FOFI “CON FARMACIA DEI SERVIZI PIÙ VICINI AI CITTADINI”

Novità in arrivo per il mondo della farmacia. Ad ottobre sono state approvate, nella Conferenza Stato-Regioni, le linee di indirizzo per la sperimentazione della cosiddetta farmacia dei servizi. Una nuova prospettiva, una idea nuova accolta positivamente dalla stessa Federazione degli Ordini de Farmacisti Italiani. “E’ una bellissima novità quella che ha portato finalmente al battesimo dell’avvio di questa nuova sperimentazione – spiega all’Italpress Maurizio Pace, segretario nazionale della Fofi -. Le farmacie potranno diventare quel centro polifunzionale di servizi utili al cittadino ma anche utili allo Stato in termini di risparmio, perché eviteranno ai cittadini di rivolgersi per le cure ai pronto soccorso o alle strutture pubbliche. Le farmacie si candidano a dare servizi molto funzionali come il Cup, il Centro unico di prenotazione. Il cittadino potrà recarsi in farmacia in ogni momento e lì scegliere dove effettuare visite, esami, analisi per la prevenzione. Si apre quindi un nuovo scenario. La figura del farmacista sarà sempre più accanto al cittadino nell’accompagnarlo alla terapia”.

Un’altra rivoluzione che si affaccia in un imminente orizzonte riguarda il via libera all’ingresso di capitali privati nella distribuzione. La posizione emersa in Parlamento appare chiara, con la richiesta al governo di rivedere la norma che regola l’ingresso del capitale privato nelle farmacie. Un’apertura guardata con estrema attenzione dalla Fofi, come chiarisce all’Italpress il presidente della Fofi Andrea Mandelli: “Partiamo dal presupposto che il mondo della farmacia italiana sta attraversando un momento non particolarmente brillante. L’ingresso dei capitali può dare una mano alle farmacie nell’evolversi in nuovi servizi, nell’incoraggiare nuovi progetti come la farmacia dei servizi, o a favore di investimenti per migliorare il rapporto con il cittadino. Quindi da parte nostra non c’è nessuna posizione ostativa per l’ingresso dei capitali”. Gli unici dubbi emergono sul peso degli stessi capitali: “E’ vero – ragiona Mandelli – che la legge sui capitali prevede ad esempio che il direttore sia il farmacista, noi però eravamo più orientati a mantenere il rapporto tra le società di professionisti che caratterizza il mondo delle professioni. Quindi va bene ad un’iniezione di capitali ma con la maggioranza sempre in mano ai farmacisti. La nostra posizione tende ad appoggiare, nella mozione che mi vede firmatario, una revisione di questo rapporto”.

“Le farmacie italiane sono circa 20 mila, permettendo alle società di capitali di potere possedere il 20% delle farmacie, c’è la possibilità in linea astratta e teorica, che 5 operatori finiscano per avere in mano il totale mercato della distribuzione. Bisogna quindi rivedere questo parametro per garantire un protagonismo più attivo del farmacista e di temperare l’ingresso dei capitali. Un ingresso che così come prospettato non ci soddisfa”, dice ancora Mandelli, per il quale più in generale sul fronte della sanità “c’è ancora molto da fare. Innanzitutto bisogna realizzare in Parlamento un cambio di mentalità: continuare a parlare di spesa sanitaria quando parliamo della salute nostra e dei nostri figli con un’eccezione di spesa e di negatività è un errore. Noi dobbiamo dire che stiamo investendo nella salute dei nostri cittadini. Anche perché l’età media sta aumentando, l’Italia infatti è il secondo Paese più longevo al mondo, e sta arrivando quell’innovazione robusta, tecnologica e farmacologica che necessita di investimenti. Quindi investiamo in salute”. Mandelli commenta pure la manovra promuovendo uno dei primi atti del governo, l’abolizione del superticket: “E’ buona l’abolizione da settembre, una battaglia che io come parlamentare ho già fatto nella passata legislatura. La Costituzione sancisce il diritto ad ogni persona di curarsi, manca ancora un po’ la declinazione della prevenzione che è la cenerentola di questo Paese, e manca questo cambio di mentalità necessario per affrontare il futuro”. (ITALPRESS).

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