Eurispes, la pandemia ha ridisegnato anche i confini politici

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ROMA (ITALPRESS) – E’ il Covid-19, con tutte le sue conseguenze, sanitarie, economiche e sociali, il protagonista del rapporto Italia Eurispes 2021.
“La pandemia ha messo in discussione valori, interessi, scelte, etiche, priorità, prospettive. Ha ridisegnato alleanze, confini politici, rapporti tra Stati. Ha imposto nuovi percorsi economici e sociali. Ha messo in risalto fragilità e ritardi del sistema, inefficienze e incapacità nella gestione della complessità”, si legge nell’introduzione del presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara. “Il paese dis-organizzato, così come è oggi, non è in grado di sostenere le sfide che la pandemia ha lanciato. Senza una pacifica “rivoluzione culturale” saremo destinati all’oblio, ad una deriva dell’esserci senza essere, alla perdita di quel tanto di identità rimasta”, prosegue. Dopo un anno difficile l’Italia guarda con fiducia al futuro, una fiducia ritrovata e cresciuta nelle istituzioni: “L’insediamento del Governo Draghi, è il segno della raggiunta consapevolezza, tra le diverse forze politiche, della gravità della situazione. Non a caso è stato accolto dagli italiani con favore e ne ha alimentato la speranza di un rapido ritorno alla normalità – conclude Fara -. Tuttavia, per quanti sforzi possano essere prodotti dal nuovo esecutivo, i problemi sul tappeto sono ancora numerosi e complessi e non vi sono bacchette magiche in grado di portarli a soluzione nei tempi desiderati”.
L’Italia si trova ad affrontare i problemi di sempre: lavoro, immigrazione, disuguaglianze sociali, con numeri sempre più grandi. I dati relativi al 2020 registrano un calo degli occupati e un incremento dei disoccupati e degli inattivi. L’input di lavoro (ore lavorate) registra una diminuzione dell’1,5% rispetto al trimestre precedente e del 7,5% rispetto al quarto trimestre 2019. Il numero degli occupati cresce di 54 mila unità (+0,2%) rispetto al trimestre precedente, per effetto dell’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato e della lieve crescita degli indipendenti. L’ incremento dei contratti a termine nel 2019 rappresenta un dato allarmante, che porta il numero totale dei precari in Italia a quota 3 milioni e 123mila (Istat, 2019). Nel rapporto si legge che nel 2020 si registra un aumento degli sbarchi sulle coste italiane (34mila sbarchi), dopo due anni di diminuzione (23mila sbarchi nel 2018 e 11mila nel 2019).
In calo rispetto al 2019 anche il numero di nuovi permessi di soggiorno: circa 43mila nei primi 6 mesi del 2020, con riduzioni più consistenti nei mesi di aprile (-93,4%) e maggio (-86,7%). Nel 2019 gli immigrati occupati hanno superato i 2,5 milioni su una popolazione in età lavorativa di oltre 4 milioni. Gli immigrati rappresentano il 10,4% della popolazione in età di lavoro, l’11,2% della forza lavoro nazionale, il 10,7% degli occupati e il 15,6% dei disoccupati totali. Nel 2019 il tasso di occupazione degli immigrati è del 61%. Sul fronte pandemia, in questo anno, gli italiani hanno rafforzato la loro fiducia nella sanità: i medici di base vengono considerati un punto di riferimento per 6 italiani su 10, la maggior parte (60,8%) si è rivolto a loro per avere informazioni e consigli sul Covid-19 e, tra questi, il 39,9% afferma che il proprio medico di base si è dimostrato disponibile, mentre circa un intervistato su cinque (20,9%) risponde che il proprio medico non è stato disponibile e si sono informati guardando i telegiornali: le news televisive sono il canale di informazione preferito dagli over 64 (48,3%) e dai 45-64enni (31,7%), mentre i giovanissimi usano soprattutto i Social per informarsi (27,2%).
Tutto questo ha portato a un notevole aumento, rispetto al 2019, del consumo di ansiolitici. Iqvia (provider globale di informazioni sanitarie) segnala, tra gennaio e settembre 2020, un aumento del 2,5% nel consumo di farmaci antidepressivi e del 24% per i farmaci per insonnia ed ansia (nei due canali di vendita, ospedaliero e in farmacia) rispetto allo stesso periodo del 2019.
(ITALPRESS).

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