Lavoro, denunce infortuni in calo ma più morti

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Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e novembre sono state 492.150, in diminuzione di quasi 99mila casi rispetto alle 590.679 dei primi 11 mesi del 2019 (-16,7%). Il calo si è registrato pur in presenza nel 2020 delle denunce di infortunio sul lavoro a seguito dei contagi da Covid-19 segnalate all’Inail fino al 30 novembre, che rappresentano circa il 21% del totale delle denunce di infortunio pervenute da inizio anno. A influenzare la flessione è stato in particolare il numero di infortuni rilevati nel mese di maggio, con denunce praticamente dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019. Seguono aprile e giugno con una riduzione di circa un terzo nel confronto con l’anno precedente, luglio con un calo del 20%, marzo e settembre con circa il -15%, agosto con una flessione del 12% e ottobre con un più contenuto -0,7%. Novembre è l’unico mese del 2020 che presenta invece un incremento (+9,1%) rispetto allo stesso mese del 2019, complice evidentemente la “seconda ondata” dei contagi da Covid-19. I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 498.454 a 435.405 (-12,6%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che registrano un calo percentuale più sostenuto, pari al -38,5%, da 92.225 a 56.745. Il numero degli infortuni sul lavoro è diminuito del 7,0% nella gestione Industria e servizi (dai 462.693 casi del 2019 ai 430.348 del 2020), del 19,4% in Agricoltura (da 30.446 a 24.526) e del 61,8% nel conto Stato (da 97.540 a 37.276), quest’ultima per effetto dell’utilizzo della prestazione lavorativa in modalità agile da parte della quasi totalità dei dipendenti statali. L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese. Questa flessione risulta decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-7,0%) e più accentuata nel Nord-Est (-20,2%), al Centro (-21,8%), al Sud (-20,0%) e nelle Isole (-21,5%). Le regioni con il minor decremento sono il Piemonte (-1,7%), la provincia autonoma di Trento (-5,3%) e la Lombardia (-9,0%), mentre quelle con decrementi maggiori sono la Calabria (-29,1%), il Molise (-26,6%) e l’Umbria (-26,4%). La flessione che emerge dal confronto dei primi 11 mesi del 2019 e del 2020 è legata soprattutto alla componente maschile, che registra un calo del 23,4% (da 379.711 a 290.712 denunce), mentre quella femminile si attesta al -4,5% (da 210.968 a 201.438). La diminuzione delle denunce ha interessato sia i lavoratori italiani (-17,5%), sia quelli comunitari (-8,8%) ed extracomunitari (-14,1%). Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 11 mesi di quest’anno sono state 1.151. Pur nella provvisorietà dei numeri, questo dato evidenzia un aumento di 154 casi rispetto ai 997 registrati nello stesso periodo del 2019 (+15,4%). L’incremento è influenzato soprattutto dai decessi avvenuti a causa dell’infezione da Covid-19. Si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 271 a 199 (-26,6%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 726 a 952 (+31,1%). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 845 a 1.002 denunce) e il conto Stato (da 17 a 46), mentre l’Agricoltura ha registrato 32 casi in meno (da 135 a 103). Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione di cinque casi mortali sia al Centro (da 202 a 197) che nelle Isole (da 94 a 89) e di tre casi nel Nord-Est (da 228 a 225). Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un incremento di 136 decessi (da 261 a 397), complice soprattutto l’aumento registrato in Lombardia (+86). Il Sud registra un aumento di 31 casi (da 212 a 243), 18 dei quali avvenuti in Campania. L’incremento è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 912 a 1.022 (+110 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 44 casi in più, da 85 a 129. In aumento le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 813 a 978), mentre calano quelle dei lavoratori comunitari (da 57 a 54) ed extracomunitari (da 127 a 119). Dall’analisi per fasce d’età si contraddistingue per l’incremento dei decessi quella degli over 50, rispetto alla diminuzione registrata nelle altre. Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 11 mesi sono state 40.926, 15.630 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-27,6%). Le prime tre malattie professionali denunciate tra gennaio e novembre di quest’anno continuano a essere le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (25.056 casi), del sistema nervoso (4.491) e dell’orecchio (2.618), seguite dalle malattie del sistema respiratorio (1.615) e dai tumori (1.440). Tutte registrano diminuzioni nei periodi in esame.
(ITALPRESS).

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