FERRARI A ABU DHABI PER CHIUDERE IN BELLEZZA

Quello in programma domenica 1 dicembre è l’undicesimo Gran Premio di Abu Dhabi. La gara si è sempre disputata lungo i 5554 metri del circuito di Yas Marina che dovrà essere percorso per 55 volte. La prima apparizione della Formula 1 ad Abu Dhabi risale al 2009, quando a vincere fu Sebastian Vettel con la Red Bull. Negli anni quella di Yas Marina è sempre stata una pista poco favorevole per la Scuderia Ferrari che qui non è ancora riuscita a cogliere la sua prima vittoria, avendo portato a casa finora tre secondi e altrettanti terzi posti. A questo tracciato è legato soprattutto il ricordo amaro della stagione 2010. In quell’edizione della corsa, la squadra di Maranello arrivò ad Abu Dhabi con Fernando Alonso in testa alla classifica iridata, in vantaggio di 8 e 15 punti sui piloti Red Bull, rispettivamente Mark Webber e Seb Vettel. Un errore di strategia relegò lo spagnolo nelle retrovie e alla fine a trionfare in gara fu il tedesco, che si aggiudicò il campionato con quattro lunghezze di margine su Alonso.

Nelle stagioni successive, come detto, la Scuderia Ferrari ha raccolto tre secondi posti, due con Alonso, nel 2011 alle spalle della McLaren di Lewis Hamilton e nel 2012 dietro alla Lotus di Kimi Raikkonen, e uno con Vettel lo scorso anno (vinse Hamilton), e tre terzi: con Kimi nel 2015 e con Sebastian nel 2016 e 2017. A un Gran Premio di Abu Dhabi è legato uno dei casi unici della Formula 1: qui nel 2014 andò infatti in scena la sola gara della storia ad assegnare doppio punteggio. Si trattava di una trovata finalizzata a tenere il più aperto possibile il confronto per il titolo. La doppia valenza della gara venne cancellata già a partire dall’anno successivo. Se Sebastian Vettel ad Abu Dhabi ha vinto tre volte, Charles Leclerc sul tracciato dell’Emirato nella sua unica apparizione ha ottenuto un ottimo settimo posto con la Sauber-Ferrari, il modo migliore di finire la stagione e prepararsi a quella 2019 che sarebbe iniziata di lì a due giorni, quando il monegasco avrebbe avuto modo di debuttare da titolare della Scuderia Ferrari Mission Winnow nel tradizionale test che segue l’ultimo appuntamento del campionato.

“Abu Dhabi è l’ultimo Gran Premio della stagione. Credo che gran parte del paddock stia già guardando alle vacanze che inizieranno domenica sera. Dal mio punto di vista, invece, non posso che dirmi un po’ triste al solo pensiero che per qualche mese non sarò più seduto in macchina con l’adrenalina di un weekend di gara” dice Charles Leclerc. “Di solito in questa corsa tutti spingono al massimo, perché la maggior parte dei piloti non ha più nulla da perdere. La partenza avviene con la luce naturale, mentre la bandiera a scacchi viene sventolata in notturna, il che rende questo Gran Premio un’esperienza unica. Un altro aspetto che è differente da qualsiasi altra pista è il degrado delle gomme, che è qualcosa di usuale e prevedibile. Anche per questo le gare sono spesso interessanti e io non vedo l’ora di godermi quest’ultima apparizione stagionale con la Scuderia Ferrari”.

“Quella di Abi Dhabi da un lato è l’ultima gara della stagione 2019, ma dall’altro costituisce per molti aspetti anche l’inizio del campionato 2020, dal momento che molti team testeranno alcune parti in prospettiva dell’anno prossimo anche nelle prove libere del venerdì. Martedì e mercoledì prossimi, poi, ci sarà la tradizionale sessione di test che ci permetterà di lavorare tanto sulle gomme della stagione ventura che su quelle 2021″ ricorda Sebastian Vettel. “I collaudi in chiave futura dei team al venerdì e al sabato mattina avvengono perché le temperature nella prima e nella terza sessione di prove libere sono estremamente alte se messe a confronto con quelle che troveremo in qualifica. Tutto ciò rende quel tempo pista poco significativo per la ricerca del set-up e della configurazione ideale da adottare in gara, tanto vale dunque sfruttarle per un programma diverso.
Quella di Abu Dhabi è una pista con molte curve da bassa e media velocità” racconta Seb.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

“In contrasto con quanto accaduto a San Paolo, la Pirelli ha comunicato che porterà a Yas Marina le tre mescole più morbide. Ciò nonostante dovrebbe trattarsi di una gara ad una sola sosta, perché è troppo difficile superare nonostante ci siano due chiare zone DRS. Va da sé che la qualifica sarà di grande importanza. Vogliamo terminare questa stagione in crescendo anche se sappiamo che i nostri rivali sono molto forti. Mi aspetto una gara divertente” conclude il tedesco. “Abu Dhabi è l’ultima gara di quella che per tutti è stata una stagione molto lunga. Per noi della Scuderia Ferrari si è trattato di un anno di rifondazione, con una squadra giovane nei rispettivi ruoli e Charles al suo primo anno con noi. Per questo uno degli obiettivi del 2019 era gettare le fondamenta per il futuro” ribadisce Mattia Binotto. “Come è ovvio ci sono stati alti e bassi: la prima parte della stagione non è andata come volevamo ma quei momenti difficili mi hanno dato modo di vedere lo spirito di squadra, la compattezza, la capacità di rimboccarsi le maniche e la voglia di lottare per recuperare” aggiunge il team principal della Ferrari.

“Particolarmente significativa è stata la reazione che si è vista dopo la pausa estiva, con sei pole position consecutive e tre vittorie di fila, tra cui quella di Monza arrivata pochi giorni dopo aver celebrato in maniera incredibile i 90 anni della Scuderia insieme a un gran numero di tifosi in Piazza Duomo a Milano. È evidente che il secondo posto non sarà mai abbastanza per la Scuderia Ferrari ed è per questo che stiamo già guardando avanti all’intenso lavoro che ci sarà da fare durante l’inverno per continuare a crescere come gruppo. L’ambizione è quella di tornare più forti per essere all’altezza delle sfide che ci attendono. Presentando questo ultimo appuntamento di campionato, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i nostri tifosi che in tutto il mondo ci hanno sostenuto costantemente con la loro passione. Questo weekend cercheremo di dare il massimo per concludere la stagione con un risultato da ricordare” conclude Binotto.
(ITALPRESS).

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