L’ITALIA PIU’ BELLA INSIEME ALL’ALTRA DEL 1982

Un’orgia di felicità. L’Italia più bella insieme all’altra dell’11
luglio 1982. Una data memorabile. Una partita che non
dimenticheremo mai. Come questo Europeo che ci fa padroni del
Continente e ci avvia verso Qatar 22 con il cuore gonfio di
speranza. Ai rigori di Wembley, dopo quelli che ci avevano
liberato della Spagna, siamo arrivati come in trance, bombardati
dall’urlo degli inglesi che si vedevano strappata la gloria avuta
a portata di mano senza meritarla. Fatta salva questa partita che
diventerà leggenda per tutti, per il mondo intero, visto che nei
120 minuti e nel finale ai rigori ha sciorinato tutto il calcio
possibile, mostrando tanti ritratti del coraggio: i nostri, con
sofferenza, i loro prima con arroganza poi con incredulità.
Capello, Zola avevano aperto le porte di Wembley agli italianuzzi,
stavolta è arrivata l’armata coraggiosa del comandante Mao Mancio.
Ed è stata festa senza precedenti. Degli azzurri non uno che
meriti un rabbuffo. Tutti eroi, tutti bravi, tutti operai, tutti
maestri del calcio italiano che svetta mostrando dapprima una
difesa imbattibile che campioni come Bonucci e Chiellini hanno
trasformato in arma d’assalto, il primo con il gol del pareggio,
il secondo trascinatore senza pause nei momenti in cui pareva
dovessimo soccombere. Bravi bravi bravi. Bravissimo Mancini che
anche stavolta ha cambiato le carte in tavola spegnendo le fasi
d’abbandono, ricaricando le armi fino a spaventare gli avversari
che credevano ormai di averci in pugno con l’appoggio di una folla
che li ha sostenuti con vigore straordinario restituendo al calcio
di tutto il mondo la bellezza della totale partecipazione dei
tifosi. Degli appassionati, dei principi e dei poveri. La gioia
del nostro Presidente Mattarella che, prima di andarsene porterà
al Quirinale la Coppa più bella, consolazione di tante pene, lutti
e dolori degli italiani. E ditemi se non è il calcio che oggi
scalda i nostri cuori, suggerisce coraggio e speranza. Le piazze
d’Italia esplodono di gioia e l’umile, emozionato, stanco cronista
di tanta bellezza le raggiunge in volo gridando, come tutti,
grazie Italia, grazie Italia.

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