L’INTER DI INZAGHI PER UN ‘PIENO DI EMOZIONI’…E ATTENTI ALLA JUVE

21/11/21, voilà il Palindromo che qualcuno nei tempi ha ribattezzato Presagio, lasciando tuttavia la scelta di definirlo anticipatore di fortuna o di iella. Mi piacerebbe indagare Inter-Napoli minuto per minuto e cogliere i dettagli che oggi saranno minuziosamente indagati dai napoletani prima esaltati da Zielinski poi annichiliti da Lautaro, ma vado sul pratico e concludo che la novità assoluta e consacrata di questo confronto è Simone Inzaghi. Bravino, bravo – dicevano a Milano con sufficienza – e gli facevano il torto di aver ricevuto paro paro in consegna l’Inter-scudetto di Conte senza avere la carica esplosiva del desso oggi al Tottenham dove peraltro ha vinto punendo il Leeds. Conte? Ma non mancava solo lui, le assenze di Lukaku e Hakimi sembravano il vero handicap: quel contropiede, quei gol e il muro marocchino, irripetibili…Macchè. Simone ha fatto la sua Inter e il Napoli – anche con sfortuna, penso in particolare all’Osimhen ferito – c’è andato a sbattere per mancanza – stavolta – di una coralità che invece l’Inter di Barella, di Perisic, di Lautaro e di un Calhanoglu incattivito (rispetto ai giorni rossoneri) ha trovato con umiltà, senza far suonare violìni e fanfare.
Peccato per il Napoli, temo sia stato ingannato dalla partenza a mille quando Insigne e Zielinski hanno creato quel gol irresistibile. (Essendo un mio pallino aggiungo che Mertens avrebbe meritato una chiamata anticipata, è in forma-gol, anche quando – sento dire – manca il gol decisivo).
L’Inter ha fatto un importante passo avanti mentre le avversarie dirette (Atalanta a parte) cadevano, ma il Napoli saprà trarre vantaggio dall’interruzione dell’imbattibilità che l’aveva reso fin troppo sicuro di sè mentre immagino che sarà più dura per il Milan mantenere la calma olimpica (tutta di Pioli) che si realizzava con una manovra semplice e elegante e con i gol miracolosi di Ibrahimovic.
Dico a me stesso che l’avvicinamento dell’Inter al Milan e al Napoli consentirà un pieno di emozioni ch’erano state spente dal disastro azzurro (Belfast è un incubo che mi porto appresso dal 1958). Aggiungo che con questo passo prima o poi si dovranno fare i conti anche con la Juve. E non solo per onor di firma: dimenticati gli orrori esibiti con le provinciali la Signora riprende quota. Anche con fortuna.
Tutte insieme, le grandi, compresa la bella Fiorentina di Vlahovic (e Italiano) stanno macinando gol ch’è una bellezza, compresi quei due rigori realizzati da Bonucci che hanno colpito anche Gravina che ho incontrato domenica a Palermo. In chiave azzurra aggiungo che le goleade quasi tutte straniere devono far riflettere sul futuro del nostro calcio, turbato non tanto dai finti Nueve ma dai senza Nueve.
Italo Cucci ([email protected])
(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]