RIMETTIAMO IN SOTTOFONDO “NOTTI MAGICHE”

Ho visto una foto di Gianna Nannini con Maradona. “Mi amava” – ha detto la cantante non facile a frivolezze che in realtà dev’essere stata colpita da un ricordo di gioventù. Già, eravamo tutti più giovani, trent’anni fa, e non solo all’anagrafe: stavamo vivendo un evento che documentava l’importanza dell’Italia nel mondo. Un Mondiale di calcio non si dà facilmente, soprattutto se non lo paghi, vedi il Qatar ma anche prima. E’ vero che tanti soldi finirono in tasche non previste, ma questa è un’altra storia. All’italiana. Italia Novanta- ricorderete – fu il Mondiale delle Notti Magiche.
“Notti magiche
inseguendo un goal
sotto il cielo
di un’estate italiana”
Bè, fossi nella Lega calcio, reduce da giorni difficili, arsenico e vecchi dispetti, oggi, annunciando il Calendario della Ripartenza, metterei in sottofondo quella cara vecchia canzone che agli “anta” dà ancora il ghiribizzo. Agli “enta” niente. Non sono smemorati, semplicemente non sanno. Ne chiamerei tanti, giocatori e narratori, a fare un esame sul calcio. Non dico di quesiti sul regolamento regolarmente ignorato, ma domande così: “Per lei cosa vuol dire Notti Magiche?”. Silenzio diffuso. Uno tira a indovinare: “Una rottura di balle”.
Esatto.
Solo 10 partite su 124 al pomeriggio – leggo – la metà di notte. E dunque io avrei commentato felice, anzi cantando: “Notti magiche, aspettando un gol!”. E invece non tutti sono d’accordo, compresi i signorini che il pomeriggio no, con quel caldo, ai quali auguro di non dover mai giocare un mondiale. (Ricordo Città del Messico 1986, la partita con la Francia a mezzogiorno, sconfitta bollente, sì, era caldo anche per loro, ma avevano Platini…e nessuno s’indignò, forse solo io che sudavo come una fontana!).
Con un pò d’intelligenza e di onestà, con un grazie infinito al destino che ci ha salvato e ci ha collocato in un luogo di divertimento e di benessere, si dovrebbe cantare in coro per la vitalità ritrovata con un gioco sociale che annuncia la prossima fine del tormento. E’ forse l’atto più importante che firmerà la vera fine del lockdown. Il calcio ci riporterà nelle città vuote che sembravano abbandonate e tuttavia ci apparvero così belle come mai le avevamo vedute. Il campionato ci riporterà negli stadi vuoti e silenziosi che sollecitano commenti amarissimi da parte di personaggi che solo per seminare zizzania parlano di vergogna.
A questi farei rivedere due immagini che non dimenticheremo mai: il silenzio e il deserto di Piazza San Pietro con Papa Francesco tutto solo a parlare al mondo; il silenzio e il deserto intorno al Vittoriano mentre il presidente Mattarella parla all’Italia.
Se poi volete rompere tutte le sere il silenzio negli stadi fate cantare ancora Gianna Nannini.

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