Nba e giocatori trattano sugli ingaggi, Smart dona il sangue

New York Knicks Danilo Gallinari and Memphis Grizzlies Mac Gasol (33) fight for a rebound in the first half at Madison Square Garden in New York City on February 27, 2010. The Grizzlies defeated the Knicks 120-109. UPI/John Angelillo

Anche le stelle della Nba sono pronte a fare un passo indietro. Secondo la “Espn”, Lega ed Nbpa, il sindacato dei cestisti d’Oltre Oceano, stanno già discutendo di possibili tagli agli ingaggi, che potrebbero spingersi fino al 25% qualora il resto della stagione venisse cancellata. La speranza della Nba resta quella di tornare a giocare e disputare così la fase finale della regular season e i play-off ma qualora non fosse possibile anche i giocatori si faranno carico, in parte, delle perdite. L’accordo collettivo prevede già che gli atleti ci rimettano quasi l’1% dell’ingaggio per ogni partita cancellata per cause di forza maggiore, compresa dunque l’emergenza coronavirus, ma le parti contano di arrivare a un’intesa entro il 15 aprile, quando sono previsti i pagamenti degli stipendi. Se questo non accadesse, i giocatori continueranno a percepire l’ingaggio per intero ma saranno chiamati a restituirne una parte se la stagione non sarà ripresa.
Intanto Marcus Smart, guardia dei Boston Celtics che lunedì ha annunciato di essere guarito dal coronavirus dopo essere risultato positivo due settimane prima, ha annunciato che donerà il sangue perchè possa essere studiato nell’ambito delle ricerche per un vaccino.
Michael Joyner, anestesiologo della Mayo Clinic, aveva confermato ad “Abc News” che almeno quattro giocatori Nba che hanno superato l’infezione doneranno il sangue al “National Covid-19 Convalescent Plasma Project”, una cura sperimentale che potrebbe aiutare i pazienti ad alto rischio a guarire dal coronavirus. Uno di questi sarà proprio Smart mentre non si conosce l’identità degli altri tre.
(ITALPRESS).

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