L’Inps rende noto che, a oggi, ha gestito circa 3,56 milioni di domande di cassa integrazione per emergenza Covid da parte delle aziende, e ne ha accettate oltre 3,20 milioni, ovvero il 97,3%. Le domande respinte sono 271mila e quelle in lavorazione 88mila, di cui 60mila (quasi il 70%) sono state presentate tra dicembre e gennaio. Nell’ultimo trimestre del 2020, in particolare da novembre, si è nuovamente intensificato l’afflusso di domande di autorizzazione e di pagamento. L’Inps sottolinea come, nonostante l’afflusso notevole di domande, anche i pagamenti ai lavoratori risultano aver coperto a oggi il 98,3% delle richieste pervenute, ovvero 16,9 milioni di domande su 17,2 milioni di domande. Sono in lavorazione i pagamenti per 293 mila prestazioni di cui 252 mila giunte a gennaio. L’Inps, inoltre, ricorda che “il numero di lavoratori coinvolti nelle domande in lavorazione non può essere determinato fino a quando non pervengono dalle aziende gli SR41, e non può essere 1,2 milioni come oggi il quotidiano Repubblica erroneamente sostiene, basandosi su una stima priva di metodo”. Inoltre “relativamente alle domande antecedenti, del periodo marzo-settembre 2020, risultano pendenti primi pagamenti diretti Cig per 500 persone, pratiche ancora in esame per problematiche complesse, alcune delle quali possono riguardare fattispecie non autorizzabili”. Complessivamente, per quanto riguarda i pagamenti ai lavoratori, l’Inps ha gestito a oggi oltre 17 milioni di operazioni di pagamenti diretti, rivolti a 3,6 milioni di lavoratori, e oltre 10 milioni di pagamenti a conguaglio dopo anticipo alle aziende per 3,4 milioni di lavoratori, con un esborso complessivo, a oggi, di quasi 20 miliardi per Cig Covid. “A livello generale, è fondamentale tener conto che la gestione delle domande e dei pagamenti della cassa integrazione guadagni richiede normalmente in media 8-10 settimane di lavorazione, dovute a una prima fase – in cui l’azienda fa domanda di accesso alle varie forme di Cig rispetto ai decreti che l’autorizzano e, dopo i controlli che ne verificano il diritto e per ogni singola azienda, Inps approva – e a una seconda, per attendere dall’azienda la dichiarazione delle effettive ore non lavorate per ciascun lavoratore nel mese e procedere, se la comunicazione è corretta nei suoi riferimenti, ai pagamenti al lavoratore. Pertanto, se il periodo di Cig Covid autorizzata dai decreti del governo è, a titolo di esempio, per il periodo novembre-dicembre, i pagamenti non possono arrivare ai lavoratori prima di febbraio-marzo. Stante la tempistica, profondamente diversa dai meccanismi dei bonus, le attese dei pagamenti per i lavoratori sono differite rispetto al periodo non lavorato. Ovviamente – conclude l’Inps -, la straordinaria mole di domande elaborate e la varietà di tipologie di decreti e di categorie di fondi cui le domande devono essere correttamente attribuite, possono generare situazioni critiche”.
(ITALPRESS).
Inps, pagamenti Cig per 98,3% dei lavoratori
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