo di terminologie comprensibili e che abbiano sempre un senso positivo – spiega Alfonso sintetizzando le conclusioni del libro – Un esempio su tutti: la scelta del termine ‘distanziamento sociale’ è stata un errore comunicativo molto grave. Il concetto di distanziamento fisico spiega la necessità forte di preservare la salute e la sicurezza di tutti, ma considerare la socialità un qualcosa da distanziare dà un segnale negativo. È uno dei tanti errori, piccoli o grandi, che raccontiamo nel nostro libro”. (ITALPRESS).

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