Portolano “Bilanciare le esigenze nazionali con quelle sovranazionali”

ROMA (ITALPRESS) – “L’attuale momento storico ci impone di perseguire con forza una duplice esigenza: da un lato sostenere la dimensione collettiva della sicurezza in ambito euroatlantico, dall’altro disporre di un’autonoma capacità difensiva. La cooperazione internazionale richiede piena assunzione delle responsabilità da parte di ciascun attore”. Lo afferma il capo di Stato maggiore della Difesa Luciano Portolano, in audizione presso la commissione Difesa della Camera.

L’approccio che intendo perseguire non è guidato solo da vincoli finanziari, ma da una logica che privilegi il soddisfacimento delle reali capacità dello strumento militare – aggiunge Portolano -. La sfida che devo affrontare consiste nel trovare il giusto bilanciamento tra bisogni nazionali ed esigenze sovranazionali di difesa e sicurezza: è una sfida che richiederà numerose risorse negli anni avvenire, in quanto punta non solo all’efficienza operativa e all’aggiornamento costante ma alla valorizzazione delle eccellenze nazionali come il comparto della difesa; il risultato che mi prefiggo di ottenere è rendere disponibile all’Italia uno strumento militare credibile, evoluto, efficace, efficiente e al passo con i tempi, in grado di difendere lo Stato e gli spazi euroatlantici”. 

“Oggi, come ci dimostra il conflitto russo-ucraino, l’Italia deve poter disporre di una buona capacità militare di difesa e deterrenza, tesa a tutelare la sovranità nazionale anticipando gli eventi piuttosto che subendoli – spiega ancora Portolano -: nel mio disegno strategico prefiguro uno strumento militare spiccatamente interforze e in grado di orchestrare azioni sincronizzate in tutti i domini, per produrre effetti tanto nella dimensione fisica quanto in quella virtuale e cognitiva; la difesa deve essere pronta, resiliente, scalabile e altamente proiettabile”.

L’attuale quadro geopolitico continua a essere contrassegnato da un profondo mutamento degli equilibri internazionali, con un’evidente frattura tra i paesi che sostengono il modello democratico e quelli che promuovono modelli autoritari come Russia, Iran, Corea del Nord e altri: questo divario ideologico si intreccia con l’aperta competizione per l’accesso a risorse energetiche e materie prime, con ingerenze sulle principali rotte commerciali e con i conflitti destabilizzanti in Ucraina e Medio Oriente – ha proseguito Portolano – Il Mediterraneo allargato sta assumendo una rinnovata centralità, fungendo da punto focale per gli interessi vitali e strategici nazionali e per la sicurezza dell’Europa. In Estremo Oriente si stanno tessendo nuove trame geopolitiche, ad esempio nel mar Cinese orientale e nel Kashmir, mentre in Medio Oriente permane una fase di escalation delle crisi; anche i precari equilibri nel Nord Africa e nel Sahel sono stati ulteriormente intaccati. Il conflitto in Ucraina coinvolge le grandi potenze mondiali e ha conseguenze profonde sull’assetto di sicurezza europeo e internazionale: Mosca, malgrado le estese perdite sul campo di battaglia, sta ricostituendo le capacità militari perdute e crescendo militarmente a un ritmo più rapido del previsto”.

“Oggi l’esercito russo è più grande di quanto non fosse all’inizio della guerra e questa situazione desta in prospettiva una forte preoccupazione sulla posizione di Mosca lungo il fianco est della Nato; bisogna tuttavia guardare anche al fianco sud, in un momento di minacce ibride – sottolinea Portolano -. Le organizzazioni internazionali restano attori chiave in una cornice di sicurezza e stabilità condivisa, ma tale cornice non è sufficiente per garantire catene di approvvigionamento e proteggere le infrastrutture critiche: il massiccio uso di nuove tecnologie consente di condurre azioni anche complesse in maniera più rapida, efficace ed efficiente”.

“Le forze armate sono chiamate a un impegno che si prevede lungo e gravoso e richiede risorse a adattamenti su larga scala. Ho avviato un processo di adattamento dello strumento militare che, recependo le linee programmatiche e l’indirizzo del ministro della Difesa, persegue sei obiettivi strategico-militari: il documento è in fase di relazione e a breve sarà portato all’attenzione dell’autorità politica. Prefiguro uno strumento militare che sia all’avanguardia, motivato, funzionalmente organizzato, compiutamente interforze, integrato, razionale, efficiente, orientato all’impiego, efficace nei quadranti di prioritario interesse strategico, tecnologicamente bilanciato tra le componenti e in grado di contribuire in maniera credibile alla tutela degli interessi nazionali, alla deterrenza e alla difesa insieme agli Stati membri di riferimento dell’area euroatlantica – prosegue Portolano -. Tale strumento dovrà intercettare le macro-tendenze globali tramite il collegamento a competenze esterne alla difesa tra cui il mondo accademico, dell’industria e dei think-tank: dovrà inoltre essere capace di supportare lo sviluppo e l’implementazione della cultura della difesa e concorrere alla capacità di influenza nazionale nei contesti internazionali”.

“La prima linea d’azione attiene alla coerenza dello strumento militare, con la necessità di un ammodernamento e un rinnovamento generazionale dei mezzi e dei sistemi di armamento: altra condizione essenziale è un addestramento continuo e realistico, per fronteggiare le minacce del XXI secolo su tutti i domini. La seconda linea d’azione opera nella dimensione cooperativa, per garantire un’efficace proiezione all’esterno del paese: questa si basa su esercitazioni multinazionali, cooperazione bilaterale, programmi di scambio e acquisizione di posizioni di leadership tra le organizzazioni internazionali – sottolinea Portolano -. La terza linea di azione riguarda ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, per affrontare le moderne minacce come attacchi cibernetici o azioni ibride. La quarta linea di azione è relativa alla razionalizzazione funzionale: serve uno strumento militare più snello, reattivo e capace di esprimere una superiorità informativa e cognitiva al fine di garantire flussi decisionali più rapidi ed efficaci. La quinta linea d’azione è quella dedicata al personale, risorsa da valorizzare adeguatamente riconoscendone la specificità e puntando a ringiovanire i ranghi”. 

-Foto ufficio stampa Camera dei Deputati-
(ITALPRESS).

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