CI SONO GIA’ DUE CAMPIONATI, JUVE AVVERSARIA DI SE STESSA

Due campionati. Quello normale discute sulle effettive qualità del Napoli e del Milan, già messi alla prova da avversari aspiranti al tricolore, così come dell’Inter e della Roma di Mourinho, quest’ultimo già celebrato per il glorioso passato rappresentato da mille panchine e atteso con illimitata fiducia “in presenza”. Il Milan mostrava già una sua brillante organizzazione di gioco contro la supervalutatissima Lazio quando è arrivato Ibrahimovic a potenziarlo e a renderlo spettacolare. La favola del campionismo è senza fine, Ibra ne è, oggi, il miglior rappresentante. In Italia, favorito dall’addio di Cristiano Ronaldo. La cui straordinaria avventura rivela l’esistenza di un altro campionato: quello della Juventus. Che non ha avversari se non se stessa. Diciottesima. Inerte. Un pareggio e due sconfitte con inevitabili viaggi nel passato alla ricerca di risvegli miracolosi che inducano a immaginarne anche nell’immediato futuro.
Dalla vigilia del torneo mi è stato fin troppo facile immaginare questa crisi mentre tanti critici si trasformavano in medici pietosi. Prima per la mancata sostituzione del portiere decisa nonostante Raiola avesse offerto a Agnelli Donnarumma, ideale sostituto di Buffon; poi per la debolezza del centrocampo, mancante di un regista efficace; e ancora – come dicevo – per la clamorosa rinuncia a CR7, un incidente di percorso storico, senza precedenti, neanche la cacciata di Robi Baggio fu così assurda e suicida; perchè Cristiano ha portato con sè la fabbrica del gol, confezionandone subito due per l’United che l’ha accolto trionfalmente. Nel “delitto Ronaldo” Allegri&C hanno avuto complici gli osservatori che hanno addirittura buttato nel Po il campionissimo dandolo per finito, come una vecchia gloria, ritenendolo incapace anche di riconquistare non solo una squadra di livello ma anche la mitica camiseta col 7. Povero Ronaldo, ha avuto tutto, e di più: la squadra, il 7, i gol, il trionfo e l’amore dell’Old Trafford. Consiglio ai cronisti di affidarsi – ogni tanto – alla storia. Dove Cristiano ha un posto di rilievo. Lo consiglio anche a Allegri e ai suoi soci che un questo momento stanno offrendo della Juventus dei nove scudetti un’immagine da povera provinciale. Senza la forza dell’umiltà che in certe difficili stagioni l’aiutò a riprendersi, a battersi con coraggio, a partorire campioni e a vincere.
Il 9 settembre del 2006, in B, castigata da un bel Rimini, esordì con un pareggio, come quest’anno a Udine, poi nove vittorie consecutive…Un’altra storia. Da rammentare. E adesso – come dice Allegri – la Champions. Con il Malmoe. Chissà perchè mi viene in mente Ibra. L’unico alter ego di CR7 rimasto al campionato italiano.
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