DOHA (QATAR) (ITALPRESS) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è arrivato oggi in Qatar per la seconda tappa del suo tour ufficiale all’estero nel Golfo, la prima del suo secondo mandato. La prima tappa si è svolta in Arabia Saudita dove si è tenuto un forum degli investimenti tra gli imprenditori dei due paesi.
Questa mattina invece si è svolto il vertice con i paesi arabi del Golfo. L’aereo di Trump è atterrato all’aeroporto internazionale Hamad di Doha, la capitale del Qatar, proveniente da Riad, nel mezzo delle polemiche sulla fornitura da parte del Qatar agli Stati Uniti di un aereo noto come “palazzo volante” per il suo lusso.
Nel corso della sua visita istituzionale in Qatar, il presidente Donald Trump ha firmato una serie di accordi con lo sceicco Tamin bin Hamad Al Thani. Uno di questi riguarda l’acquisto degli aerei della Boeing, azienda aerospaziale americana, il cui amministratore delegato era presente all’evento. Il passo successivo è stato invece un accordo sulla difesa e l’acquisto di droni militari. Lo stesso Trump ha reso noto che si tratta del più grande ordine di jet nella storia dell’azienda, dal valore di oltre 200 miliardi di dollari. Per l’occasione Trump ha fatto grandi elogi ad Al Thani, ribadendo che il leader del Qatar gli ricorda il principe ereditario saudita bin Salman, incontrato dal tycoon nella giornata di ieri. Il presidente repubblicano ha definito entrambi come “ragazzi alti e belli, oltre che molto intelligenti”.
Lo scopo dei due leader in questo incontro è stato quello di rafforzare i legami commerciali e di difesa. Secondo lo sceicco Al Thani, le due nazioni hanno portato le loro relazioni ad “un altro livello”, grazie anche alla prima visita di Stato di un presidente americano in Qatar. In precedenza Trump aveva ribadito l’impegno strategico e il partenariato degli Stati Uniti con la Regione in un discorso al vertice del Consiglio di Cooperazione degli Stati Uniti e del Golfo a Riad. A margine del suo intervento Trump ha anche incontrato il suo omologo siriano Ahmed al-Sharaa, poco dopo aver annunciato la revoca delle sanzioni alla Siria. Proprio sull’incontro fra Trump e il leader siriano la Casa Bianca ha fornito maggiori dettagli, con la portavoce Karoline Leavitt che ha ribadito come Trump abbia esortato al-Sharaa a riconoscere diplomaticamente Israele, ad aiutare gli Stati Uniti a fermare qualsiasi rinascita dello Stato Islamico e ad assumersi le responsabilità di oltre una dozzina di centri di detenzione che ospitano circa 9000 sospetti membri dello Stato islamico.
Secondo quanto rivelato dalla Casa Bianca, le prigioni in questione allo stato attuale sono gestite da forze guidate dai curdi e sostenute dagli Stati Uniti, che il mese scorso hanno concordato che tutti i valichi di frontiera con l’Iraq e la Turchia, gli aeroporti e i giacimenti petroliferi nel nord-est sarebbero passati sotto il controllo del governo centrale entro la fine dell’anno. A questo proposito il desiderio di Trump che la Siria prenda il controllo delle prigioni lascia spazio anche la possibilità di un completo ritiro militare americano dalla Siria.
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